Baldassarre Bruna Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2009
Cara Bruna,
leggendo la lettera di Pirovano, mi è venuto in mente che una volta, facevo le Magistrali, una mia compagna di classe mi chiese di disegnare la mia famiglia. Io disegnai mia madre, mio padre, mio
fratello, il cane che allora avevamo, e basta! La mia amica, che forse pensava di fare una semplice
"lettura" pseudopsicologica del disegno, rimase di sasso. Io le spiegai che per me quella era la mia
famiglia, non mi aveva mica chiesto di disegnare me con la famiglia!!! Nell'albero che ho disegnato per te trovi qualche cosa di simile? Se poi ti ho "suggerito" altro, fammi sapere.
Claudia
Cara Claudia,
informo i lettori che sei una brillante e impegnata conduttrice televisiva di circa 43 anni! Grazie per la lettera e per lo spunto che ci offri per parlare dell’aspetto proiettivo del disegno. Sarebbe stato interessante poter vedere il tuo disegno della famiglia, perché l’interpretazione del disegno inizia con lo stesso colloquio e con le domande che lo psicologo pone sui personaggi disegnati tenendo conto della loro sequenza. Come tutti i disegni anche il test della famiglia implica una forma e un contenuto, ovviamente collegati tra di loro, ma per ragioni pratiche si usa analizzarli separatamente. Si distinguono tre livelli interpretativi: il livello grafico, quello delle strutture formali e il livello del contenuto. L’eliminazione della tua persona dal disegno è una situazione a distanza spinta all’eccesso (nel senso che quando ci sono dei conflitti in atto si disegnano le persone distanti tra di loro). L. Corman, l’autore del test della famiglia afferma che l’eliminazione di sé corrisponde come a un rinunciare ad esistere, equivalente a una depressione. Per fortuna sono trascorsi alcuni anni dal disegno della famiglia a questo dell’albero e non affiorano problematiche di questo genere attraverso il tuo albero. Soltanto nei rami che finiscono come fossero segati caratterizzano qualcosa che manca, e che prima c’era, in pratica come qualcosa d’inespresso, come tracce di ferite. Allo stesso tempo rappresentano il tuo Io sociale, che non bada a fronzoli, ma va dritto ai contenuti!
Analizzando l’aspetto grafico del tuo albero si nota subito un segno deciso e continuo, cioè la presenza di un Io funzionante. La sua posizione nello spazio è centrata, leggermente spostata verso la zona inferiore e sinistra del foglio. La parte inferiore, soprattutto così come si vede dal tuo albero, è segno di concretezza, mentre la zona di sinistra rappresenta il passato, il rapporto con la madre, l’introversione. La tendenza verso il passato non è molto accentuata. Il fusto e i rami formano la “sostanza”, e il fusto rappresenta proprio l’elemento di sostegno di tutto l’albero. Nel tuo albero è un tronco segnato da alcune tappe cronologiche importanti dove accadono molti eventi, che lasciano dei segni. Gli eventi più significativi accadono circa a 23, 32, e 36 anni. Il tronco è segnato da tanti eventi, come se il tempo non riuscisse a scorrere senza lasciare un segno peculiare. Il tronco, rappresentante dell’Io della persona, è il mediatore tra le riserve energetiche (le radici) e il mondo degli ideali (la chioma).
Le radici, l’invisibile, l’inconscio, sono la fonte di vita per l’albero, e mettono in luce il mondo delle tue emozioni e del rapporto con la figura materna. Le tue radici non trattengono l’espansione dell’Io e possono essere un canale nutritivo per l’albero, senza costituire una difesa eccessiva rispetto alla realtà. L’aspetto da rafforzare consiste nel tratto unico delle tue radici, sentimentalismo che richiede da tutte le persone care molto calore affettivo. Una sorta di saturazione emotivo-affettiva in grado di costruire la forza d’urto necessaria per affrontare la realtà sociale.
Disegnare un albero è come farci un autoritratto e molto probabilmente hai voluto dire che sei una persona molto sensibile, essenziale, onesta con te stessa e con gli altri.
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