Agli studenti, caricati dalla polizia a Pisa sabato scorso, parole di solidarietà ed incitamento all'esercizio in piena coscienza dei diritti di cui sono titolari
Martedi, 27/02/2024 - Ti chiami Gemma. Conosco il tuo nome perché la mamma ha scritto un post su Facebook, in cui ha raccontato quanto ti era accaduto, esprimendo ringraziamento per quanti si sono mobilitati a favore tuo e degli studenti che, sabato scorso, a Pisa sono state vittime di una carica delle forze dell’ordine. Con altri adolescenti, come te studenti liceali, eravate scesi in piazza spontaneamente per manifestare a favore della Palestina, senonché vi siete trovati assediati su due lati dai poliziotti, che vi hanno caricato utilizzando anche scudi e manganelli. In una lettera-appello scritta nell’ immediatezza dell’accaduto da alcuni docenti del liceo artistico Russoli di Pisa, davanti al quale è accaduta la carica sugli studenti, leggo «Non sappiamo se se siano volate parole forti, anche fuori luogo, d’indignazione e sdegno, fatto sta che, senza neanche trattare con gli studenti o provare a dialogare, abbiamo assistito a scene di inaudita violenza. Ci siamo trovati ragazze e ragazzi delle nostre classi tremanti, scioccate, chi con un dito rotto, chi con un dolore alla spalla o alla schiena per manganellate gentilmente ricevute».
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