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Lezione di ostetricia

Lezione di ostetricia

Salute Bene Comune - Dialogo della ginecologa, Maita, volontaria della Fondazione Rava, a bordo della nave Etna in perlustrazione nel Mediterraneo nei giorni precedenti il Natale una donna nigeriana di ventotto anni a termine di gravidanza

Michele Grandolfo Venerdi, 30/01/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2015

“posso visitarla?”

“perché?”
Inizio di un dialogo tra una ginecologa, Maita, volontaria della Fondazione Rava, a bordo della nave Etna in perlustrazione nel Mediterraneo nei giorni precedenti il Natale per il recupero dei profughi e una donna nigeriana di ventotto anni a termine di gravidanza (da lei stessa comunicato ai soccorritori) che era stata da poco recuperata assieme a un’altra figlia e altri naufraghi che erano a bordo di un gommone in balia dei marosi.

Quel “perché” lascia per un momento interdetta la professionista, peraltro esperta nella comunicazione accogliente con lunga ed eccellente esperienza (che posso testimoniare di persona) di attività consultoriale, anche con donne immigrate.

“così potrei aiutarla a riconoscere quando spingere”, aggiunge con dolcezza la volontaria.

La replica, asciutta, “io spingo quando lui spinge!”

La madre e la persona che nasce sono competenti nella fisiologia e non debbono essere disturbate. Anche nella situazione di emergenza.

Chi arriva ad attraversare il Mediterraneo, su imbarcazioni di fortuna, accettando la sfida mortale, ha passato per molti mesi, se non anni, le vicissitudini più tremende. Sono persone forti. Considerarle fragili è quantomeno superficiale. I volontari sono costretti ad indossare ridicoli vestimenti per il rischio di infezioni. Se ci fossero, quelle serie, li avrebbero fatti fuori molto prima di arrivare a vedere il mare libico, quei profughi.

I motivi dell’emigrazione sono noti: la perdita di speranza di sopravvivenza dignitosa nei luoghi in cui sono nati ed hanno vissuto, a causa delle guerre e delle devastazioni promosse e sostenute dalle potenze occidentali, per poter proseguire la rapina delle materie prime, soprattutto quelle necessarie per lo sviluppo tecnologico. Qualunque assetto sociale viene distrutto così come le reti di sostegno, a partire da quelle sanitarie. La lezione di ostetricia diviene lezione di vita: la consapevolezza della propria competenza e delle competenze in relazione sono la base di partenza per una vita sociale dignitosa.

La competenza a nascere e far nascere è il fondamento di tutte le competenze, vanno difese e denunciate come forma di violenza tutte le azioni che tendono a mortificarle. In primis, lo facciano le donne che hanno vissuto l’esperienza del percorso della nascita associandosi nei gruppi di autoaiuto e prendendo la parola. A denunciare tutte le forme di mortificazione delle competenze in gravidanza, al parto e in puerperio. A denunciare come incompetenti tutti coloro che mortificano le competenze e, pertanto, non meritevoli delle retribuzioni che provengono dalle tasse. A denunciarli come colpevoli per i danni iatrogeni procurati a breve, media e lunga distanza a causa dell’inibizione dell’espressione di competenze.

 

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