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Le retribuzioni scendono, l’inflazione sale

Le retribuzioni scendono, l’inflazione sale

Donne e consumi - Vasti strati di lavoratori e pensionati non riescono più a mantenere il tenore di vita neppure con il ricorso all’indebitamento

Conti Viola Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2008

Mentre l'indicatore della crescita dell'area euro, dopo l'incremento dello 0,04% registrato a settembre, ha toccato il valore più basso dalla sua istituzione nel 2002, comprovando crescita la crescita zero ed una fase di recessione economica nel nostro paese, secondo la statistica ufficiale, rappresentata dall’Istat, le retribuzioni contrattuali orarie sarebbero cresciute,a settembre del 4,1% rispetto allo scorso anno e dello 0,1% rispetto ad agosto: 0,3 punti in più dell’inflazione stimata al 3,8 %. Da quale film di fantascienza l’Istat ha tratto ispirazione per diffondere dati irreali rispetto alla perdita costante del potere di acquisto di milioni di lavoratori, che trasferisce i suoi effetti su una caduta verticale dei consumi e ad un ricorso massiccio all’indebitamento specie da parte delle famiglie di lavoratori a reddito fisso e dei pensionati? A fronte di un disagio sociale e di una sofferenza di vasti strati di lavoratori e pensionati che, almeno dal 2002, non riescono più a mantenere il tenore di vita neppure con il ricorso all’indebitamento con richieste di tanti piccoli prestiti da restituire maggiorati degli interessi a banche e finanziarie, alla cessione del quinto dello stipendio, alle ipoteche ed all’aumento dei pignoramenti e delle esecuzioni immobiliari per le difficoltà nel pagare le rate dei mutui indicizzati, l’Istat non può permettersi di prendere in giro le famiglie con le consuete favole di un potere di acquisto superiore all’inflazione. Adusbef e Federconsumatori, tornano ancora una volta a chiedere al Governo, che ha tagliato 8 miliardi di euro di fondi in settori essenziali per il futuro come la scuola, la ricerca, l’innovazione e che ha regalato almeno 2,5 miliardi di euro a cordate di “capitani coraggiosi” guidate dai banchieri, un atto di ravvedimento operoso, per far respirare milioni di famiglie vessate ed impoverite da politiche economiche sbagliate e nocive, non soltanto la detassazione della tredicesima, ma un bonus fiscale di almeno 1.500 euro, per tutti i redditi da lavoro dipendente e da pensioni sotto i 25.000 euro l’anno. Per Adusbef e Federconsumatori l’unica strada da percorrere per far uscire il paese dal tunnel della recessione è quella dei bonus fiscali alle famiglie e degli investimenti nella ricerca e l’innovazione.



(18 dicembre 2008)

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