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Letture consigliate

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In libreria - 'La maestra' di Giuliana Dal Pozzo, 'Adele nè bella nè brutta' di Maristella Lippolis e un libro sull'8 marzo.

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2008

Il privilegio di insegnare

Un diploma che spunta da sotto la fodera di un cassetto, un biglietto datato 1912, una piccola bottiglia di vetro sollecitano ricordi sepolti da anni, immagini e persone che inaspettatamente riaffiorano riportando alla mente circostanze e atmosfere. Occorre liberare la casa di Siena, e allora la vita lunga un secolo di Lina è ripercorsa da Giuliana Dal Pozzo in occasione della sistemazione degli effetti personali, dei mobili: operazione indispensabile dopo la morte della mamma. E questi oggetti, apparentemente insignificanti, parlano e raccontano la storia di una maestra che affronta le traversie della guerra e della miseria, che gestisce le difficoltà del matrimonio e di fare grandi i figli, il tutto continuando ad insegnare in Toscana, ma anche tra i pionieri delle paludi pontine. Ecco, la vita di Lina è, soprattutto e prima di tutto, la vita di una maestra che impartisce – come recita il sottotitolo – ‘una lezione lunga un secolo’. La leggerezza della narrazione dei tanti episodi – alcuni dei quali molto divertenti come il caso della foto ‘ritoccata’ con le piante, disegnate per coprire inopportuni giovanotti – non assottiglia il messaggio più profondo del libro (‘La maestra. Una lezione lunga un secolo’ di Giuliana Dal Pozzo, ed Memori, pagg 196, euro 14,00). Ogni singola vita ha un senso, se è spesa bene. Ogni esistenza, anche la più sconosciuta, ha una sua ragion d’essere se è riuscita a trovare una sintonia con le persone che ha incontrato. La maestra Lina ha dato alla sua professione una dignità che nessuna laurea o corso di formazione saprebbero condensare e trasferire, ha fatto del suo lavoro una forma di emancipazione femminile praticata nell’insegnamento. La sua autorevolezza gli è riconosciuta dalla presenza ricorrente e dall’affetto costante dei suoi alunni, ormai attempati signori. E’ in questo riconoscimento, legato alla qualità e all’umanità, che risiede il segreto di una professione avvincente e stimolante. Oggi l’insegnamento è definito un lavoro usurante: impegnativi i bambini e impertinenti i genitori, vittima della concorrenza sleale di internet e della tv. Ma come adeguare al ventunesimo secolo la filastrocca per imparare il femminile o il racconto spiritoso per spiegare le regole di grammatica che la Dal Pozzo riporta con cura tra un capitolo e l’altro? Voliamo alto e così, fermo restando il videogame e il corso di violino, potremmo scoprire che ai bambini quelle filastrocche ancora piacerebbero!
Ha ragione Margherita Hack, che nella prefazione scrive: ”è un libro che si legge tutto d’un fiato, che a noi vecchi risveglia tanti ricordi, che ai giovani racconta una storia che non conoscono”.

Un giorno, non per caso…

C’è Adele, che nel suo sentirsi né bella né brutta, ha organizzato la sua vita di brava moglie e donna di casa. Poi c’è Clelia, la zia/amica che non si è sposata rifiutando l’ipocrisia di un rapporto coniugale. E poi c’è Irina, che viene dall’Est inseguendo, come tante, il sogno di una vita agiata. Tre donne che, intorno alla svolta che Adele ha voluto dare alla sua vita dopo il tradimento del marito, costruiscono una rete di protezione e di sostegno. E’ grazie all’affetto e alla forza di questa intesa al femminile che Adele riesce a maturare la decisione di lasciare un marito greve e razzista, ritrovando se stessa e il coraggio di superare il trauma di una violenza sessuale subita in giovane età. L’intelligenza, l’umorismo e …. la sapienza in cucina sono gli ingredienti - tutti declianti al femminile - di un romanzo che inizia piano e poi scorre via veloce, facendosi leggere d’un fiato. L’attualità della politica odierna, intessuta di ignoranza e superficialità, fa da sfondo alla storia (‘Adele né bella né brutta’ di Maristella Lippolis, ed Piemme, pagg 234, euro 14,50) in cui i principali personaggi femminili sono tratteggiati con destrezza e si mostrano gli unici all’altezza di ‘reggere’ l’impatto che richiede una realtà complessa in cui dobbiamo coniugare il rapporto con ‘l’altro’ (l’immigrato oppure l’italico bruto violentatore?) e il rispetto per sé.

8 marzo. Dove, come e perché?
“Come è scaturita la scelta dell’8 marzo come Giornata internazioanle della Donna e perché, a differenza di altre vicende che riguardano il movimento dei lavoratori, dell’8 marzo si sa così poco?” Queste le due domande a cui Mirco Volpedo ha provato a dare risposta con un libretto edito da Erga (pagg 32, euro 5,00) osservando “che nessun manuale scolastico di storia consultato riporta un paragrafo che spiegasse esattamente ‘perché l’8 marzo’”. La rapidissima ricognizione si conclude con due poesie sulla mimosa, a firma di Sibilla Aleramo e di Gianni Rodari.


(15 aprile 2008)

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