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Le regole del telelavoro

Le regole del telelavoro

Strategie Private - "Sono Sandra e lavoro da cinque anni in un ufficio tecnico del Comune di Milano".

Melchiorri Cristina Domenica, 14/07/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2013

Sono Sandra e lavoro da cinque anni in un ufficio tecnico del Comune di Milano. Ho letto che il Comune di Torino ha iniziato un progetto sperimentale di telelavoro, emanando un bando che favorisce i dipendenti con disabilità, con carichi famigliari di assistenza, o che abitano lontano. Le 20 persone che saranno scelte lavoreranno da casa 4 giorni su 5 e solo 1 giorno la settimana sarà richiesta la loro presenza fisica in ufficio. Questa opportunità mi risolverebbe un sacco di problemi, perché ho una figlia piccola e nonni non sempre disponibili a fare i baby sitter.

Sandra Migliorini, Magenta (Milano)



Cara Sandra,

il telelavoro in Italia è poco diffuso, solo il 5%, rispetto al 18% di media europea, e prevalentemente nelle aziende multinazionali. Nella Pubblica Amministrazione è praticamente assente, e in generale nel settore privato, dove la presenza fisica delle persone è considerata un indicatore di affezione al lavoro e all’azienda.

Ci sono certamente attività che si possono svolgere anche da casa, come inserimento di dati o rielaborazione di documenti o sviluppo di progetti. D’altra parte chi si occupa di vendita è sul territorio a caccia o a presidio dei clienti, e imprenditori o imprenditrici e manager lo stesso. Quindi si può fare. Eppure anche il telelavoro ha delle regole: se vuoi lavorare da casa devi predisporre uno spazio ad hoc, con computer e collegamenti operativi, rispettando la fascia oraria di inizio e fine lavoro, garantendoti anche la tranquillità e la concentrazione necessaria. Nei giorni in cui lavori da casa, 1 o 2 la settimana, devi poter comunicare ed essere rintracciabile da chi è in azienda via Skype, , e per questo non puoi restare in camicia da notte. Devi poi partecipare alle riunioni aziendali ed essere fisicamente presente quando la tua relazione con gli altri fa la differenza. Vedo il rischio che questa scelta, se non è temporanea e fortemente sostenuta dal top management, diventi penalizzante per la tua carriera e i tuoi rapporti con i colleghi. Magari il Comune di Milano seguirà presto l’esempio virtuoso di Torino. Ce lo auguriamo. Ma nel frattempo, cerca di organizzarti con asilo, papà di tua figlia e baby sitter. I nonni non sono sempre disponibili? E perché dovrebbero esserlo?



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