Emilia Romagna e RU486 - La Regione interviene sul tema della pillola RU486
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2006
Informazione completa, ma scelta sull’uso o meno lasciata al medico e alla donna. La Regione Emilia-Romagna è intervenuta così sul tema della pillola RU486. Una decisione assunta dalla Giunta e condivisa dalla maggioranza dell’Assemblea legislativa, che ha approvato nei mesi scorsi una risoluzione votata anche dal gruppo Uniti nell’Ulivo Ds.
«Alle Regioni non compete approvare o bocciare sperimentazioni e la RU486 è stata sperimentata ed è già utilizzata in molti Paesi - ha sottolineato in aula l´assessore alle politiche per la salute Giovanni Bissoni a chiusura del lungo dibattito -. Abbiamo affermato che non riteniamo utile una nuova sperimentazione e abbiamo inviato indicazioni alle Aziende sanitarie dove si afferma che la RU486 può essere utilizzata solo nel rigoroso rispetto della 194 e del decreto ministeriale sull´acquisizione di farmaci all´estero e solo all´interno delle strutture ospedaliere. Abbiamo messo in primo piano il rispetto della donna, la responsabilità del medico, l´informazione completa alla donna sul farmaco. Abbiamo poi fatto un ampio confronto con le direzioni sanitarie dove abbiamo registrato una piena convergenza e la disponibilità del Servizio sanitario regionale di rispondere in maniera positiva alle richieste della donna riguardo alla RU486. Le indicazioni che abbiamo fornito non sono un vincolo ma uno strumento a disposizione dei medici».
«Sul tema della RU486 – commenta la consigliera regionale Gabriella Ercolini – qualcuno, a partire dal ministro Storace, ha cercato di portare avanti l’ennesima crociata sulla pelle delle donne, senza considerazione alcuna né per la loro dignità, né per la loro sofferenza. Il compito primario che dovrebbe invece stare a cuore a tutti, ministro in testa, è garantire la salute delle donne, favorendo l’uso di uno strumento meno invasivo rispetto all’intervento chirurgico, applicato da anni in molti Paesi europei e che è assolutamente in linea con la stessa legge 194».
«La Regione – aggiunge Laura Salsi – ha assunto una decisione "giusta, democratica e legale", che si muove nella direzione di garantire alla donna la piena libertà nel momento di questa grave decisione. E' stata una decisione "democratica" perchè amplia il campo dell'autodeterminazione della donna, dandole un’opportunità in più e consentendole di soffrire meno, al di là della sofferenza psicologica. Ma è anche una decisione legale perchè assunta nel pieno rispetto delle leggi vigenti».
(24 marzo 2006)
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