Cultura/ La mostra dell’Udi - La mostra di manifesti prodotti dall’Udi dal 1944 ad oggi è l’occasione per festeggiare il sessantesimo anniversario dell'associazione
Liviana Zagagnoni Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2005
Appena abbiamo cominciato a parlare di sessantesimo, ci siamo dette ironicamente “camminiamo da sessant’anni, ma non siamo ancora stanche”.
Questa frase è diventata inevitabilmente uno slogan, una parola d’ordine che ci ha riempito di orgoglio, pensando al lungo percorso che, passo dopo passo, è stato compiuto, per arrivare oggi a godere di riconoscimento di cittadinanza femminile.
Il passaggio dalla ricostruzione di una società di donne e di uomini che doveva sollevarsi dalle macerie, non solo materiali, provocate da una lunghissima dittatura e da una lunga guerra, per giungere ad una società dal benessere tra i più elevati del mondo, è fortemente segnato dall’impegno che noi donne dell’UDI, abbiamo sempre tenuto, pur stando fuori dai luoghi veri del potere politico.
I manifesti che stanno negli archivi dell’UDI ne sono una testimonianza reale. Essi parlano di diritto al lavoro; diritto alla pace; diritto alla salute fisica e ambientale; diritti civili in casa e fuori di essa; diritto alla non violenza e all’autodeterminazione; diritto alla vita e alla procreazione; riconoscimento dei valori e della dignità delle donne di altre culture, comunque ed ovunque siano nel mondo; il rispetto e la dignità delle immigrate che non chiedono altro di essere riconosciute delle cittadine. Sono questi i valori che hanno costituito e costituiscono per noi un impegno a tutto campo anche oggi.
Abbiamo creduto e crediamo talmente tanto in questi valori universali, da rinominarci in Unione Donne in Italia.
Questa pubblicazione che accompagna la mostra Libere per immagini esplicita tutto questo, come lo esplicita pure il lavoro quotidiano che altre donne, con la loro arte, hanno compiuto.
Ecco perché nel volgere lo sguardo al sessantesimo dell’UDI, accanto ai preziosi manifesti d’archivio, nella città che ha visto nascere la Biennale Donna, non potevano mancare i segni e i gesti altrettanto preziosi, delle artiste ferraresi.
Spesso abbiamo camminato accanto, seppur con strumenti diversi, per cambiare il mondo: noi, con le parole e le azioni, loro, con i colori, le forme, le materie, dai contenuti simbolici. Ci siamo incrociate, ci siamo allontanate, ci siamo guardate, ed ora… ci siamo cercate, per fare un altro pezzo di strada e di storia comune.
Felice compleanno, a tutte, e insieme!
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