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Le vie della tratta sono infinite

Le vie della tratta sono infinite

Nuovi schiavi - Il 79% del traffico di esseri umani è finalizzato allo sfruttamento sessuale, il 18% al lavoro forzato

Angelucci Nadia Giovedi, 29/07/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2010

Di fronte a Dakar, sulla costa atlantica del Senegal, c’è l’isola di Gorée. Cumulo di rocce nell’oceano. Da luogo incantato ha rappresentato, per trecento anni, le colonne d’ercole del continente africano. Da lì partiva per le Americhe la tratta degli schiavi. Proclamata nel 1978 Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO l'isola ospita ancora la "Maison des Esclaves", la casa degli schiavi dalla quale sono transitati milioni di africani strappati alla loro terra d'origine. Passavano tutti attraverso una piccola apertura, la porta del non ritorno, che, percorrendo una passerella, li conduceva direttamente nelle stive delle navi e da lì nelle piantagioni e nelle miniere del Nuovo Mondo dove la loro manodopera coatta è stata per secoli la base di economie redditizie.

Ancora oggi il traffico di esseri umani, abolito solo formalmente, ha un volume d’affari di 32 miliardi di dollari l’anno. Secondo i dati del Ministero dell’Interno la tratta costituisce, dopo le armi e la droga, la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali. Ogni giorno migliaia di persone si spostano da sud verso nord cercano di giungere nella fortezza europea. Sono viaggi accidentati nei quali rischiano la vita. Il Mediterraneo solcato da improbabili imbarcazioni e le Alpi, frontiera naturale del nostro paese, spesso attraversate a piedi, ricorrono nei racconti di questi nuovi schiavi. E poi, autostrade, aree di servizio utilizzate per fare gli scambi, appartamenti blindati in cui le vittime vengono segregate, fiumi oltrepassati al buio della notte. Ed è incredibile la varietà di mezzi di trasporto utilizzati e di ‘trasportatori’ incontrati. Scafisti specializzati nell’attraversare il mare, coyoteros, nei deserti tra Centro America e Stati Uniti, autisti di Tir dal doppio fondo.

I volti delle persone vittime delle tratte sono soprattutto quelli delle donne e dei bambini. Colpevoli solo di essere poveri, vengono trascinati sulle rotte del guadagno e diventano piccoli schiavi, abusati da pedofili, costretti nelle fabbriche clandestine o negli eserciti. La sorte non è poi così diversa per le donne vendute da un gruppo criminale all’altro, passate letteralmente di mano in mano, per finire nel mercato del sesso. Il 79% del traffico di esseri umani è finalizzato allo sfruttamento sessuale, il 18% al lavoro forzato secondo i dati del Rapporto dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro le droghe e il crimine – Unodc. Dati ovviamente sottostimati per l’impossibilità di studiare un fenomeno illegale.



(2 agosto 2010)

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