Mercoledi, 30/11/2022 - Valeria Bruni Tedeschi torna a raccontare parti di sé e della sua vita ma anche il suo indomito amore per l’arte, per il cinema e per il teatro nel film ‘Les Amandiers’ (nella traduzione inglese, ‘Forever Young’), dal nome della prestigiosa scuola di teatro parigina dove, alla fine degli anni Ottanta, la Bruni Tedeschi stessa ed un gruppo di altri giovani aspiranti attori, folli e sognatori, vennero ammessi a frequentare i corsi di Patrice Chéreau (la scuola era stata creata da Patrice Chéreau e Pierre Romans nella banlieue parigina).
Il vintage dei colori e la densità della fotografia rimandano allo spettatore tutta l’energia e la vitalità di quegli anni ma anche la distanza intercorsa fra il racconto di oggi dei fatti di ieri, un guardarsi ‘come eravamo’ in cui la regista non nasconde nulla, non giudica azioni o parole ma sorride con benevolenza di nascosto a quel gruppo di giovani affamati di vita al punto da esserne accecati, eccessivi in tutto, nell’amore, nella recitazione, nelle decisioni.
Questa volta l’attrice e regista Bruni Tedeschi decide di non recitare nel ruolo di sé stessa, un po’ per l’età, che non potrebbe corrispondere a quella del racconto, ma anche per mantenersi più lucida in momenti in cui la memoria evidenzia dolori sopiti ma forse mai dimenticati, come la morte dell’amico e compagno, di corso e di vita, affidato nella fiction al personaggio di Étienne e interpretato da Sofiane Bennacer, ispirato all'attore Thierry Ravel, morto nel 1991 all'età di 28 anni in seguito a un'overdose (apparso in alcuni ruoli accanto a Patrice Chéreau, Sophie Marceau e Claude Brasseur).
Bruciare la vita, credersi invincibili e invulnerabili, darsi agli eccessi, mentre si apprende il mestiere dell’attore, in cui ciascuno dei giovani in scena ha messo le proprie energie, idee, speranze, desideri, risorse, lanciandosi nel vuoto di un’esistenza piena e senza freni, finché la vita non presenterà loro il conto, con le prime tragedie, la morte degli amici e l’arrivo dell’AIDS, con la paura del contagio.
“A darmi l’idea per il mio nuovo film, Les Amandiers, è stato un amico, Thierry de Peretti – racconta la Bruni Tedeschi - ed è stato come un grande regalo che mi ha fatto. La scuola è stata fondamentale per me, per il mio lavoro e per la mia vita. Le persone che ho incontrato lì e le cose che ho vissuto in quegli anni sono ancora dentro me. Ho fatto diverse interviste ai veri personaggi del corso che, con i loro ricordi, mi hanno dato spunti e ispirazione per sviluppare la parte creativa del racconto autobiografico: li ho contattati uno per uno, ci siamo ritrovati. È stato gioioso ed ho avuto la strana impressione che il tempo non fosse passato. Sapevano che il film sarebbe stato finzione, che avremmo modificato la realtà e che i loro nomi non sarebbero apparsi, ma sono stati tutti molto generosi nelle loro testimonianze”.
Nel ruolo di Valeria, la bionda e scatenata Stella (l’attrice Nadia Tereszkiewicz), mentre in quello del severo maestro Patrice Chéreau, l’attore e regista Louis Garrel, ex compagno della Bruni Tedeschi, in un’interpretazione piena di ironia, sui grandi personaggi ‘mitizzati’ e sulle loro intemperanze e debolezze.
Presentato a Cannes 2022 in concorso, il film è in uscita in Italia il 1° dicembre con Lucky Red.
In Les Amandiers, possiamo vedere Patrice Chéreau e la sua troupe mettere in scena l'opera teatrale di Cechov, ‘Platonov’. In effetti il noto regista teatrale ha adattato questa commedia per il cinema nel 1987 con i suoi attori all'Hôtel de France. Un documentario ‘dietro le quinte’ di queste riprese, intitolato ‘Once Upon a Time Nineteen Actors’, è stato diretto da François Manceaux lo stesso anno.
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