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Legge 194: contraccezione gratuita e mediazione culturale per la prevenzione

Legge 194: contraccezione gratuita e mediazione culturale per la prevenzione

Le proposte emerse all'iniziativa 'Legge 194: una legge per la vita', con Mercedes Bresso, Andrea Stara, i consultori dell'Asl To2 e la Pastorale Migranti

Lunedi, 25/10/2010 -
Contraccezione gratuita, lavoro in rete tra i servizi, adeguamento della legge 194 alle nuove esigenze di mediazione culturale, distribuzione equilibrata del numero degli obiettori tra le varie strutture sanitarie, educazione sessuale nelle scuole a partire dagli ultimi anni delle elementari, ma anche formazione per gli operatori che devono accogliere le donne e case protette per donne in difficoltà.

Queste in sostanza le proposte che sono emerse dal confronto tra gli operatori dei consultori, le associazioni e i consiglieri regionali Andrea Stara e Mercedes Bresso, nel corso del dibattito pubblico che si è svolto questa mattina a Palazzo Lascaris. Una iniziativa promossa da Stara, presidente del gruppo Insieme per Bresso, sulla legge 194 e sulla politiche di prevenzione dei consultori piemontesi. Una iniziativa per rispondere al convegno dei Movimenti per la vita, scelto dal governatore Cota e dall’assessore Ferrero per lanciare pubblicamente il nuovo protocollo che introduce i volontari delle associazioni pro life all’interno dei consultori.

Ben altre però le esigenze emerse nell’analisi della situazione piemontese, presentata dalla ginecologa Giulia Mortara, dell’Asl 2, e dai ricercatori Laura Moretto e Alessandro Aresu della Pastorale Migranti. Intanto, solo il 4% delle attività dei consultori riguarda l’aborto, e il Piemonte si presenta come la più virtuosa delle Regioni, con un calo delle ivg tra il 2008 e il 2009 pari al 6,8% contro il –3,8% dell’Italia settentrionale e il 3,6% della media italiana (contro il -4,2% della Lombardia e il -2,7 % del Lazio). Bassa anche l’incidenza del tasso di abortività delle minorenni: tra il 7 e l’8% contro il 1520% degli altri paesi europei. Un dato, però, che deve tenere conto anche dei nuovi scenari sociali. L’analisi condotta dall’Ufficio Migranti della Caritas sul territorio di Torino nord rivela che il 12% delle donne straniere non conosce alcun metodo di contraccezione e che il 60% delle interruzioni di gravidanza ripetute riguardano proprio le migranti.

Per andare nella direzione della prevenzione serve unificare consultori e centri famiglia, investendo sugli sportelli per adolescenti e gli stranieri, e offrendo alle donne dei luoghi che assicurino tutte le informazioni e facilitino l’accesso ai servizi che riguardano la famiglia, la maternità e la salute donnabambino.

“Parlare di legge 104 significa parlare di tanti altri aspetti, del lavoro, della sessualità, dei servizi all’infanzia, della contraccezione. Non è una questione ideologica, l’aborto è certamente un dramma per la donna, la struttura pubblica deve accoglierla e aiutarla, attraverso figure professionali, nel percorso che la conduce alla scelta finale. Aggredire le donne che si recano nelle strutture pubbliche brandendo sedicenti immagini di feti, come fa il Movimento per la vita, non aiuta nessuno, né la donna né il bambino, è indice di violenza e arroganza e produce solo sofferenza”, dice Stara e accoglie la sfida che viene dalle donne presenti in sala: provare a raccogliere intorno ad un tavolo le assessore della giunta Cota per ridiscutere il protocollo di presa in carico delle donne nei consultori.

Conclude Mercedes Bresso: “La legge 194 è una buona legge grazie alla quale si è tutelata la salute delle donne. Bisogna fare tutto il possibile per ridurre il numero degli aborti, per aiutare le donne e informarle sulle possibilità che hanno in caso di una gravidanza difficile. Ma per chi decide di non portare a termine la gravidanza bisogna fare altrettanto per aiutarle, compreso l'utilizzo della Ru486 che offre un'opportunità terapeutica meno invasiva e traumatica. Il modo migliore per accompagnare le donne in una scelta, in ogni caso dolorosa, è supportarle, evitando di trasformare il corpo delle donne in una spazio di contesa ideologica. Dall’approvazione della legge 194 abbiamo ottenuto il risultato di avere sempre meno interruzioni di gravidanza, abbattendo drasticamente il fenomeno dell’aborto clandestino che, prima della legge in questione, rappresentava una delle principali cause di morte femminile”.

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