Ci si è chiesti subito se l'arrivo al Quirinale di Sergio Mattarella avrebbe in qualche modo influenzato l'iter delle Riforme istituzionali attualmente all'esame del Parlamento e che Giorgio Napolitano ha più volte sollecitato.
E' passata una sola settimana dalla elezione e c'è già chi si appella al nuovo Presidente della Repubblica affinché intervenga subito e in prima persona per evitare che queste leggi, anziché ammodernare la Costituzione, la violino nei suoi principi fondanti.
L'appello viene da Forza Italia che sta conducendo una opposizione durissima e polemica, ritenendosi tradita da Renzi sugli accordi presi al Nazareno con Silvio Berlusconi. Ma Renzi non sembra preoccuparsi delle accuse di autoritarismo, di leader piglia-tutto e di spregiudicato giocatore di poker.
A più riprese ha affermato che lui tira dritto perché i numeri ce li ha. Ma quanto intende tirare dritto, si chiede con preoccupazione la sua stessa maggioranza? Parlando con la senatrice Doris Lo Moro si è visto che al Senato il gruppetto dei PD che non ha votato la legge elettorale spera in un ripensamento di Renzi che permetta di ricucire uno strappo doloroso e tuttora "sanguinante".
Alla Camera, dove con la seduta fiume Renzi ha imposto una approvazione della legge sul Bicameralismo fatta al suono di tamburi battenti, le donne del PD sostengono con trepidazione alcune loro modifiche.
Barbara Pollastrini, per esempio, su due punti ritiene che Renzi debba convenire per modificarli. La nuova legge prevede infatti che la deliberazione di una nostra entrata in guerra possa essere fatta con una maggioranza semplice, la metà più 1 dei parlamentari. Ma la legge, con il nuovo Senato che sarebbe tagliato fuori da queste decisioni, non garantisce così una decisione ponderata e approfondita su un tema tanto grave, dice la Pollastrini, che chiede quindi che il SI alla Guerra venga dato almeno con la maggioranza dei 2/3 dei deputati.
Inoltre la onorevole Pollastrini teme che le leggi elettorali, anche quella attualmente all'esame, non siano sempre rispettose della nostra Carta Costituzionale. Chiede quindi che siano garantite in via preventiva (cioè prima della loro entrata in vigore) dal parere positivo della Corte Costituzionale che anche sulla legge attuale, dice la Pollastrini, potrebbe avanzare dei dubbi riguardo al suffragio universale, ciò al rispetto della volontà popolare nell'assegnazione dei seggi parlamentari.
Che Renzi stia prendendo delle scorciatoie nel ricercare efficienza e governabilità è un timore espresso anche da alcune senatrici e deputate del PD. Ora non resta che aspettare.
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