Lunedi, 19/09/2016 - L'ESTATE ADDOSSO di Gabriele Muccino
Ovvero tutto sembra impossibile finchè non viene realizzato
di Adriana Moltedo esperta di Comunicazione e Media
Gabriele Muccino a 49, padre di tre figli, a distanza di 15 anni dal L'ultimo bacio, una delle pellicole italiane più fortunate, che fece guadagnare al regista romano un David di Donatello per la regia e il premio del pubblico al Sundance Film Festival, ci regala ora, dopo il trascorso hollywoodiano di dieci anni, L’Estate Addosso tornando a parlare, dopo molti anni, dei forti sentimenti dell'adolescenza in cui tutto sembra impossibile finchè non viene realizzato.
Il film è racchiuso nella canzone di Lorenzo Jovanotti. “L’Estate è la libertà, l’estate addosso è come un vestito rosso. Prima che il vento ci porti via tutto e che settembre ci porti una strana felicità, respira questa libertà. Vietato non innamorarsi.”
L'Estate Addosso è stato realizzato molto velocemente, in gran parte in America, a Cuba e a Roma, con un cast di giovanissimi tra cui Matilda Lutz, già protagonista di Mi chiamo Maya e Brando Pacitto che abbiamo visto lavorare nelle fiction tv I Cesaroni e Braccialetti rossi .
Marco/Brando Pacitto ha 18 anni, sta per diplomarsi al liceo ed è terribilmente angosciato dall’incertezza assoluta sul proprio futuro.
È sua la voce in off narrante.
L’amico Vulcano parte per l’estate “della maturità” in USA cercando di portarselo dietro nel sogno americano.
Ma un incidente con lo scooter lo costringe a stare a Roma. Un’ improvviso colpo di scena. Marco riceve dall’assicurazione un risarcimento che gli consentirà di partire per San Francisco.
Con lui parte inaspettatamente anche Maria/Matilda Lutz, una compagna di scuola soprannominata da tutti “la Suora”, e saranno ospiti di amici contattati dal loro compagno Vulcano.
E qui la sensibilità di Gabriele Muccino che vede le differenze. Le sofferenze del giovane Marco sono diverse da quelle della giovane Maria e da quella dei due ospiti americani gay Matt e Paul .
La migliore crescita avviene con i tuoi pari e la sofferenza al di là di tutto la capisci meglio se soffri insieme anche tu.
Maria, unica donna nel gruppo da “la Bigotta”diventa la più bella e amata, adorata da tutti e tre, diventa la loro Musa e a sua volta capisce gli altri diversi da lei.
Nel mare di Cuba, dopo il tormento, l’estasi, la libertà, l’Estate addosso come un vestito rosso. Per i quattro tutto quello che sembrava impossibile viene realizzato. Perché tutto fa l’amore.
La maturità di Gabriele Muccino si percepisce nella leggerezza con cui muove la cinepresa. Non più a mano a 2000 all’ora come la usò in L'ultimo bacio dirigendo e rincorrendo Stefano Accorsi, Claudio Santamaria ( interprete di Lo chiamavano Jeeg Robot) e tutti gli altri!!!
Non più salti mortali e affanno degli attori stessi rincorsi dalla cinepresa ballerina, ma con faredi chi ha capito, accompagna i suoi attori, e quando necessario, li lascia liberi di giocare di essere se stessi.
Non più adolescente inquieto, ma uomo con grande esperienza di vita e di cinema. L’esperienza Americana è forte e anche quella italiana e la regia di alcuni noti spot pubblicitari, tra cui quelli interpretati da Claudio Bisio per le Pagine Gialle e da Diego Abatantuono per la Buitoni, nonché la campagna del 1999 sull'Aids commissionata dal Ministero della Sanità, ora si sente tutto il suo vissuto.
Lui non parla di giovani, i giovani li fa parlare e muovere come richiede la loro età.
Può farlo oltre tutto perché ha la sceneggiatura sua e di Dale Nall, che è all’americana, non è acqua.
Ma anchè perché ha vissuto e capito per tempo quel che dice la canzone: “Prima che il vento ci porti via tutto e che settembre ci porti una strana felicità, respira questa libertà”
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