25 novembre, giornata mondiale contro la violenza sulle donne - Narrare e denunciare gli abusi: un passo necessario per uscirne
Antonella Iaschi Domenica, 20/11/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2011
Tre anni fa, attorno al monologo di Franca Rame, è nata “La mattanza” (storie di ordinaria violenza). Il gruppo Gaf (Gemma Messori, Antonella Iaschi e Fabrizio Frabetti), porta in scena spettacoli a tema sociale e riguardanti quella memoria storica che rischia di essere cancellata. Il 25 novembre, giornata mondiale contro la violenza alle donne, al Teatro Luigi Garzoni di Tricesimo, Udine, si unirà a noi la cantautrice Rebi Rivale in formazione acustica. I suoi testi si sono rivelati pezzi mancanti del puzzle, e la sua voce forte e dolce nasce dalla consapevolezza di narrare realtà spesso censurate per paura di dare fastidio. Rebi ha vinto il concorso “Walk on Rights” lanciato da Amnesty International che quest’anno aveva come tema “Il diritto delle donne nel mondo”. Il suo brano “Se sarà femmina” tratta l'argomento concentrandosi su quelle donne alle quali è preclusa una vita normale, una minima libertà di opinione, parola, azione. La donna di "Se sarà femmina" è una donna della zona dello Yemen, dove violazioni di più nature si concentrano, dall'infibulazione ai non-diritti. Un’altra canzone “Lola” che si è classificata al 2° posto canta la discriminazione sessuale.
Come un sasso lanciato a pelo d’acqua, il narrarsi vuole moltiplicare i propri cerchi fino ad abbracciare le vittime che tacciono per paura delle conseguenze. Niente è peggio dell’essere colpevolizzate e l’essere violento gioca su questo stato d’animo innaffiandolo con la paura e la vergogna, mentre la vittima diventa deserto. Spettacolo verità, crudo e crudele per chi ascolta, lascia l’amaro in bocca. Questo vuole fare! Una donna su tre è una potenziale vittima e tutti dobbiamo diventare vigili e solidali per fermare questa “Mattanza”. Anche solo uno schiaffo può essere l’anticamera di una visita all’inferno, nessuna deve sottovalutarlo.
L’allestimento scenico è semplice, inizia con una donna che legge mentre si accascia come un fiore disidratato, una donna che subisce violenza. Poi raggiunge il paravento per tutte le donne che non si mostrano nel loro calvario e cede la parola a Gemma. Lo stupro mitologico fatto ai danni di Filomena da Teseo, il monologo di Franca Rame, quello narrato da dietro al paravento che si alterna a Gemma e a Rebi… l’acqua con cui si cerca di pulire la macchia…
La piccola Angie de “Il rifugio del capitano Achab” di Roberta de Tomi che fa esplodere se stessa insieme al segreto che racchiude, l’orrore celato dalla porta chiusa della sua camera.
La chitarra di Fabrizio, che racconta storie, cantando. Rebi col suo gruppo che chiude il cerchio.
La violenza sulle donne secondo i recenti dati Istat si esprime in numeri agghiaccianti: 7milioni di donne in Italia, di età compresa tra i 16 e i 70 anni ne hanno subita una. Ma la vera vergogna, e la trasposizione teatrale lo comprova, non proviene tanto dall’atto brutale, quanto dalla posizione della vittima, imbavagliata nella quotidianità spesso ricattata o oppressa dal senso di colpa innestato dall’aguzzino, spesso impossibilitata a raggiungere le reti di protezione che sono molto lontane dall’essere sufficienti. Soltanto togliendo il bavaglio, qualcosa è possibile: la colomba bianca di Gemma che si eleva… perché chi subisce violenza, anche se si sente sporcata dentro è come la colomba che guarda al cielo, verso cui vuole volare, come donna libera.
La violenza perpetrata contro donne e minori, basata sul genere, è una violazione dei diritti umani. Nonostante questo nel mondo 60 milioni di bambine non hanno mai superato l’anno di età a causa degli aborti e infanticidi decisi da uomini a causa del sesso. Una donna su tre è stata vittima di violenza fisica e sessuale. Oltre 4 milioni di donne sono vittime di traffico internazionale ogni anno. Gli omicidi d’onore nei confronti delle donne tolgono la vita a migliaia di donne ogni anno.
Uno studio sui paesi africani (Nigeria) ha dimostrato che il 16% di pazienti che avevano contratto malattie sessualmente trasmissibili aveva meno di 5 anni. Negli Stati Uniti ogni giorno vengono uccise 3 donne da partner intimi e ogni anno si registrano 4,8 milioni di abusi fisici a danno di donne da parte dei famigliari. Un terzo delle donne che vivono in Italia è stata vittima di violenza fisica o sessuale da parte degli uomini. Nelle violenze i rapporti indesiderati sono perpetuati nel 93,6% dei casi dal partner che in Italia mette in atto violenze più gravi che minacciano seriamente la salute della donna. Le minacce di violenza fisica subite dalla donna nel corso della vita sono più frequenti al nord. Le violenze tra coppie lesbiche e omosessuali sono quantificabili nello stesso numero delle coppie eterosessuali.
E queste sono solo le punte dell’iceberg perché tantissime donne non denunciano e giorno dopo giorno cadono dalle scale… rischiando di non rialzarsi fisicamente e psichicamente.
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