Ho incontrato l’opera di Leopolda Veronelli attraverso Egidio Barizza, architetto, figlio dell’artista. Ho potuto recuperare informazioni ed esaminare diverse sue opere.
Foto 1 - Una vita breve, interrotta nel 1988 all’età di 51 anni per un grave incidente.
Nata nel 1936 in provincia di Milano, a Cinisello Balsamo, Leopolda si è diplomata all’Istituto d’Arte di Monza ed ha intrapreso la sua carriera artistica partecipando sia a concorsi a livello nazionale, ottenendo numerosi premi, sia a circa cinquanta mostre in diverse città lombarde, in Piemonte, nel Veneto e nel Lazio.
Foto 2 - La ricerca di Leopolda Veronelli si è svolta nell’ambito dell’astrattismo con particolare attenzione all’attività del Gruppo di Como. Le esperienze architettoniche di Antonio Sant’Elia e di Giuseppe Terragni, la lettura dei testi editi dalla Bauhaus di Gropius e le prime mostre di Kandinsky in Italia favorirono, nei primi anni ‘30 del 1900, la nascita del gruppo al quale aderirono, oltre a Manlio Rho e Mario Radice, le artiste Carla Badiali e Carla Prina e l’artista Aldo Galli.
Foto 3 - Nelle parole del figlio il ricordo di una donna che si ispirava alle artiste e agli artisti del gruppo ‘ con il dovuto rispetto, cogliendo l’essenza della loro arte, per poi proiettarla e reinterpretarla nelle sue opere in maniera più lirica e gioiosa, come se volesse trasportare l’astrattismo rigorosamente geometrico in un mondo fiabesco, fatto di libere forme’ .
Foto 4 - Guardando con attenzione le opere di Leopolda ho rilevato una vicinanza a quelle di Hilma af Klimt, scoperte casualmente nel 1986, e rese pubbliche dal Museo d’arte di Stoccolma. Una quantità di opere astratte, firmate e datate, che presenterebbero Hilma come precursora dell’Astrattismo.
Foto 5 - Mi ha colpita soprattutto la predominanza, nell’opera sia di Hilda che di Leopolda, , della linea curva, della ricerca sul cerchio, l’utilizzo di colori ‘ariosi’ che rimandano ad una visione più libera rispetto a colori prevalentemente terrosi e alla ricerca sulla linea retta utilizzati dal Gruppo di Como.
Foto 6 - E’ ancora Egidio Barizza che mi dice di Leopolda ‘Schiva e riservata, da sempre avversa verso galleristi e mercanti, preferiva promuovere in maniera autonoma le sue opere ed organizzare e curare personalmente le sue mostre. Grazie alla sua simpatia e cordialità, una nutrita schiera di collezionisti seguiva con stima ed ammirazione la sua attività’ .
Foto 7 - E sempre a lui devo la precisazione sull’utilizzo della tecnica, pittura a spatola ad olio. Pressochè incredibile ma sicuramente vero ‘Particolare e difficile la tecnica usata : olio su tela posato con la spatola d’acciaio, usando il pennello raramente ma prontamente ripassato con la spatola’.
Una tecnica inusuale che, purtroppo, ha fatto sì che ‘le opere disponibili sul mercato siano poche e rare in quanto la produzione è risultata limitata a causa dellla difficoltà di esecuzione delle stesse'.
Foto 8 - Sono felice di avere avuto modo di conoscere l'opera di Leopolda Veronelli, una casualità nata dall'arte che spero possa permettere un rinnovato interesse per la sua persona e per il suo lavoro.
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