L'assegnazione del Midulla - cinema dismesso da anni - all'Orchesra Falcone Borsellino: il Comune dopo le promesse di Bianco propone un contratto capestro e inaccettabile
Mercoledi, 19/11/2014 - Dal 9 novembre scorso, da quando il Sindaco di Catania ha espresso pubblicamente la volontà di assegnare il Midulla alla Fondazione La città invisibile, abbiamo chiesto una copia del contratto per visionarlo in anticipo. Copia che non è mai arrivata. Oggi, giorno indicato da Bianco per la consegna del locale, in verità ci hanno offerto 3 foglietti di carta in cui si pongono i termini del contratto. Questo prevede in sintesi una permanenza temporanea senza indicare una data di termine, salvo una generica conclusione della procedura di affidamento in seguito a bando; la completa responsabilità (civile, penale e patrimoniale) sul Midulla che ci viene consegnato in normale stato (cosa che non è accertata, anzi vi sono delle parti che sono ammalorate dalla pioggia) e in caso di lavori dovremmo provvedere noi a nostre spese senza poter richiederne rimborso; ci viene attribuito l'obbligo di consegnare senza preavviso i locali al Comune per 16 ore settimanali, ore di cui noi pagheremmo comunque le spese e di cui rimane l'attribuzione della completa responsabilità, ore che possono coincidere con quelle delle nostre attività, creando l'inutilità dell'assegnazione. A questi temi avevamo posto attenzione con l'Assessore Girlando, il quale con il sindaco, ci aveva assicurato la sua assoluta disponibilità a facilitare il nostro gravoso impegno nel quartiere sollevandoci da oneri vari. Cosa che non è prevista invece dal contratto.
Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, riunito informalmente allo scopo di condividere una decisione sul tema, all'unanimità prende atto del fatto che l'Amministrazione comunale non riesce a cogliere l'opportunità storica di un comune sforzo con il nostro ente no profit per far rivivere uno spazio degradato attraverso la cultura e la legalità promossa dal basso e per il bene puro.
Ci saremmo aspettati una maggiore apertura e compartecipazione rispetto alle istanze dei bambini del quartiere di San Cristoforo. Bambini che sono abbandonati da sempre colpevolmente da tutte le amministrazioni che si sono succedute negli anni e che anche oggi ricevono un ennesimo schiaffo.
Quali logiche di giustizia sociale, di rispetto dei diritti dell'infanzia, hanno guidato l'estensore delle norme scoraggianti di tale contratto?
Dobbiamo credere che gli annunci fatti dal Sindaco domenica 9 novembre siano non promesse ma illusioni?
E perchè mai una realtà meritevole e totalmente gratuita, assolutamente povera e priva di finanziamento pubblico, come la nostra, dovrebbe accettare clausole capestro capaci di infliggere sicuro insuccesso alla più ricca delle opere di volontariato? Perchè dovremmo rischiare di portare sul lastrico l'intera attività? Per pochi giorni che il Comune vorrà concederci senza l'interesse concreto a ché il nostro ruolo sia davvero quello che abbiamo svolto fino a luglio scorso: una porta aperta, una via di fuga dall'abbandono in cui versa una parte importante della città a causa dell'indifferenza da parte di chi amministra la cosa pubblica.
Abbiamo scelto di affrontare ogni dialogo e controversia in assoluta trasparenza. Nel desiderio di mostrare come si possa e si debba aprire alla cittadinanza argomenti come questo. Non sono mancati i consigli di chi ci ha suggerito di operare nell'ombra e di non dare notizie se non filtrate alla stampa e alla tv. Noi non li abbiamo accettati. Lo dimostra la trasversalità politica del sostegno ottenuto, la coralità delle voci, le 31.000 firme alla nostra petizione. Di questo abbiamo merito. Ma anche a tutti costoro che da più parti si sono adoperati per aiutare i nostri bambini, il "Comune di Catania srl" (come si definisce erroneamente nel contratto cadendo un tremendo lapsus freudiano), dovrà rispondere. A noi non importa niente del lato politico. A noi interessa la coscienza. E in nome e per conto della coscienza che chiediamo a tutti di rendere conto di quanto è stato e sarà fatto per i deboli e gli umili di questa nostra città.
Alfia Milazzo
(presidente)
Fondazione La città invisibile
LETTERA APERTA AL PRIMO CITTADINO DI CATANIA, ON.ENZO BIANCO
Egregio Sindaco Bianco
E’ di queste ore la notizia di un’aggressione nei Suoi confronti e, prima di entrare nel merito dei motivi per cui abbiamo deciso di scriverLe, ci permetta di esprimerLe la nostra solidarietà, dal momento che come gruppo ispirato alla signora Agnese Borsellino, condanniamo ogni forma di violenza sempre e comunque
Noi ci rivolgiamo a Lei, in quanto da diversi mesi seguiamo con interesse e partecipazione la travagliata vicenda che vede i gestori dell’associazione no-profit “La città invisibile” alla ricerca di una sede per ospitare i bambini dell’orchestra “Falcone e Borsellino” e che pochi giorni fa sembrava aver trovato il miglior lieto fine con l’assegnazione da parte dell’amministrazione comunale del Centro Midulla, situato all’interno del quartiere di San Cristoforo, e ritenuto ideale per gli scopi educativi dell’associazione.
