Premio Calvino - Autenticità, anticonformismo, coraggio caratterizzano la biografia di Goliarda Sapienza autrice de “L’arte della gioia”
Ferraguti Isa Martedi, 07/07/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2009
“Testo a metà strada tra saggio e narrativa, per la passione, non disgiunta da una scrupolosa ricerca documentaria, con cui sviluppa la biografia di una figura emblematica di donna e di scrittrice”. Con questa motivazione la giuria del Premio letterario Italo Calvino ha deciso di segnalare “La porta è aperta. Vita di Goliarda Sapienza”, scritto dalla nostra collaboratrice Giovanna Providenti, prima e unica persona e ricercatrice che abbia consultato e studiato le carte dell’archivio privato di Goliarda Sapienza (1924 – 1996). Nella biografia si legge, tra l’altro: “Nuda scimmia che si ciba di dubbi e poesia Goliarda vuole essere una scrittrice coraggiosa in grado di rivolgersi ai lettori del futuro. Per trovare la giusta poetica sosta in un tempo vuoto: dentro la sua camera, tra una e l’altra sigaretta. Nel 1969, mentre fuori, si dice, imperversi la rivoluzione lei partorisce un personaggio femminile che non sia né vittima, né mistica, né regina, né eroina, né puttana, né santa, né angelica protettrice dell’ordine patriarcale, né malata mentale sottoposta alle discutibili cure della scienza medica e psichiatrica del tempo. La spregiudicata Modesta, proiettata verso un senso profondo della gioia di vivere, è una donna in grado di rinascere continuamente a se stessa.”
Il Premio Calvino è nato a Torino nel 1985, poco dopo la morte di Italo Calvino, per iniziativa di un gruppo di estimatori e di amici dello scrittore (tra gli altri, Norberto Bobbio, Natalia Ginzburg, Lalla Romano) con l'intenzione di riprenderne e raccoglierne il ruolo di talent-scout di nuovi autori. Quest’anno nella Giuria, presieduta da Delia Frigessi, figuravano nomi prestigiosi quali Natalia Aspesi, Andrea Bajani, Paolo Colagrande e Gian Carlo Ferretti.
Giovanna Providenti, come hai incontrato e cosa ti ha dato Goliarda Sapienza?
L’ho incontrata attraverso il romanzo postumo “L’arte della gioia”, divorato in tre giorni, dopo i quali ho deciso di volere conoscere tutto della sua autrice. Ho studiato ogni documento presente nell’archivio privato e intervistato le persone che l’avevano conosciuta, tra questi Angelo Pellegrino e Citto Maselli mi sono stati di grande aiuto, raccontandomi eventi e apprezzando il mio lavoro.
L’incontro con l’esistenza di Goliarda mi ha portato a visitare un luogo di me stessa da cui non voglio più tornare indietro, mi ha lasciato un coraggio che prima non avevo. Mi ha insegnato ad elaborare pensiero su ogni cosa che mi si offre davanti. Lei pensava in maniera libera e aveva coraggio di cambiare idea, se necessario: sapeva porsi altrove da conformismi e adesioni incondizionate e faceva tesoro delle ‘certezze del dubbio’.
In cosa è diversa da altre autrici Goliarda Sapienza?
Per avere perseguito e raccontato modi di essere donna molto presenti nei vissuti delle persone in carne e ossa, anche se non previsti dai canoni culturali. Donne (e non è vero che siano poche) che scelgono di fare della propria vita una palestra di autenticità e libertà. Un’altra donna così è stata Carla Lonzi, di cui vorrei scrivere anche la biografia. La loro spregiudicata ‘femminilità’ piace poco ad alcune femministe, ma fa innamorare donne e uomini, che hanno voglia di contattare la propria anima nuda sganciandosi da falsità e maschere sociali. Sia Goliarda che Carla non erano disposte a vivere nell’inautenticità e a tradire se stesse. Goliarda abbandona la carriera teatrale e la sicurezza economica, ritrovandosi ad affrontare una grave crisi personale che, se è vero che la porta a tentare il suicidio, è anche vero che le permette di comprendersi più profondamente e, quindi, di riemergere dalla sofferenza più forte di prima. Jung diceva che la depressione è una malattia dello spirito che porta sull’orlo dell’abisso del tuo stesso inconscio, e anche più vicino a te stesso/a. Quando la depressione viene attraversata e compresa può divenire un grande strumento di crescita e di trasformazione personale.
Lavorare su se stessa, attraverso i personaggi dei suoi romanzi, è stato il modo che Goliarda ha trovato per fare politica a partire da sé. Una politica molto diversa di quella perseguita dalla sindacalista e femminista Maria Giudice, sua madre, di cui nel mio libro racconto la storia di vita.
Un tuo commento sul riconoscimento ottenuto dal Premio Italo Calvino...
Dopo avere mandato il manoscritto a moltissimi editori ho finalmente trovato qualcuno che legge davvero i libri, e dall’inizio alla fine! Se ci fosse stato un premio simile anche negli anni Settanta, quando Goliarda spediva il manoscritto finito di “L’arte della gioia”, senza riuscire a pubblicarlo, forse il destino di questo bellissimo romanzo sarebbe stato diverso. Forse. Perché anch’io sto ancora cercando un editore.
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