12 maggio, family today - Radioradicale.it e l'associazione Luca Coscioni organizzano un convegno su “Il mito della famiglia naturale. La rivoluzione dell'amore civile”
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2007
Mentre i convocatori del Family Day tentano di celebrare un modello sacralizzato di “famiglia naturale”, i dati statistici, la sociologia, la ricerca psicologica ci raccontano come la famiglia abbia già vissuto, anche in Italia, una rivoluzione antropologica che l'ha trasformata profondamente.
Nel vissuto delle famiglie italiane, nelle relazioni e nei valori che le tengono unite, emergono nuove moralità, sfide delicate, battaglie di emancipazione, forme di amore che si coniugano con l'autonomia e sfidano miti nefasti del passato. Al centro non c'è l'imperativo biologico della riproduzione, ma la qualità delle relazioni affettive e i bisogni di leggi, servizi e un nuovo welfare rispettosi dell'autonomia individuale e adeguati alle diverse normalità che compongono la famiglia oggi.
In occasione del 33° anniversario del referendum sul divorzio, giorno in cui gli italiani sancirono con il loro voto il principio per cui a fondamento della famiglia doveva esserci una libera scelta di amore e non un'imposizione di legge, nell'ambito della giornata del “coraggio laico” convocata a Piazza Navona il 12 maggio, l'Associazione Luca Coscioni insieme a RadioRadicale.it organizzano un convegno dal titolo “Il mito della famiglia naturale, la rivoluzione dell'amore civile”.
Tra gli interventi, oltre a quelli di Marco Pannella e Marco Cappato, si segnalano quello di Enrichetta Buchli, psicanalista, autrice del libro “Il mito dell’amore fatale”, Luciano Pellicani, direttore di Mondo Operaio, Maria Bonafede, Moderatora della Tavola Valdese, Anna Maffei, Presidente dell'Unione delle Chiese Evangeliche Battiste italiane, Anna Laura Zanatta, docente di Sociologia della famiglia all'Università “La Sapienza”, Daniela Ciriello, psicoterapeuta, autrice di “Oltre il pregiudizio. Madri lesbiche e padri gay”, Bruno De Filippis, Consigliere della Corte di Appello di Salerno, Mario Patrono, docente di Diritto pubblico della Sapienza, Gianfranco Spadaccia, segretario del Partito radicale all'epoca del referendum sul divorzio.
L'appuntamento è per sabato 12 maggio dalle ore 10 alla Sala delle conferenze, Piazza Montecitorio 123. L'ingresso è libero. Per informazioni www.radioradicale.it/familytoday
Il mito della famiglia naturale:
la rivoluzione dell’amore civile
Roma, 12 maggio 2007
Sala delle conferenze, Piazza Montecitorio 123
www.radioradicale.it/familytoday
Presentazione del convegno
Il 12 maggio è una ricorrenza importante per le famiglie italiane. Si tratta dell'anniversario del referendum sul divorzio, giorno in cui gli italiani sancirono con il loro voto il principio per cui a fondamento della famiglia doveva esserci una libera scelta di amore e non un'imposizione di legge. La famiglia cessava allora di rappresentare per lo stato un interesse superiore a quello degli individui che la compongono.
A quella vittoria laica contribuirono in modo determinante milioni di elettori cattolici, senza il cui voto, espresso in contrasto con le indicazioni del Vaticano, non sarebbe stato possibile raggiungere la maggioranza favorevole al divorzio.
L'approvazione referendaria del divorzio nel 1974 provocò altre conquiste civili che determinarono in pochi anni una vera e propria rivoluzione politica, culturale e sociale. La riforma del diritto di famiglia, che sanciva finalmente l'eguaglianza giuridica tra i coniugi, fu approvata dal parlamento l'anno successivo, nel 1975. Nel 1978 il Parlamento depenalizzava l'interruzione volontaria di gravidanza sotto la spinta delle disobbedienze civili e del referendum promosso dai radicali. Sempre in quegli anni, mutavano profondamente i comportamenti riproduttivi degli italiani. L'affermarsi della maternità e paternità responsabile si manifestò in modo evidente con il calo delle nascite, che proprio nell'anno del referendum sul divorzio subì un'accelerazione epocale.
