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Libertà vien leggendo

Libertà vien leggendo

Cultura/ Arte figurativa - Dipinti leggeri, liberi come lenzuoli al vento, quelli di Antonella Prota Giurleo, che per la mostra "Librertà" (libri e libertà) si è ispirata alle letture delle donne

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2005

“Il mio agire artistico parte da me, donna, e dal senso che per me hanno le relazioni con le altre persone e con il mondo”. Così si presenta Antonella Prota Giurleo artista figurativa che sta partendo per Lima dove è stata invitata a mostrare il suo lavoro. Porterà nella capitale peruviana due sue installazioni e una rappresentazione fotografica.

Come è nata l’idea
“Il desiderio di visualizzare luoghi e posizioni della lettura delle donne – spiega l’artista - mi ha indotta a progettare una convocazione di Mail art sul tema Dove leggono le donne. Sono giunte tantissime fotografie sia dall’Italia che da diversi paesi del mondo; 113 partecipanti per esplicitare una realtà: le donne leggono dappertutto, a qualsiasi età, in qualsiasi posizione, sotto qualsiasi cielo, con attenzione e serietà. Ho pensato al titolo da dare alla mostra; solitamente, mentre sto lavorando, all’improvviso arriva. Anche questa volta è stato così. Librertà, parola inventata che esplicita il nesso tra libertà e libri, tra libertà e cultura, mi è sembrata adeguata”.

I titoli della mostra
I titoli delle due installazioni hanno origine dalle risposte alla domanda, rivolta a più di cento donne: “Se il piacere di leggere fosse un colore, quale sarebbe?”
In “Il colore della lettura” i colori indicati dalle donne trovano forma in 108 collages che, posti uno accanto all’altro, esplicitano diversità e somiglianze. Intrecci, fili, strappi, recupero di materiali, stoffe, dicono di incontri, di rotture, di agire femminile, di relazioni.
In “Leggere, passione femminile”, i colori sono dipinti su teli stesi come fossero un bucato; una modalità utilizzata anche per rendere visibile un lavoro svolto dalle donne e per lo più dato talmente per scontato da restare nascosto.

La critica
Donatella Airoldi ha scritto dell’artista: “Nell’installazione denominata ‘Leggere, passione femminile - Il bucato’ le protagoniste sono lenzuola stese al sole o all’ombra di una pineta solare, sono segni acrilici decisi e segnati. Sono pezzi di stoffa che raccontano i loro morbidi segreti, segni silenti, soldati in trincea che lottano nella palta profonda, asciugandosi il viso, ben sapendo che il prossimo incauto respiro potrebbe essere quello fatale.
Sono tele bagnate di pianto, segnate dal sangue di tante donne che non parlano, che imprigionano sentimenti ancestrali in luoghi bui, li trattengono nei loro corpi segnati. Queste tele ci parlano di ferite che si rimarginano imprimendo, inchiodata nell’acrilico, la loro incancellabile memoria. “Qui alla frontiera ci passerò tutta la vita”. (Carla Lonzi)
Ma ‘Il bucato’ è anche un lavoro che vive di aria e di luce con un moto proprio, riesce a farci vedere donne antiche mentre chiacchieravano nello stendere i loro teli al sole, cantavano e traboccavano di innocente sapienza, coloravano il mondo della loro ricchezza interiore ricamando l’atmosfera di puntiformi meraviglie”.

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