Recensioni - Uomini violenti / India / Fede e omosessualità / Alcolismo / Rifiuti e riciclo
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2008
Uomini violenti
Trecento ‘schede’ di violenze e assassinii avvenuti nel 2006 e uno zoom su tredici casi. Così le autrici di “Amorosi assassini. Storie di violenza sulle donne” (Laterza, pagg 263, Euro 16,00) hanno scelto di raccontare ‘la mattanza sottotraccia’ che ha un comun denominatore: uomini che uccidono, picchiano, stuprano donne. Mogli, fidanzate, conoscenti, figlie. Madri. Non c’è scampo per le donne che hanno la sfortuna di incontrare uomini violenti, e non c’è limite alle violenze che subiscono. La cronaca secca degli episodi, con la descrizione delle circostanze e dei protagonisti, è una raffica di pugni nello stomaco. Ogni mese accanto alle ‘schede’ c’è la descrizione approfondita di una storia. Il ritratto di alcune di quelle donne che non ci sono più, di quelle vite spezzate non da ‘delitti passionali’ ma da espressioni di una ‘violenza di genere’ che non può più essere tollerata, ma che continua a rendere un inferno l’esistenza di troppe donne. Ogni mese c’è la descrizione della sottile violenza psicologica coniugale e il resoconto delle violenze sessuali di gruppo e continuate su una bambina, con la comunità che assolve il ‘branco’ e condanna la vittima costringendola ad allontanarsi. Le tredici giornaliste e scrittrici che hanno lavorato al libro - Marina Addis Saba, Cristiana di San Marzano, Elena Doni, Paola Gaglianone, Claudia Galimberti, Elena Gianini Belotti, Lia Levi, Dacia Maraini, Maria Serena Palieri, Francesca Sancin, Mirella Serri, Simona Tagliaventi e Chiara Valentini -, tutte del Gruppo Controparola, osservano che “in Italia, più che nel resto del mondo ricco e democratico, è in corso, inavvertito, un corto circuito” perché dopo gli anni del femminismo e delle conquiste normative “qualcosa di oscuro sta avvenendo” e il conflitto di genere si ripropone con virulenza. E’ un “continente da esplorare” in cui quelli di oggi non sono più i “patriarchi sicuri di se stessi e del brutale diritto che esercitavano nell’Italia dell’altro ieri, contadina e arcaica” ma uomini che reagiscono “ad un potere che sfugge” e che non tollerano i “no” delle donne che reagiscono. Nel 2006 sono state quattromilacinquecento le denunce di aggressioni, stupri e maltrattamenti e sono centododici le donne uccise. Sappiamo che è solo la punta di un iceberg.
Misteriosa, magnifica India
Venti capitoli, venti istantanee che raccontano l’India vista dal suo interno, un Paese sconfinato attraversato da una forza vitale e tante contraddizioni, immense ricchezze e inenarrabili povertà. E’ “Indiana. Nel cuore della democrazia più complicata del mondo” (Donzelli, pagg 216, Euro 16,00). Mariella Gramaglia, giornalista e studiosa del movimento delle donne (già direttora di ‘noidonne’), ha deciso di chiudere con la politica e si è dimessa da Assessora al Comune di Roma nel 2007. “Non sono scappata, ho solo indossato la camicia al rovescio, come volevo”. E’ partita per quella terra smisurata non per ‘soccorrere gli umili né per applaudire i rampanti’, ma per ‘lasciarsi cambiare dagli indiani’ e, poi, ‘per guardare meglio il mio paese domani’. Le pagine scorrono veloci nel racconto di esperienze, incontri, emozioni resi possibili dal suo lavoro di cooperazione internazionale che, con un progetto della Cgil insieme ad altri sindacati confederali, interviene nel Tamil Nadu, in un lembo di costa devastata dallo tsunami per ricostruire scuole e case, fabbricare chiglie e motori per le barche dei pescatori e organizzare il microcredito per le donne. Intenso l’incontro con Ela Bahatt, mitica fondatrice di Sewa, unico sindacato autonomo di donne nel mondo, con cui la Gramaglia condivide ‘l’ambizioso progetto di alfabetizzazione e formazione in un paese in cui la metà delle donne è ancora analfabeta’
Fede e omosessualità
“Uscire dalla comoda terra di nessuno e investire con coraggio nella speranza e nella lotta, con amore non violento, è il cammino in cui non possiamo perdere tempo nel leccarci le ferite o nelle sterili polemiche. ‘Le strade si aprono e si percorrono solo insieme’: credenti, non credenti, gay, lesbiche, eterosessuali, transessuali e quanti altri/e credono nell’amore e nella libertà che è fatta di ‘convivialità delle differenze’”. Queste le parole nell’introduzione di Franco Barbero, che invita a evitare la trappola di chiedere l’autorizzazione e la benedizione alla “chiesa del bussate e vi sarà chiuso” e a una liberazione autentica dalle discriminazioni. “Franco Barbero risponde” (Il Segno dei Gabrielli editori, 2008) con la postfazione di Paolo Rigliano, è curato dal giornalista Pasquale Quaranta (portavoce del Salerno Pride 2005 e consigliere nazionale Arcigay) contiene lettere indirizzate a Franco Barbero (tra cui 10 di donne) con le sue risposte e il testo delle celebrazioni d'amore di una coppia lesbica e una gay. “Queste lettere, un assaggio tra migliaia e migliaia che ho ricevuto e ricevo, sono per me uno dei ‘luoghi del dialogo’. Su di esse ho versato tante lacrime, ho pregato, riflettuto, studiato. Soprattutto ho cercato di ascoltare e di imparare”.