Quella stagione di grandi conquiste civili e sociali ha contribuito a determinare anche nel nostro paese mutamenti profondi nei costumi e nella mentalità. Una delle più grandi conquiste dei movimenti di liberazione sessuale e femminile, è stata la scissione tra sessualità e riproduzione. La famiglia oggi non è più fondata sulla riproduzione, a prescindere dal riconoscimento o meno delle unioni omosessuali. Dal 1975 ad oggi si è passati da 2,4 a 1,2 figli per donna, dato che rende l'Italia il Paese con il più basso tasso di natalità al mondo. La dimensione media della famiglia è scesa da 3,35 a 2,6 componenti. Il risultato è che soltanto il 43% della famiglie italiane è rappresentato oggi da genitori con figli.
La bassa natalità non rappresenta di per sé un segno di progresso sociale. In Italia, anzi, è uno dei segni più evidenti dell'incertezza economica in cui vivono milioni di persone, dell'assenza di adeguati servizi sociali e di una ancora non conquistata parità tra uomo e donna nella conduzione della vita familiare e nella partecipazione al lavoro.
Tuttavia, è anche il segnale più evidente della trasformazione antropologica subita dalla famiglia, la quale non trova più fondamento nella necessità biologica della riproduzione, ma nella qualità delle relazioni affettive e nella condivisione dell'intimità. La stessa etimologia della parola famiglia, dall'italico famel, che significa "casa", rimanda a una dimensione relazione e non biologica o riproduttiva: la casa, il luogo dove stare, dove convivere.
La famiglia considerata come naturale, quella eterosessuale, mononucleare, con figli, rappresenta soltanto una delle forme assunte dalla famiglia nella storia dell'umanità, e oggi nella società contemporanea. Il concetto di famiglia naturale disconosce le conquiste affettive di milioni di persone, e rischia di racchiudere anche la realtà della famiglia tradizionale, e delle sfide che deve affrontare quotidianamente, negli stretti confini di una scontata normalità.
Il riconoscimento delle unioni civili rappresenta un provvedimento che porterebbe a compimento la rivoluzione culturale avvita con l'approvazione del divorzio. Ma si tratta soprattutto di un provvedimento a favore della coesione della società. Nel momento in cui consentiamo di regolamentare legami, infatti, consentiamo alle persone di assumersi responsabilità, in particolare responsabilità degli altri.
Dobbiamo affermare con forza il principio per cui occorre che le famiglie si fondino sempre più non su una definizione astratta e ideologica com'è quella di famiglia naturale, utilizzata per legittimare politiche di stampo fondamentalista e oppressivo, ma sul dialogo, sullo sviluppo delle qualità relazionali ed emotive, sulla parità a prescindere dal sesso, sulle forme plurali che le relazioni affettive assumono per conciliare l'amore con l'imprescindibile autonomia e libertà degli individui che lo animano e gli danno corpo. Il riconoscimento delle unioni civili, delle unioni tra omosessuali, il compimento della vittoria del referendum sul divorzio con l'accorciamento dei tempi necessari ad ottenerlo, rappresentano conquiste civili da assicurare alle famiglie italiane, per rispettare la loro verità, e difendere l'inalienabile libertà individuale anche nel campo, fondamentale per la realizzazione personale e morale, delle scelte affettive.
Programma
10.00- 10.15 Presentazione dell’evento
Diego Galli (Responsabile del sito internet di Radio Radicale)
10.15-13.00 Interventi
L'onda lunga del divorzio sulla società italiana
Gianfranco Spadaccia (Garante per i detenuti del Comune di Roma, già segretario del Partito radicale)
Amore civile e mitologia familiare
Enrichetta Buchli (Psicanalista, autrice del libro “Il mito dell’amore fatale")
Rapporti affettivi e coesione sociale
Piergiorgio Donatelli (Docente di Bioetica, Università “La Sapienza”)
La trasformazione della famiglia italiana
Anna Laura Zanatta (Docente di Sociologia della famiglia, Università “La Sapienza”)
Genere e welfare per una società moderna
Letizia Mencarini (Docente di Demografia, Università di Firenze)
Sulla naturalizzazione delle forme culturali. Appunti di antropologia della famiglia.