Poi però, i retroscena del contratto da Voi proposto ai gestori della Città invisibile e successivamente da loro divulgato mediante diversi siti online, ci ha fatto rabbrividire; le clausole del contratto appaiono inaccettabili anche a chi di contratti immobiliari non è intenditore, dal momento che si potrebbero sintetizzare in “voi mettete a posto il centro, voi lo mantenete, e poi lo usate…. dividendolo però anche con noi che lo useremo per un minimo di sedici ore settimanali” e in più sono presenti clausole che permetterebbero all’amministrazione comunale di rifarsi sul patrimonio dei gestori dell’associazione in caso di diattribe economiche e, cosa abbastanza strana, si parla di contratto a tempo determinato senza che vi sia però una data di fine contratto.
Lei, Sindaco Bianco, è stato eletto dal popolo per occupare la poltrona di primo servitore dei cittadini di Catania, ed è consapevoli e rispettosi di a questa importante responsabilità da Lei assunta che le rivolgiamo queste domande:
Perché una società no profit, nata con lo scopo di aiutare i bambini ad uscire dal fango delle strade intrise di malavita catanesi, non può avvalersi serenamente dell’appoggio di una giunta comunale che sicuramente è la prima ad avere interesse a salvaguardare questi bambini dall’ombra lunga e sinistra della malavita organizzata?
Perché i gestori di una società no-profit che non fa girare denaro ma si occupa di giovani cittadini che un giorno potrebbero essere importanti musicisti e orgoglio della Sicilia non riescono a trovare un’alchimia col primo cittadino di Catania che ha sicuramente tra gli obiettivi della sua missione la crescita culturale di Catania?
Perché a un’associazione che non ha un badget aziendale e i cui amministratori sono persone comuni che riversano le proprie energie e le poche possibilità economiche a loro disposizione in questo progetto, viene proposto un contratto decisamente oneroso con ulteriori clausole che rischiano non solo di mettere in difficoltà l’associazione ma addirittura i beni patrimoniali privati degli amministratori stessi?
Perché tra le risorse economiche gestite dall’amministrazione catanese non è possibile rintracciare una somma sufficiente a rimettere in sesto il Centro Midulla in maniera da renderlo agibile per dei bambini che altro non vogliono che suonare i propri strumenti ogni giorno?
In casi come questi, Sindaco Bianco, è facile farsi prendere dallo sconforto e dal nervosismo e cedere ad accuse spesso infondate e verbalmente errate; noi di Fraterno Sostegno ad Agnese Borsellino non siamo abituati a questo genere di polemiche e preferiamo seguire la strada indicataci dalla signora Agnese, esempio di stile, dignità, comunicatività, rispetto, educazione e determinazione, ed è seguendo questi valori che ci rivolgiamo a lei chiedendole di rivedere celermente la situazione
I bambini dell’orchestra “Falcone e Borsellino” hanno bisogno di un sito dove suonare; dove nn vi siano altre persone che loro e i gestori della “Città invisibile”; dove possano stare al caldo; dove possano sentirsi sicuri; dove nessuno li possa avvicinare con idee pericolose; dove la loro musica possa migliorare e divenire suono di libertà; dove non debbano avere paura di niente; dove i muri non siano macchiati da perdite d’acqua ma piuttosto bianche e luminosi come il sorriso di questi bambini;
Sindaco Bianco, lo vede? Non stiamo chiedendo l’America; stiamo chiedendo la Sicilia, una Sicilia che dimostri al mondo che certe etichette troppo facilmente appiccicate alla storia di quest’isola possono essere staccate con un semplice gesto; una Sicilia che dimostri al mondo che i primi cittadini sanno prendersi cura dei loro figli più deboli;
Sia un esempio Sindaco. Tracci una strada da seguire per chi verrà dopo di Lei; dipinga un quadro da far vedere a tanti altri primi cittadini d’Italia; faccia in modo che anche a Catania si possa respirare quel "fresco profumo di libertà” che si oppone all'olezzo del compromesso morale.
Noi crediamo nelle istituzioni e siamo sicuri che questo nostro appello non La lascerà indifferente
Grazie per l’attenzione dataci
Arrivederci
GLI AMMINISTRATORI DEL GRUPPO “FRATERNO SOSTEGNO AD AGNESE BORSELLINO”
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