Un viaggio in 160 immagini provenienti dai Lee Miller Archives, per riscoprire gli infiniti sguardi della straordinaria fotografa americana. Aperta fino al 1° febbraio 2026 la mostra a cura di Walter Guadagnini
Mercoledi, 01/10/2025 - Riceviamo e pubblichiamo
Ma quando la sua carriera sembra avviata in questa direzione tra arte, moda e cinema, Lee Miller abbandona tutto e torna negli Stati Uniti, dove rimane per altri tre anni, aprendo uno studio fotografico nel quale ritrae diverse personalità del cinema e della high society statunitense e dove rafforza la sua presenza nel campo della fotografia di moda, collaborando anzitutto con “Vogue”. Ma tutto questo non basta ancora a Lee Miller: incontra il ricco uomo d’affari egiziano Aziz Eloui Bey, se ne innamora, lo sposa e si sposta insieme a lui nel 1934 in Egitto. Una nuova esperienza, dunque, altre fotografie epocali (tra quelle in mostra, si ricorda quella forse più nota di tutte, che pare avere ispirato anche René Magritte, “Portrait of space”), la partecipazione a una sorta di cellula surrealista egiziana, che naturalmente lei metterà in contatto con gli amici europei e, dopo appena tre anni, il sorgere di una nuova inquietudine. Lee Miller torna nuovamente in Europa nel 1937, reincontra i suoi sodali surrealisti, tra cui le amiche Nusch Éluard, fotografata sorridente di fianco a un’automobile in un bellissimo ritratto, Ady Fidelin, nuova compagna di Man Ray, l’artista Dora Maar, compagna al tempo di Pablo Picasso, e conosce Roland Penrose, a sua volta artista e collezionista, che diventerà di lì a poco il suo secondo marito. Alla vigilia dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale nel 1939, si trasferisce con lui in Inghilterra, iniziando una nuova stagione di vita e di fotografia.
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