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Le sette Ministre del Governo Letta, alcune opinioni...

Le sette Ministre del Governo Letta, alcune opinioni...

Il nuovo governo - Le opinioni di Margherita Buy, Dacia Maraini, Cristina Paoluzi, Maura Misiti

Maria Fabbricatore Domenica, 02/06/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2013

“VOLEVO UNA DONNA AL QUIRINALE!”

Margherita Buy (attrice)



Cosa pensa del fatto che al governo ci sono tante donne?

Sono contenta e sono d’accordo per questo, ma non è che essere donna nella maggior parte dei casi vuol dire essere sinonimo di bravura e di integerrimità. Volevo che eleggessero un Presidente della Repubblica donna ma quello è un sogno …



Ma abbiamo Laura Boldrini terza carica dello Stato…

Si è vero e sono contenta per la Boldrini, che è una persona che io ho conosciuto e che stimo molto, e speriamo che sappia svolgere questo mestiere così complicato, ma ce la sta mettendo tutta.



Secondo lei sta cambiando la società e quindi il governo ha dovuto dare delle risposte di cambiamento mettendo molte più donne rispetto al solito?

Ma questo governo è nato in un modo particolare, è un po’ un pasticcio e ha tutti gli ingredienti giusti per non essere al di sopra di ogni sospetto…, hanno cercato di fare il meglio che potevano, bisogna vedere se questo è solo il frutto di un momento di panico vedendo come siamo messi, e poi si vedrà se avrà un seguito oppure no. Insomma, è stato una specie di contentino per aggiustare tutte le cose che non funzionano, però in questo momento sono molto contenta per le donne che hanno messo dentro.



La prima volta con sette ministre e per la prima volta una nera

Hanno scelto una donna nera però, potevano scegliere un uomo nero, hanno chiaramente scelto una donna nera così è doppio razzismo…… insomma…



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“SETTE NON BASTANO: DOVREMMO ESSERE AL 50%!"

Cristina Paoluzi. (Presidente della Federlazio Donne, Associazione Piccole e Medie Imprese del Lazio)



Le sette ministre del governo Letta, secondo lei sono una risposta alle quote rosa. Cosa pensa?

Io credo che è un inizio, ma non sono quote rosa. Siamo spronate dalla Comunità europea, dal resto del mondo perché siamo tra gli ultimi paesi ad avere una equa rappresentanza femminile. Ancora c’è un lungo cammino da percorrere nel cambiamento culturale perché donne che si presentano e che riescono ad ottenere da sole i voti per poter passare, purtroppo ce ne sono ancora pochissime.



C’è una sorta di pregiudizio nei confronti delle donne che si presentano in politica?

Più che pregiudizio, c’è una resistenza culturale, ma che parte proprio da noi stesse, da parte delle donne che ancora continuano a votare uomini. Se pensiamo che la maggioranza della popolazione è donna, ma la maggioranza dei politici che viene eletta sono uomini. C’è molta rigidità. Se prendiamo come esempio i dati della Regione Lazio vediamo che nessuna donna è stata eletta, nessuna ha avuto i voti per poter passare, sono arrivate in Consiglio regionale solo le donne che erano nel listino.



Secondo lei, dunque, c’è stata una presa di coscienza da parte del governo di Enrico Letta?

Le donne al governo sono sempre una minoranza, noi dovremmo andare avanti per meritocrazia, dovremo essere alla pari, essendo la maggioranza della popolazione e avendone anche le competenze. Dovremmo essere al cinquanta per cento, ma siamo ancora ai 2/3. Anche il doppio voto di genere è stata un imposizione della comunità europea perché in Italia abbiamo standard troppo bassi, perché il resto del mondo si sta evolvendo in maniera completamente diversa e noi siamo tra gli ultimi. Ci sono tante donne valide che non emergono, sono lasciate un po’ in disparte.



Donne di potere e meritocrazia: in politica sono veramente poche…

Esatto e considerando anche la donna imprenditrice che lavora, che segue una casa, è madre di figli, è una donna che si dà veramente molto da fare, fa molti sacrifici e potrebbe essere molto utile alla nostra società anche a livello politico. Insomma le donne hanno grinta e lo hanno dimostrato, bisogna far capire che la loro sensibilità serve alla nostra società. C’è un esigenza della figura femminile che abbia effettivamente potere e che non sia solo di facciata.



