Emilia Romagna - Aborto, alloggi, affitti: iniziative della Regione commentate da Gabriella Ercolini e Laura Salsi.
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007
Aborti stabili in Emilia-Romagna
E il 4% di donne sceglie la RU486
L’aborto in Emilia-Romagna si conferma sostanzialmente stabile. I dati del 2006 sull’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg), contenuti nella relazione annuale fornita dall’Assessorato alle Politiche per la Salute al Ministero e ai consiglieri regionali, registrano un aumento minimo del numero di casi rispetto al 2005 (11.458 contro 11.379), con una diminuzione tuttavia per quanto riguarda le donne residenti in regione (9.391 contro 9.436) e solo 6 casi in più relativi alle straniere (3.526), in maniera dunque piuttosto ridotta rispetto alle dimensioni del flusso migratorio nel territorio emiliano-romagnolo.
“La relazione – commentano Laura Salsi e Gabriella Ercolini, consigliere regionali di Uniti nell’Ulivo – evidenzia che in Emilia-Romagna si è lavorato bene per la corretta applicazione della legge 194. Dal primo anno di applicazione della Legge, il 1979, il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza di donne residenti è passato da circa 20.000 a poco più di 9.000 nel 2006, di cui poco più di 3.500 di donne straniere residenti. E’ vero che il numero delle interruzioni volontarie di gravidanza aumenta nell’ultimo decennio (da 1.218 nel 1997 a 3.526 nel 2006), ma lo fa in misura inferiore all’incremento della popolazione femminile straniera residente, quasi quintuplicata (da 34.400 nel 1997 alle oltre 154.000 nel 2006). Da parte dell’Assessorato alle Politiche per la Salute c’è stata la rassicurazione che l’impegno del Servizio sanitario regionale per l’applicazione di tutte le parti della Legge 194 resterà alto. In ogni Azienda Usl sono attivi interventi di educazione sessuale e contraccettiva rivolti soprattutto alle fasce di popolazione più deboli e più a rischio (ragazze, donne e ragazzi stranieri), così come ogni Azienda Usl pone grande attenzione all'accessibilità dei servizi. Inoltre, i Servizi sociali, anche attraverso il rapporto con il volontariato, assicurano percorsi di presa in carico per situazioni problematiche e percorsi di sostegno alla maternità”.
Un dato interessante è quello che si riferisce all’uso della pillola RU486, per il quale è disponibile il risultato dell’indagine eseguita nelle Aziende sanitarie della Regione dal dicembre 2005 (data di introduzione del nuovo farmaco tra le opzioni per le donne dell’Emilia-Romagna) al dicembre 2006: in questo periodo 464 pazienti hanno chiesto di sottoporsi a questa metodica, il 4% rispetto al totale di ricorrenti all’Ivg. Per la stragrande maggioranza si tratta di cittadine italiane (76%), occupate (58%), diplomate o laureate (66%). Nessuna complicanza grave legata all’uso della RU486, né infezioni né emorragie, bensì solo effetti collaterali di scarsa entità.
“L’Emilia-Romagna in materia ha agito nel pieno rispetto delle norme vigenti – dichiarano Salsi ed Ercolini -. Come confermano anche i dati internazionali, non ci sono problemi di sicurezza connessi alla scelta della pillola RU486. La donna non è mai abbandonata, in quanto le sono comunque garantiti i processi di presa in carico e la continuità dell’assistenza ospedaliera in tutto il periodo di trattamento con il farmaco. Inoltre, ha una possibilità di scelta in più, potendo ricorrere a un metodo per l’interruzione di gravidanza senza dubbio meno invasivo rispetto all’intervento chirurgico”. E la Regione vara il "pacchetto" casa
La Regione confeziona il “pacchetto casa” per risolvere il problema dell’alloggio per il maggior numero possibile di cittadini. E punta su due strumenti particolarmente innovativi: il primo è un "fondo di rotazione" per abbattere l’onere degli interessi sui mutui agevolati che le banche concederanno per realizzare interventi di costruzione di nuovi alloggi da assegnare in locazione permanente, locazione a termine e in proprietà; il secondo è un fondo per la concessione di fidejussioni agli istituti di credito a garanzia del pagamento delle rete di ammortamento dei mutui da parte di famiglie che possono avere discontinuità di reddito nel tempo: lavoratori anche atipici, giovani coppie, liberi professionisti. Questo secondo fondo è già finanziato dalla Regione con 2 milioni di euro.
