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Le Signore dell’Arte. Storie di donne  tra ’500 e ’600

Le Signore dell’Arte. Storie di donne tra ’500 e ’600

Visitabile dal 2 marzo a Palazzo Reale (Milano) "Storie di donne ’500 e ’600”: in parete oltre 130 magnifiche opere

Domenica, 28/02/2021 - Dopo l’enorme successo ottenuto con la mostra Monet e gli Impressionisti a Bologna, gli appuntamenti Art.Live! organizzati da Arthemisia continuano e si trasferiscono a Milano, alla scoperta delle grandi artiste protagoniste dell’evento “Le Signore dell’Arte. Storie di donne ’500 e ’600” è visitabile dal 2 marzo a Palazzo Reale a Milano.
Fino al 25 luglio 2021, poi, in parete oltre 130 magnifiche opere, delle più grandi artiste vissute tra ’500 e ’600: Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani, Fede Galizia, Giovanna Garzoni e molte altre donne talentuose e ‘moderne’; una mostra per guardare al ruolo da esse ricoperto nella società del tempo, fino al successo raggiunto da alcune di esse presso le grandi corti internazionali, alla loro capacità di sapersi rapportare, distinguere ed affermare trasformandosi in vere e proprie imprenditrici di se stesse, insomma il connubio imprenditoria e cultura, già nel ‘loro tempo’, era...donna.

La mostra è promossa dal Comune di Milano - Cultura e realizzata da Palazzo Reale ed Arthemisia, con il sostegno di Fondazione Bracco ed aderisce al palinsesto “I talenti delle donne”, promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dedicato all’universo delle donne, focalizzando l’attenzione sulle loro opere, le loro priorità, le loro capacità.

Figlie, mogli, sorelle di pittori, o a volte donne di religione, la mostra “Le Signore dell’Arte” presenta non solo la grandiosa abilità compositiva di queste pittrici, ma - attraverso il racconto delle loro storie personali - guarda al ruolo da esse rivestito nella società del tempo, uno spaccato storico-sociologico-artistico a 360°.

Le opere selezionate per la mostra provengono da ben 67 diversi prestatori, tra cui - a livello nazionale - le gallerie degli Uffizi, il Museo di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, il Castello Sforzesco, la Galleria nazionale dell’Umbria, la Galleria Borghese, i Musei Reali di Torino e la Pinacoteca nazionale di Bologna e - dall’estero – il Musée des Beaux Arts di Marsiglia ed il Muzeum Narodowe di Poznan (Polonia).

Tra le eroine in mostra a Palazzo Reale domina per celebrità la figura di Artemisia Gentileschi: figlia di Orazio, padre artista, icona di consapevolezza e rivolta, a sua volta artista ed imprenditrice, la sua arte rivaleggia con quella degli stessi pittori uomini dell’epoca ed il suo successo la porta allo scarto dalla sua categoria sociale; un esempio di lotta contro l'autorità e il potere artistico paterno, contro il confinamento riservato alle donne.

Di Sofonisba Anguissola - cremonese che visse oltre dieci anni alla corte di Filippo II a Madrid, per poi spostarsi in Sicilia quando sposa il nobile Fabrizio Moncada, a Genova dopo il secondo matrimonio con Orazio Lomellini, e di nuovo in Sicilia, dove fu visitata da Antoon van Dyck nel 1624 - saranno esposti capolavori assoluti come la ‘Partita a scacchi’ (del 1555 e proveniente dal Muzeum Narodowe di Poznan, Polonia), la ‘Pala della Madonna dell’Itria’ (1578), recente oggetto di un importante restauro realizzato grazie alla collaborazione con il Museo Civico Ala Ponzone di Cremona.

Ed ancora Lavinia Fontana - bolognese e figlia del pittore manierista Prospero Fontana - che a 25 anni sposa il pittore imolese Giovan Paolo Zappi alla sola condizione di poter continuare a dipingere, facendo così del marito il proprio assistente (inusitato per quei tempi!) - in mostra con 14 opere, tra cui ‘l’Autoritratto nello studio’ (1579) degli Uffizi, la ‘Consacrazione alla Vergine’ (1599) del Musée des Beaux-Arts di Marsiglia ed alcuni dipinti di soggetto mitologico di rara sensualità.

E poi ancora la pittrice bolognese Elisabetta Sirani, classe 1638, figlia di Giovan Andrea Sirani, pittore e allievo di Guido Reni – pure lei, dunque crebbe secondo i ‘canoni pittorici reniani’ e sua diretta erede, sepolta accanto a lui nella cappella del Rosario della Basilica di San Domenico di Bologna - in mostra con potenti tele in cui sono raffigurati il coraggio femminile e la ribellione di fronte alla violenza maschile, come in ‘Porzia che si ferisce alla coscia’ (1664) e in ‘Timoclea uccide il capitano di Alessandro Magno’ (1659) del Museo di Capodimonte di Napoli, grandissima artista, autrice di ‘teleri’ enormi - arte incredibile per le artiste del suo tempo, per la fatica del lavoro in sé, già, un esempio stupendo è presso la Certosa Monumentale di Bologna – probabilmente uccisa per ‘invidia’ a soli 27 anni.

E poi Ginevra Cantofoli, con ‘Giovane donna in vesti orientali’ (seconda metà del XVII); Fede Galizia con l’iconica ‘Giuditta con la testa di Oloferne’ (1596); Giovanna Garzoni, pittrice miniaturista ascolana del ’600, altra modernissima donna che visse tra Venezia, Napoli, Parigi e Roma, in mostra con rare e preziose pergamene.
Main sponsor della mostra Fondazione Bracco, da sempre attenta al mondo dell’arte e della scienza, con un forte 'focus' sull’universo femminile.

Inoltre, come ormai di consueto, anche per questa esposizione la Bracco ha dato vita ad un progetto scientifico, in collaborazione con diverse Università di Milano, che permette di valorizzare una opera presente in mostra attraverso il supporto offerto dalla ricerca tecnologia - l’imaging diagnostico, settore in cui Bracco è 'leader' mondiale: si tratta del ‘Ritratto di Carlo Emanuele I Duca di Savoia’ della già citata Giovanna Garzoni, una tempera su pergamena, appunto, di proprietà dei Musei Reali di Torino. Scienza e ricerca dunque quali strumenti importanti non solo per il benessere delle persone, ma anche per lo studio delle opere d’arte.
La Fondazione nasce infatti dal patrimonio di valori maturati in oltre 90 anni di storia del Gruppo Bracco, con l’intento di creare e diffondere espressioni della cultura, dell'arte e della scienza quali mezzi per migliorare la qualità della vita e la coesione sociale. Il catalogo è edito da Skira.

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