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“SENZA DONNE C’È UN ENORME SPRECO DI TALENTI”

Maura Misiti (Ricercatrice CNR)



Ricercatrice Consiglio Nazionale delle Ricerche - esperta di politiche sociali e Pari opportunità, violenza di genere, donne e scienze -, Maura Misiti è anche coautrice di Ferite a morte con Serena Dandini.



A partire dalle sette ministre, come vede il binomio donne e potere politico?

Sicuramente è un fatto positivo perché per la prima volta nel Parlamento c’è una quota non vergognosa di donne in posti chiave, anche all’interno del governo. In tutte le graduatorie del mondo che misurano la distanza tra donne e uomini noi siamo a posti molto bassi anche per quella che si chiama “partecipazione alla vita politica” e “partecipazione alla vita sociale”. Naturalmente questo è un segno molto positivo ch vede accolte esigenze oramai insopprimibili in quanto le donne rappresentano una componente essenziale della società e il fatto di non impegnarle, di non valorizzarle rappresenta un enorme spreco di talenti.



Allora secondo lei la società sta cambiando e questa è una risposta dovuta a questo mutamento?

La qualità delle donne che sono nel governo e che sono state scelte fa riferimento anche ad una selezione del merito nel senso che sicuramente le Ministre Carrozza, Idem e Cancellieri, ad esempio, hanno dimostrato delle competenze specifiche e inequivocabili. Quindi sono scelte che premiano una selezione che tiene conto del merito e della competenza. Certo è anche molto importante rimanere in ascolto con la società, quindi anche con l’associazionismo di donne, che tutte quelle competenze i movimenti e l’associazionismo hanno introdotto, raccolto e valorizzato. Penso che la società sia molto matura. Questa nostra esperienza recente di “Ferite a morte” con Serena Dandini, ci ha fatto incontrare delle realtà molto avanzate e veramente molto evolute dal punto di vista della fornitura di progetti, servizi, prestazioni come i Centri antiviolenza.



Allora secondo lei nella società non viene ancora riconosciuto il rapporto paritario di rappresentanza maschio/femmina al potere politico?

Non pienamente ancora, io temo che quella italiana, proprio per questa sua arretratezza in termini più semplici di rappresentanza e nei posti chiave e nelle possibilità per le donne di sviluppare in pieno le loro carriere, è una società ancora governata da stereotipi e da luoghi comuni molto radicati che impediscono il pieno riconoscimento all’apporto delle donne. Poi quando una Ministra come la Cancellieri dimostra di essere un Commissario straordinario a Bologna o una Ministra dell’Interno con i nervi saldi e con la capacità di intervenire, allora è chiaro che arriva un riconoscimento.





“NON HANNO BISOGNO DI CONSIGLI: SONO GIA’ BRAVE!”

Dacia Maraini (Scrittrice, poetessa, drammaturga)



Tante ministre in questo nuovo governo. Che ne pensa?

L’aria che si respira è positiva per la presenza e partecipazione delle donne. È una risposta che risponde bene alle esigenze della base, considerando il fatto che è un governo che nasce come un governo di compromessi e di larghe intese. Sono tante, anche la ministra nera Kyenge e stata molto brava a introdurre un tema importante, che è primario, come il diritto di cittadinanza. Ha fatto benissimo, le sono saltati addosso, ma questo perché, secondo me, hanno paura del cambiamento. Ma la realtà italiana è cambiata e non possiamo negare i diritti a gente che è qui da generazioni.



Secondo lei sta cambiando qualcosa in questo periodo storico, c’è una esigenza femminile che si fa sentire rispetto agli ultimi anni?

Si secondo me è una risposta ad una domanda che nasce dalle donne, che si fa sentire molto di più e che ci deve far capire che è necessario andare incontro a queste esigenze. È un’esigenza che nasce da ragioni profonde e vere.



Vuole dare un consiglio un’idea a queste donne che sono diventate ministre e che occupano posti di potere molto importanti, pensiamo anche alla Presidente della Camera Laura Boldrini ?

Non mi sento di dare consigli perché penso che sappiano benissimo cosa debbano fare. Penso che siano persone che conoscano la situazione e che hanno le loro competenze. Alcune di loro sono molto competenti, come la Presidente Boldrini che mi sembra molto coraggiosa e intelligente politicamente.











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