Don Barbero, nato a Savigliano nel 1939, ha pubblicato opere di teologia tra cui ‘Il dono dello smarrimento’ e ‘L’ultima ruota del carro’. Anima la comunità di base Viottoli. Dimesso dallo stato clericale nel 2003, di lui scrive Quaranta nella presentazione che “Franco resta, perché ritiene importante promuovere nella Chiesa cattolica una dimensione più evangelica, ‘una struttura ministeriale aperta alla pluralità e alla mutevolezza delle voci e delle forme’, superando l’attuale concezione gerarchica sacrale e maschilista”.
Le esperienze di gay e lesbiche credenti dimostrano che tra omosessualità e vita cristiana non esiste alcuna inconciliabilità, alla luce delle ricerche filosofiche, bibliche e teologiche. Il libro “invita a riconoscere e a celebrare l’amore” e affronta in modo preciso e garbato i temi della sessualità, dell’omofobia, dei rapporti sociali e genitoriali, del dialogo e della fede. E. R.
Il malessere sociale delle oscure bevitrici
Una dipendenza ancora poco conosciuta e indagata quella tra donne e alcol, soprattutto in ordine a ‘chi’ e ‘quanto’ beve. In questo senso è utilissima la ricerca di Giuseppina Cersosimo raccolta nel libro “Donne e alcol” (Liguori, pagg 142, Euro 16,50) che, pur nella consapevolezza che “l’osservazione e la ricerca devono indirizzarsi verso ambiti molteplici” non solo rispetto all’incremento del numero, all’abbassarsi dell’età e al senso che il ber assume, ma “anche perché questo percorso non può essere considerato in modo isolato dal resto dell’analisi svolta rispetto ad una società o a un territorio”. Obiettivo dell’analisi non è l’individuazione di attività di contrasto, ma “dare la parola” alle donne e “ascoltare l’urlo del silenzio della vita quotidiana nel suo apporto con le dinamiche sociali conseguenti, nella consapevolezza che le crisi sociali hanno radici individuali.. e per questo il carattere sociale dello star male… non può essere taciuto o rimosso”. Accanto ai dati statistici di contesto nazionale ed internazionale vi è l’analisi specifica del bere da un punto di vista di genere e un focus sulla zona di Ariano Irpino, commissionata dall’Associazione Leuviah e la descrizione dei casi ‘tipizzati’.
Giocando e riciclando
C’è la ‘bottiglia Carlina’ e ‘l’intraprendente pila’ che, attraverso la ‘via riciclattea’ e la ‘riciclastrocca’, conducono in un mondo incantato fatto di parole e personaggi inventati intorno al verbo riciclare. E’ “Fucili fritti. Laboratorio di scrittura sui rifiuti e il riciclo”, il libretto di Guendalina Di Sabatino con disegni di Miriam De Berardis pubblicato con il patrocinio e il contributo dell’Assessore all’Ambiente della Provincia di Teramo, frutto del laboratorio di scrittura sui “Rifiuti e Riciclo”. Un modo simpatico e innovativo di educare i bambini – e di conseguenza le famiglie - al rispetto per gli oggetti e per l’ambiente.
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