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Legge 53/2000: che cos'è?

Legge 53/2000: che cos'è?

CHIEDI AL CRASFORM - Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città.

Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2006

La legge 53 dell’8 marzo 2000 regola le disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla formazione e per il coordinamento dei tempi delle città.
Il dettato della legge 53/2000 risponde alle indicazioni comunitarie rivolte ad incrementare i livelli di occupazione femminile e promuovere nuove forme di conciliazione tra attività lavorativa e vita familiare nell’ottica della redistribuzione dei ruoli nella famiglia.
La promozione dell’equilibrio tra tempi di lavoro, cura, formazione e relazione avviene mediante l’istituzione dei congedi dei genitori e l'estensione del sostegno ai genitori di soggetti portatori di handicap; l'istituzione del congedo per la formazione continua e l'estensione dei congedi per la formazione; il coordinamento dei tempi di funzionamento delle città e la promozione dell'uso del tempo per fini di solidarietà sociale. Inserita nella più generale normativa sulle pari opportunità, consente ai genitori la reale condivisione della cura dei figli.
Tale ottica accoglie la sfida lanciata dall’Unione europea per i livelli minimi di occupazione femminile del 60% entro il 2010.
In Italia siamo in presenza di un paradosso: le donne fanno meno figli e lavorano di meno. Siamo in un Paese in cui la redistribuzione dei ruoli all’interno della famiglia è ancora molto difficile. Il lavoro di cura rappresenta ancora un impedimento per l’accesso al lavoro, la sua condivisione all’interno della famiglia con il partner o il marito, ma anche con i figli, è un obiettivo ancora troppo poco perseguito. Non si tratta solo dello scarso ricorso ai congedi parentali, poco conosciuti, ma si tratta di un deficit di cultura che vede le donne “sole” nella famiglia.
Con l’ingresso dei nuovi paesi nell’Unione l’Italia ha continuato ad essere ultima per tassi d’occupazione femminile con 4 lavoratrici su 10 donne contro una media europea del 5,5. Il tasso di fertilità è dell’1,2 figli per donna. Nei Paesi dove le donne hanno più alti tassi di occupazione siamo in presenza di una gamma di orari flessibili e di part time.
Bisogna agire sulla segregazione scolastica e professionale, intervenire perché la nascita del primo figlio non sia il momento di abbandono del lavoro, per far rientrare al lavoro quelle che ne sono uscite, per ridurre i differenziali salariali e promuovere le carriere delle donne a partire da un’equa valutazione delle qualità e delle competenze delle donne.
La legge 53/2000 prevede contributi a favore delle aziende che applichino negli accordi contrattuali azioni positive con progetti di flessibilità per la conciliazione lavoro-famiglia, ad esempio:
a) progetti per consentire al lavoratore padre o alla lavoratrice madre di usufruire di particolari forme di flessibilità di orario;
b) programmi di formazione per il reinserimento dopo il congedo;
c) progetti che consentono la sostituzione del titolare di impresa o lavoratore autonomo che benefici del periodo di astensione obbligatoria o di congedi parentali con altro imprenditore o lavoratore autonomo.

Per saperne di più, chiedi al CRASFORM
Crasform Onlus – Referenti: Alida Castelli e Stefania Fadda
Via Napoleone III, 6
00185 – ROMA
Tel 06 44703343
Fax 06 49380303
E-mail: crasform@nexus.it

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