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Leggere l’albero

Leggere l’albero

Tracce - Disegna il ‘tuo albero’, parla di te

Baldassarre Bruna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2009

Cara Bruna,
da bambina ho sofferto molto perché sono stata data in affidamento e ora mi sono trovata ad accogliere nella mia famiglia una bambina di appena 10 anni orfana di madre. Insieme al mio compagno abbiamo lottato contro l’insensibilità e la rigidità dei servizi istituzionali, i quali erano più attenti a far rispettare un Decreto (un affidamento della bambina ai Servizi Sociali), che a valutare l’aspetto affettivo e psicologico di una minore. Credevo che la bambina impazzisse, e con lei il mio compagno, distrutto da tanto dolore. Per fortuna con l’aiuto delle persone giuste siamo riusciti ad assicurare alla bimba una nuova famiglia. Ci sono stati momenti in cui credevo di non farcela. Ora tutti insieme siamo felici e sono contenta di poter svolgere un ruolo materno anche per lei. Non è semplice aiutarla a riprendere i suoi ritmi, ma pian pianino ci stiamo riuscendo. Penso che ogni donna debba seguire un cammino di liberazione e occupandomi della mia nuova figlia io stessa rivedo la mia vita passata attraverso un sentimento di riscatto morale. Da donna matura posso offrire ciò che hanno dato a me quando ero molto bisognosa d’amore. Ho tanto affetto da donare, ma a volte mi chiedo se riesco a mostrarlo pienamente o ad essere in grado di accogliere tutti sotto la mia chioma… L’albero può darmi una risposta?
Irene


Cara Irene,
ciò che scrivi è bellissimo e commovente. Comprendo il vostro caso, e quando mi parli di “insensibilità e rigidità istituzionale”, mi trovi perfettamente in sintonia con il tuo sentire. Spesso si ha la capacità di accettare delle prove tanto dure proprio perché si spera di essere sotto la “chioma” della “Divina Provvidenza” o semplicemente perché noi donne siamo tenaci nella lotta! La violenza ha tanti volti, ma a questa bambina hai saputo mostrare la via della liberazione, nonostante la lotta impari. Infatti quando c’è la coscienza della lotta si finisce sempre per riscattare il senso della dignità e della persona, in modo che ’Io può ricostituire l’integrità compromessa!
Allontanare una bambina orfana dall’unico genitore rimasto è un vero gesto “non protettivo” che un sistema possa attuare, perché equivale a dir poco, a condannare la piccola a un fallimento nell’elaborazione del lutto, cioè a una depressione certa! Da psicoterapeuta posso immaginare cosa deve aver provato la bimba. Sappiamo la tempistica istituzionale e la logica che sottende la protezione di un minore, spesso legata a concetti e non a bisogni-diritti delle persone. Per poter apprezzare le nostre “strutture” occorrerebbe augurarsi un cambiamento radicale di alcuni paradigmi che sottendono la cosiddetta “protezione” del minore. La tua costanza nel sostenere il padre e la bambina è encomiabile. Non solo hai fatto onore al genere femminile, ma hai già dimostrato di saper proteggere la tua parte “bambina” sotto quella chioma! Chioma che è un sostegno anche del rivestimento frondoso, con un aspetto imponente. Le foglie si espandono oltre il confine del foglio! Esse costituiscono una forma raffinata dei frutti, le foglie nascono prima e sono in primo luogo ornamento, apparenza, animazione, i primi segni della fecondità, dello sviluppo, del germoglio, del rigoglio. Tante foglie, un Io sociale che crede ancora ingenuamente alla felicità, con buon gusto e sete di vita. Il tuo ’albero è vivo! Le radici del tuo albero si devono interpretare nella base, solida, come il fusto. Ciò che hai accennato della tua infanzia è scritto nel tronco, ma nonostante tutto il passato ti appartiene e hai un’occasione per integrarlo come si deve. Gli ispessimenti nel fusto indicano i tuoi traumi e l’ingorgo al livello affettivo che hai dovuto subire. Le età dei traumi iniziano ancora prima della nascita e ti accompagnano per tutta la vita. Il tratto, un po’ pittorico è segno di grande sensibilità. Ti sei presa cura di questa sfortunata bambina, proprio come una mamma, e come una donna hai osservato le tue parti fragili crescere rigogliose, proprio come le foglie del tuo albero!

(2 marzo 2009)

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