Simonetta Grilli (Docente di Antropologia della famiglia, Università di Siena)
Una prospettiva religiosa
Maria Bonafede (Moderatora della Tavola Valdese)
12,15-13 Dibattito
13,00-14,00 Pausa pranzo
14,00-16.30 Interventi
Diverse normalità
Laura Fruggeri (Docente di Psicologia sociale, Università di Parma)
Oltre il pregiudizio: Famiglie omogenitoriali tra disagio, qualità e valore
Daniela Ciriello (Psicoterapeuta, autrice di “Oltre il pregiudizio. Madri lesbiche e padri gay”)
La democrazia dell’amore
Mario Patrono (Docente di Diritto pubblico, Università “La Sapienza”)
La rivoluzione interpersonale: disagi e opportunità dei nuovi modi di stare in relazione
Enrico Cheli (Docente di Sociologia delle relazioni interpersonali, Università di Siena)
In difesa della laicità dello Stato
Luciano Pellicani (Docente di Sociologia Politica, Università Luiss Guido Carli, direttore di Mondo Operaio)
Il riconoscimento delle nuove famiglie nella Costituzione e nella giurisprudenza. Prospettive di legislazione per le coppie di fatto.
Bruno De Filippis (Magistrato, Consigliere Corte di Appello di Salerno)
15,15-16 Dibattito
Conclusioni:
Marco Cappato
Segretario dell'Associazione Luca Coscioni
E' previsto nel corso dei lavori l'intervento di Marco Pannella
Organizzatori
Associazione Luca Coscioni
L'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica è stata fondata il 20 settembre 2002 da Luca Coscioni, malato di sclerosi laterale amiotrofica e leader politico radicale della campagna per la libertà di ricerca sulle cellule staminali embrionali. Nel 2001 fu candidato capolista alle elezioni politiche e ricevette il sostegno di 51 premi nobel da tutto il mondo. Nel 2005 l'Associazione ha promosso la campagna referendaria volta a cancellare la legge 40 che ha imposto divieti sul ricorso alla fecondazione assistita e la ricerca sulle cellule staminali, raccogliendo le firme di oltre un milione di elettori. Il referendum, pur ottenendo la maggioranza di sì, fallì per non aver ottenuto il quorum, a causa della campagna a favore dell'astensione portata avanti dalla Chiesa cattolica e da molti partiti politici.
Nel 2006 è stata protagonista della battaglia legale e politica a favore dell'eutanasia e del testamento biologico portata avanti da Piero Welby, malato di distrofia muscolare progressiva, presidente dell'Associazione. Dopo aver chiesto con una lettera aperta al presidente della Repubblica e un ricorso al tribunale il rispetto della sua volontà di poter morire, Piero Welby è deceduto il 20 dicembre 2006 sotto sedazione, dopo il distacco del ventilatore polmonare meccanico grazie a un'azione di disobbedienza civile organizzata dall'Associazione Luca Coscioni.
RadioRadicale.it
“Conoscere per deliberare”, un motto coniato da Luigi Einaudi, è la frase che ha sintetizzato per tutti questi anni la missione di servizio pubblico svolta da Radio Radicale.
Il “conoscere per deliberare” è stato inteso da Radio Radicale come accessibilità degli eventi istituzionali e politici nella loro integralità.
L’avvento del digitale e di internet, consente oggi a Radio Radicale di portare a compimento la sua missione di servizio pubblico, rendendo possibile a chiunque l’accesso, senza alcuna costrizione di spazio e di tempo, ad avvenimenti della vita politica, istituzionale e sociale del Paese altrimenti sottratti alla conoscenza e alla memoria collettiva.
L’attività informativa di Radio Radicale ha rappresentanto uno dei rarissimi esempi di servizio pubblico svolto efficacemente da un soggetto privato. Il nostro obiettivo è quello di alimentare il bene comune dell’informazione e della conoscenza.
Per informazioni
Diego Galli
__________________________
Responsabile del sito internet
Radio Radicale
Via Principe Amedeo, 2
00185 Roma
Tel (+39) 06 488781
Email diego.galli@radioradicale.it
http://www.radioradicale.it
Lascia un Commento