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Leggere l’albero

Leggere l’albero

Tracce - disegna il tuo ‘albero’, parla di te

Baldassarre Bruna Lunedi, 31/08/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2009

Cara Bruna,

per caso riesci a decifrare, nei rami frondosi del mio albero, i meandri oscuri dell'oscurissimo rapporto con mia madre? Quella potenza delle viscere che mi attanaglia alla terra, attraverso radici che non riesco a recidere, e neanche posso, ovviamente, e mi impedisce di raggiungere il cielo, mi costringe a incurvarmi, piegarmi, distendermi appena qualche attimo e soltanto per un breve spazio? Che sia lei? O è qualcosa che riguarda solo me e a cui io do il suo nome per identificare un colpevole, e discolpare me stessa (non so bene di quale colpa, forse quella stessa di essere nata)? Insomma, ecco il mio albero, l'unico che so disegnare.

Maria Cristina

Cara Maria Cristina,

intanto complimenti per il tuo stile grafico-pittorico e letterario! Il tuo albero domina su un piccolo avvallamento, e le sue fronde sono talmente folte da rendere il sostegno quasi esile! La piccola collina in miniatura formata dalla terra smossa dalle radici è veramente in relazione con la tematica materna, difficilmente superabile, perché in senso dinamico equivale quasi alla decisione di dover scalare una montagna. Gli impedimenti non sono così esagerati, ma sono forti simbolicamente parlando: il muretto di cinta è l’incognita da svelare, se è al limite della tua espansione o del tuo contenimento. Espansione in senso evolutivo e contrazione in senso difensivo quasi si sovrappongono e diventano due facce della stessa medaglia. Il rischio è accontentarsi del quotidiano rinunciando a scelte importanti. Il tema di fondo resta quello di dover appagare qualcuno che sembra di non soddisfare abbastanza. La dominanza realmente vissuta nel tuo rapporto con la figura materna ha dato origine alla sensazione di non farcela e a molta aggressività. Tutto è tonale, dal tronco alle foglie, e mostra la tua profonda sensibilità accompagnata da un’ansia di fondo, una personalità di tipo ‘sensoriale’. Da subito dopo la nascita fino a pochi anni or sono (anni 1 e tre mesi, 5 e tre mesi, 8 e sette mesi, circa 11, circa 25 e mezzo, circa 33, circa 37, 40, circa 47) la tua vita è stata segnata da traumi ed emozioni molto forti, come quella dei 37 anni, età definita anche punto zero, anno in cui si può veramente afferrare il senso della vita.

Il tuo albero cresce nel paesaggio e costituisce con esso l’unità che devi riconoscere in te stessa, nella persona così amante del rapporto con gli altri, amante della bella forma e dell’essenza dell’essere. L’accentuazione del polo superiore del tuo albero rispetto al tronco è segno di vivacità intellettiva, di interessi spirituali, metafisici, ideali.

Non c’è colpa che tu debba assumerti se non il peso del tuo percorso, che come spesso accade, soprattutto per gli artisti e le anime sensibili, è segnato dalla difficoltà di distaccarsi maggiormente dall’ambivalenza che contraddistingue sempre il rapporto con il primo oggetto d’amore. La mamma deve saper contenere, proteggere, amare, e non è facile per tutte le persone mantenere quella sorta di ‘volta celeste’ che costituisce la forza vitale di un bambino. Quando questo ‘corpo eterico’ è fragile, occorre impegnarsi maggiormente per rinsaldare tutta l’organizzazione dell’Io, e per te il cielo, inteso come idealità, è molto vicino!



(1 settembre 2009)

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