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Legge 40 e dintorni

Legge 40 e dintorni

Salute BeneComune - La fecondazione assistita e la nuova legge che va fatta.

Michele Grandolfo Martedi, 30/09/2014 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2014

 Le sentenze della Corte Costituzionale tolgono mattoni dal castello ideologico che sottende la legislazione sulla procreazione medicalmente assistita. Nonostante le chiare indicazioni della sentenza sulla “eterologa” si continua a traccheggiare sulla necessità di ulteriore legislazione quando c’è solo da formulare linee guida per regolamenti attuativi come riferimento per la programmazione regionale.

 

Il castello ideologico incorporato dalla legge 40 è la negazione dell’autonomia decisionale della donna, l’assunzione del corpo della donna come passivo recipiente, è in definitiva la volontà di imporre un sistema di valori assunti come “naturali” definiti “non negoziabili”.

Il tutto spacciato come difesa dell’etica, la qual cosa è una contraddizione in termini se si considera che la dimensione etica è legata alla consapevolezza della responsabilità decisionale che valorizza l’autonomia in relazione (come mette meravigliosamente bene in evidenza Caterina Botti in ‘Madri cattive’, Il Saggiatore, 2007).



Il richiedere ulteriore legislazione è un atto di arroganza contro la Corte Costituzionale. Così, se la nostra bella Costituzione mette al centro la dignità della persona e la sua autonomia nel contesto delle sue relazioni sociali ed affettive, si tende sistematicamente a negarla a partire dalla svalorizzazione del processo democratico.

È una deriva che è in corso da oltre trenta anni dopo i luminosi anni settanta del secolo scorso che hanno visto il trionfo del rispetto dell’autonomia della persona (leggi 405/75, 180/78, 194/78, 833/78) e l’espressione più “radicale” nel movimento delle donne (“il corpo è mio e lo gestisco io”). E non è un caso che la forma più clamorosa dell’affermarsi del biopotere (come espressione del controllo dei corpi) sia la medicalizzazione della nascita a cui per lungo tempo non si è focalizzata l’attenzione. La reazione delle donne sta crescendo proprio a partire dal rifiuto che alla medicalizzazione della nascita non ci siano alternative. Si spera che questa volta non ci sia la superficialità di considerare le questioni connesse come settoriali “cose di donne” . Sono “cose di donne” ma che attengono alla democrazia e riguardano tutte e tutti.



P.S./1. Il termine eterologa è messo tra virgolette perché dal punto di vista “biologico”, “naturale” non c’è niente di più sbagliato, avendo a che fare sempre con la specie umana. L’uso insensato del termine mette particolarmente in evidenza come il supposto richiamo a valori naturali in realtà è il portato di costrutti ideologici.

P.S./2. Valori etici non negoziabili per tutti i rappresentanti eletti e per tutti quelli che ricavano reddito da risorse provenienti dalle tasse sono: a) non rubare; b) perseguire in scienza e coscienza il bene comune.

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