Professione donna - 22 anni, studentessa di Giurisprudenza, Bologna
Pennello Alessandra Lunedi, 07/03/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2011
Riguardo all’Italia di oggi provo sentimenti contrastanti, mi ci trovo bene ma, allo stesso tempo, fatico a comprenderla pienamente.
Viaggiando molto ho imparato a confrontarmi con mentalità diverse ed a cercare di cogliere da ognuna nuovi insegnamenti, mentre trovo un limite italiano proprio nel rimanere forse ancora troppo ancorati alla tradizione per poter usufruire al meglio di quanto altre teste, magari fuori dal coro, possano offrire. Mi spaventa l’idea di scoprire che merito e pari opportunità, siano solo parole vuote che non trovano riscontro nella realtà dei fatti. Per me, così come per altre ragazze e ragazzi della mia generazione, l’esser valutati per quel che siamo e riconosciuti nello studio e nel lavoro per quel che sappiamo fare, è una condizione che richiediamo al nostro futuro. Del resto è noto, quando ciò non accade, se vuoi inseguire i tuoi sogni te ne devi andare in quelle realtà dove la meritocrazia è più comune. La condizione di studentessa è una fase di passaggio. Si è felici con poco, i bisogni sono limitati, la tua vita è fatta di aule, biblioteche e di amici con i quali nascono legami e solidarietà, la maggior parte del tuo tempo è vissuto collettivamente. Mi rendo conto che il futuro così non sarà. Quando penso alla vita vera, alzando gli occhi oltre le abitudini quotidiane, vedo che in questa bella Italia, o nella città in cui vivo, i problemi ci sono e continuano a crescere. Ma proprio come giovane vorrei pensarmi capace di cambiare qualcosa di tutto ciò che ora mi sembra non andare. La cosa strana è che mi pare, ma questa convinzione potrebbe esser frutto della mia inesperienza, che per cambiare basti poco: far bene quello che si è chiamati a fare con onestà, educazione e nel rispetto delle persone.
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