Torino - Protagoniste di un grande teatro, Franca Valeri e Annamaria Guarnieri sul palcoscenico sono le domestiche e assassine di un crimine veramente accaduto
Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2008
Eccolo il grande teatro, quello che con “Le Serve” di Jean Genet mette in luce tutto il fascino e la poesia della materia sciagurata e cruda dell’enfant terribile, ribelle e trasgressivo della letteratura francese. Lo ha riproposto a Torino la Fondazione Torino Piemonte Europa, che ha inserito nel suo interessante cartellone questo dramma rappresentato nel 1947 e oggetto di numerose trasposizioni su schermo e palcoscenico.
Quest’ultima versione, nella limpida traduzione di Franco Quadri, è davvero da cogliere nella ripresa della sua tournée, per l’interpretazione magistrale di due attrici di lungo corso, Franca Valeri e Annamaria Guarnieri, per l’appuntita regia di Giuseppe Marini, che mantiene vivissima la tensione di una storia ispirata ad un crimine vero, per i costumi sontuosi e la scenografia conturbante, che evoca imperiosamente i peccati e le morbosità di una trama nera come la pece. Quando la loro padrona è assente, le sue domestiche, le sorelle Solange e Claire, dominate da un groviglio di sentimenti di devozione e invidia, sfogano in un gioco di imitazione tutto il rancore dissimulato verso l’odiata Signora, sfavillante di bellezza, dolcezza e fascino. Sprofondate in un mondo fittizio, recitano a turno i ruoli della padrona e della serva, indossano abiti e gioielli di Madame, ne imitano voce e gesti, sognando l’eleganza e lo stile che contemplano con rabbia ogni giorno. Solo che al colmo della esasperazione per il fare autoritario della padrona, hanno messo in atto la vendetta: con una lettera anonima ne hanno denunciato e fatto arrestare l’amante. Ma quando lui si fa vivo per telefono dopo essere stato rilasciato, le due sorelle sono prese dal terrore di essere scoperte. Progettano così di avvelenare la padrona con una tazza di tiglio corretto con barbiturici. Ma la bella dama, asciugate le lacrime, preferisce lo champagne e rifiuta l’infusione prima di recarsi da lui. Si consuma così nel delirio l’ultima imitazione: Claire (Guarnirei) si identifica talmente nella futura vittima che finisce con l’inghiottire lei la pozione, lasciando Solange (Valeri) sola davanti al suo destino di assassina.
Inutile dire che siamo davanti ad un superspettacolo, dove dietro a un vivido, grottesco tripudio di gesti e voci si intravede la disperazione e nelle tristi sfumature di ridicolo affiora il destino segnato delle differenze sociali. Di una bravura surreale e da ovazione le due attrici storiche. È eccellente anche Patrizia Zappa Mulas nel ruolo di Madame, una femme fatale d’epoca, smagliante di smagliante di giovinezza di fronte alla penosa decadenza della coppia di domestiche, che goffe e rinsecchite, trovano lampi tragicomici di elasticità e di stile quando cercano di incastrarsi nell’involucro prezioso della loro Signora.
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