V-Day a Modena - Due rappresentazioni de' 'I monologhi della vagina' per raccogliere fondi per contrastare ogni forma di violenza sulle donne
Elena Bellei Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2007
La vagina ha finalmente la parola. Le storie che racconta fanno ridere, ammutolire, rabbrividire, arrabbiare e piangere, e fanno cambiare lo sguardo sul mondo. Il punto di vista è tutto suo, è lei l’indiscussa protagonista, totalizza persino il linguaggio. La vagina diventa oggetto, soggetto, verbo e complemento di quotidiane realtà in cui la donna ha preso coscienza della sua parte più nascosta, meno vissuta, più taciuta e in continua trasformazione. La “cosa”, l’innominata, l’innominabile, si riappropria del suo nome e del suo regno e incarica 16 donne di impersonare le sue sensazioni, ansie, paure, gioie, tabù, mutilazioni, violazioni, che hanno la forza di una cascata e travolgono in pieno.
"I monologhi della vagina" è andato in scena a Modena il 5 e il 7 marzo scorso alla Tenda di Via Molza, un locale di sperimentazioni artistiche giovanili gestito dal Comune, con un tutto esaurito in entrambe le serate.
I monologhi sono le storie vere di altrettante vere vagine. Sono state 200 le donne, di ogni età, di ogni provenienza culturale, di ogni condizione sociale, a dare il loro contributo. Hanno raccontato le loro esperienze, poi raccolte da Eve Ensler, drammaturga e docente universitaria americana, che si è lasciata coinvolgere talmente da improvvisarsi anche attrice per la prima teatrale a New York. I suoi monologhi hanno attraversato gli Stati Uniti, con la voce di attrici famose e sempre diverse (Susan Sarandon, Jane Fonda, Isabella Rosellini, Winona Ryder, Alanis Morisette e altre) e sono ormai da anni in viaggio per il mondo.
A Modena “I monologhi”, considerato dal New York Times “probabilmente il più importante pezzo di teatro politico dell’ultimo decennio”, sono andati in scena con la partecipazione straordinaria di straordinarie donne normali, non attrici di professione: giovani, vecchie, impiegate, sindacaliste, libere professiniste, insegnanti, politiche.
L’idea di portare a Modena la pièces teatrale è di Ottavia Spaggiari, regista dello spettacolo modenese, che di ritorno da un V-Day in America, lo ha proposto al Centro documentazione donna di Modena che ha chiamato a raccolta associazioni e enti diversi e insieme hanno costituito il Comitato promotore dell’iniziativa: Centro documentazione donna, Associazione gruppo donne e giustizia, Associazione donne nel mondo, Unione donne in Italia (Udi), Associazione differenza maternità, Cgil - coordinamento donne.
Il primo V-Day modenese è stato realizzato in collaborazione con l’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Modena e ha avuto l’adesione di Amnesty international - gruppo Italia 64, Uil, coordinamento donne, Aidos e Noidonne.
Il V-Day è un’organizzazione internazionale, promossa dalla stessa Ensler, che lavora per contrastare ogni forma di violenza sulle donne. Nell’arco di 9 anni ha raccolto con questo spettacolo 40 milioni di dollari per combattere lo stupro, l’incesto, le mutilazioni genitali femminili, la schiavitù sessuale e ogni genere di abuso contro donne e bambine.
Il Italia il primo V - Day è stato organizzato nel marzo del 2001 al Teatro Argentina di Roma con il patrocinio del Ministero dei Beni culturali e il Ministero Pari opportunità. Altri ne sono seguiti a Trieste, Grosseto, Firenze.
I proventi delle due serate modenesi (cinquemila euro) sono andati alla campagna internazionale del V-Day (che quest’anno lavora contro le violenze alle donne nelle zone di conflitto) e all’Aidos (Associazione italiana donne per lo sviluppo) Ong che si occupa di cooperazione allo sviluppo.
E’ possibile aderire alla raccolta fondi V-day attraverso Aidos (Associazione Italiana donne per lo sviluppo) di via dei Giubbonari 30 - 00186 Roma tel. 06 6873214/3196 - aidos@aidos.it (www.aidos.it)
(www.vday.org)
(26 aprile 2007)
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