Quanto al primo, ha ora a disposizione 90 milioni di euro, da impiegare per la realizzazione di oltre 2.700 abitazioni a basso costo ( “Programma Tremila alloggi”). Le risposte all’apposito bando regionale prevedono infatti la costruzione di 2.736 nuovi alloggi, di cui 1.613 saranno assegnati in locazione permanente, 322 in locazione a termine e i restanti 801 venduti in proprietà. I 90 milioni di euro del fondo di rotazione permetteranno di ridurre fino al 50% il costo degli interessi sui mutui accesi per la realizzazione degli alloggi in proprietà e fino a un massimo del 60% per gli alloggi da destinare alla locazione permanente.
Il “pacchetto casa” si completa con un programma di recupero di 1.309 alloggi pubblici ora vuoti (“Programma Nessun alloggio pubblico sfitto”). Tale iniziativa, finanziata con 32 milioni di euro, si inserisce nell’ambito del programma straordinario di edilizia residenziale pubblica finanziato con risorse del cosiddetto “tesoretto" che lo Stato ha destinato all’emergenza casa (articolo 21 del decreto legge 159/2007). Gli interventi si limitano in questo caso ai Comuni capoluoghi di provincia, a quelli ad essi limitrofi con oltre 10 mila abitanti e ai comuni ad elevata tensione abitativa, con il vincolo di destinare gli alloggi risistemati in via prioritaria ai soggetti a persone sottoposte a procedure esecutive di sfratto. In questi Comuni sono stati censiti 1.309 alloggi, su un totale di 1.850 in tutta l’Emilia Romagna, che saranno recuperati con i fondi statali per una spesa complessiva di 32 milioni di euro.
Aiuti per l’affitto a 48mila famiglie
Oltre 48mila famiglie avranno dalla Regione Emilia-Romagna un contributo per pagare l’affitto. Il fondo a loro disposizione, 32 milioni di euro tra risorse regionali e statali, andrà sommato con i soldi messi a disposizione dai Comuni e permetterà di aiutare le famiglie più disagiate a far fronte ad una spesa primaria come quella della casa di abitazione.
«Il Fondo per l’affitto è uno strumento prezioso per i nuclei familiari che vivono in alloggi con canoni a prezzo di mercato – sottolineano Gabriella Ercolini e Laura Salsi -. Non è la sola risposta possibile, ma è comunque una misura importante per far fronte al disagio abitativo dovuto a ragioni economiche».
Con i circa 10 milioni che si prevede saranno aggiunti dai Comuni, la cifra complessiva che sarà erogata alle 48.167 famiglie che sono risultate idonee a ricevere il contributo si attesterà su circa 42,5 milioni di euro.
Del numero totale delle famiglie, 29.323 appartengono alla fascia più povera (due anni fa nel 2005 erano 26.863), la cosiddetta fascia A. Si tratta delle famiglie che hanno un valore Ise non superiore a 11.340 euro ed un´incidenza del canone pagato sull´Ise non inferiore al 14%.
Mentre i restanti 18.844 beneficiari (erano 17.881 nel 2005) sono composti da nuclei familiari (fascia B) con Ise compreso tra 11.340,01 e 30.000 euro, Isee non superiore a 15mila euro e incidenza del canone sull´Ise non inferiore al 24%. Il fabbisogno complessivo delle richieste si attesta attorno a 118 milioni.
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