Baldassarre Bruna Venerdi, 28/05/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2010
Cara Bruna salve!
Mi chiamo Daniela Bruni Curzi e abito nella riviera adriatica di S. Benedetto del Tronto.
Sono una abbonata che ogni mese centellina con vivo interesse ogni pagina di ‘noidonne’ e una donna più volte caduta sotto i colpi trancianti degli accadimenti esistenziali ma altrettante volte rialzatasi, non senza sforzo.
Da sempre sono attratta da ogni forma d'arte, in particolare dalla scrittura creativa. Nel campo della letteratura e della poesia scritta e declamata in prima persona ho anche ottenuto riconoscimenti e gratificazioni. La mia citazione preferita è di Einstein: "Nel pieno delle difficoltà si celano le occasioni favorevoli da dover scovare".
Ti sottopongo il mio fronzuto albero, d'incerta catalogazione.
A te il compito di decifrarne i significati multipli, impresa in cui indubbiamente eccelli.
Daniela
Cara Daniela,
è veramente gratificante essere letti da una donna così originale come ci suggerisce subito il tuo albero, così artistico e fluido nel suo ritmo, proprio come il tuo stile letterario! Albero incatenato alla terra da radici che s’affondano nel passato, ma dal quale risalgono attraverso una sorta di linfa vitale. I traumi, anche imponenti, rientrano nello scorrere del tempo (da circa 3 anni, 10 e mezzo, 13 e mezzo, 19, 25, 41, 48), proprio come avviene per il senso della vita. Una vita rigogliosa, all’insegna dello scambio sociale e ricca di profondi contenuti, che si disvelano attraverso la variegata stratificazione dei sentimenti. Moti dell’anima legati alla figura materna, all’armonia dell’arte, quest’ultima grande amica, che colma spesso ogni piccolo o grande vuoto.
Originalissimo nella forma il tuo albero è colmo di vita, ma i suoi frutti ne anticipano la faticosa crescita. I frutti simboleggiano il contenuto, la sostanza, il gradevole. Disegnandoli si precorre il processo di maturazione, quasi anticipandone la fine. Per un’artista affermata è segno di successo, con la necessità di manifestarsi, di riconoscersi nel proprio valore. Secondo Jean Arp l’arte è come un frutto che cresce nell’uomo, proprio come un bambino nel ventre di sua madre.
Per un artista tutto è essenziale: il dono e lo scambio continuo tra gli elementi e le altre dimensioni non visibili dell’universo predispongono a manifestare, evidenziare il valore di una missione, di un messaggio, del vivente. Apparenza e realtà, o tutto ciò che è esteriore, non ha più tanta importanza… Il tuo albero affonda le sue radici nel terreno rivelando un vincolo profondo con la madre terra, un legame emotivo che può metterne a rischio la stessa autonomia. Al di là del vincolo emerge la lotta continua per vivere con un senso di libertà crescente la propria vita. Ogni realizzazione, infatti, è spesso sofferta, perché l’autonomia è un lungo processo che parte anche dalla sfida-superamento dei sentimenti di colpa. Le radici del tuo albero, nascoste sotto il terreno, attraverso la linfa vitale generano e nutrono proprio come una madre con il bambino nell’offerta del suo seno. Esse sono fondamentali per la sopravvivenza della pianta. Un fluido esce come linfa nutrendo terreno e albero: un cammino di discesa e di risalita, di risveglio!
Nel fluire del ritmo e nella pittoricità del segno la vita supera il dolore del distacco, sofferenza che spunta come morte o vissuto imponente di lutto dai rami tagliati.
Disegnare un albero per un artista è un po’ come esprimere il bisogno di essere vicino alla natura, all’armonia del creato. Il sole fa capolino per svelare la necessità di un maggiore calore capace di infiammare la stessa esistenza. I vecchi ritmi di vita possono diventare nocivi, mentre il sole ci richiama alla legge del cuore, e si entra in una fase corrispondente a quella della preadolescenza, dove la bellezza e le passioni dominano la vita, ma in senso morale. Ci si può rivolgere al futuro dell’umanità e non solo al nostro destino personale. L’organo della cordialità, il cuore, si risveglia e soffriamo, sentiamo all’unisono con l’umanità.
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