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Libere di decidere

Libere di decidere

Legge 194 - Promossa dall’ UDI, Centro Donna Giustizia, Centro Documentazione Donna, Donne della Cgil, Collettivo Pachamama, Cittadine del Mondo e Donne in Assemblea il 23 febbraio si è tenuta una manifestazione a Ferrara

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2008


Comunicato

Stiamo vivendo tutte l’ennesimo tentativo di mortificare l’autodeterminazione delle donne.
L’attacco strumentale alla L.194 è l’altra faccia di una politica che non rispetta le donne e tenta di rendere insignificante ogni espressione di libera scelta.

Le donne il rispetto per la vita lo praticano quotidianamente ed è per questo che oggi dicono che la legge 194 non si tocca e la si deve applicare integralmente e seriamente.

Dal 1978 siamo uscite dalla clandestinità che ci uccideva!

In 30 anni la legge 194 ha ridotto gli aborti del 44%, ha aumentato l’informazione ed elevato la consapevolezza di donne e uomini per una genitorialità sempre più responsabile.

L’art. 5 della Legge 194 impone ai consultori ed alle strutture socio-sanitarie quando
“la richiesta di interruzione volontaria di gravidanza sia motivata dall’incidenza delle condizioni economiche, o sociali, o familiari sulla salute della gestante, di esaminare con la donna e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta....le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause ... di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre...”.

E invece le donne sono spesso lasciate sole; il numero dei consultori pubblici è stato drasticamente ridotto; l’obiezione di coscienza è tanto diffusa da compromettere il corretto utilizzo della legge.

A Ferrara l’85% dei medici ginecologi è obiettore di coscienza e non tutti gli ospedali garantiscono il servizio benché pubblico.

Dietro le campagne ideologiche e la barbarie dell’incursione nell’ospedale di Napoli c’è ben di più di un attacco alla legge 194: c’e il rischio per tutte e tutti di rompere un patto civile tra diritti collettivi e libertà individuali.

Dopo la follia della proposta di moratoria, l’accanimento dei medici romani sulla rianimazione dei feti prematuri - anche contro la volontà della madre -, l’indifferenza alla violenza quotidiana che le donne subiscono, la fatica ad affermare una vera democrazia paritaria ovunque si assumono decisioni, dovremmo aver capito tutte che la libertà delle donne è il vero obiettivo di un nuovo controllo sociale.
Ora Basta!

• Noi donne siamo stanche di portare sulle spalle colpe che non abbiamo.
• Noi donne siamo stanche di essere accusate di uccidere i nostri figli.
• Noi donne abbiamo il diritto di essere sostenute quando dobbiamo scegliere la strada più difficile.

Interrompere una gravidanza che non si vuole o non si può portare a termine è una scelta difficile non priva di amore per la vita e di rispetto e di responsabilità.

Noi donne non intendiamo riconoscere autorità politica a chi non ha il coraggio di dire chiaramente per quali diritti e per quali libertà si impegna.

(26 febbraio 2008)

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