CHIEDI AL CRASFORM - Azioni positive per la flessibilità degli orari e la conciliazione dei tempi di lavoro nei primi anni di applicazione della L.53.
Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Aprile 2006
I dati sull'applicazione delle azioni positive per la flessibilità degli orari e dell’organizzazione del tempo promosse dall’articolo 9 della legge 53/2000 sono stati raccolti in uno studio commissionato dal Ministero del Lavoro* .
Nei primi tre anni dalla sua approvazione, nonostante i 40 miliardi annui del Fondo Occupazione a favore delle imprese che applichino accordi per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro, pochissime hanno recepito le possibilità offerte per una miglior organizzazione aziendale.
I motivi di questo scarso utilizzo dei fondi sono diversi. In primo luogo la scarsa conoscenza da parte delle aziende e dei sindacati circa l’articolo 9 della legge 53. Un altro motivo è che le azioni positive per la flessibilità permettono l’introduzione di forme di organizzazione del lavoro, ma nello stesso tempo possono mettere in discussione l’intera azienda. Infine, la difficoltà progettuale e la difficoltà di stipulare accordi sindacali come richiesto dall’art 9.
Il Centro-Nord risulta essere la zona dove sono più numerose le domande per la “flessibilità del tempo”, le imprese che usufruiscono di questi progetti sono per lo più di piccole dimensioni (da 0 a 50 dipendenti) e incentrate sui servizi alle persone.
Aziende che hanno presentato progetti in applicazione della l.53:
• nel 2001 sono state 34;
• nel 2002 sono state 86;
• nel 2003 sono state 47.
Poche, se rapportate alla realtà delle aziende italiane. Nel 2003 il 50% dei progetti presentati è stato ammesso a finanziamento, con un incremento di 5 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
Un dato positivo è il miglioramento della qualità delle iniziative progettate: più articolate, spesso accompagnano richieste di flessibilità e di formazione. I progetti hanno richiesto finanziamenti per 432.613,79 euro con cifre comprese tra i 6.200 e i 104mila euro (dati feb. 2002).
La maggior parte dei progetti finanziati fino al 2003 riguarda:
• Sperimentazioni sulla flessibilità di orari;
• Telelavoro;
• Formazione durante e al termine dei periodi di congedo;
• Servizi aziendali per la conciliazione.
I progetti prevedono azioni di formazione e sensibilizzazione, aggiornamento e formazione, sperimentazione di forme di flessibilità di orario e telelavoro. Le aziende che hanno presentato questi progetti sono sopratutto piccole cooperative e cooperative sociali.
La tipologia dei progetti fa riferimento perlopiù ai commi a) e b) dell’art. 9 (azioni di sensibilizzazione e formazione); sono ancora pochissime le sperimentazioni sulla sostituzione delle imprenditrici e lavoratrici autonome in congedo. Su 47 progetti approvati nel 2003, solo 10 riguardavano il comma c).
* Materiale pubblicato su Rassegna Sindacale n. 14 del 10-16 aprile ’03 Elaborazione a cura di Daniela Novelli
Per saperne di più, chiedi al CRASFORM
Crasform Onlus – Referenti: Alida Castelli e Stefania Fadda
Via Napoleone III, 6
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