Manifestazione nazionale contro la violenza/2 - La grandissima protesta del 24 novembre è nata come separatista e autogestita, per dare evidenza simbolica e fisica alla radice sessuata e maschile della violenza contro le donne.
Maria Luisa Boccia e Elettra Deiana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2007
La grandissima manifestazione del 24 novembre scorso contro la violenza degli uomini sulle donne è stata voluta soprattutto da giovani donne che l'hanno promossa come manifestazione separatista e autogestita, per dare evidenza simbolica e fisica alla radice sessuata e maschile di una realtà quotidiana finalmente documentata anche dall'Istat, che riempie ormai le cronache, anche se troppo spesso la notizia parla d'altro (è l'immigrato, è il tribunale insicuro, ecc).
Vi sono quindi ragioni politiche serie di questa scelta.
Per noi non significa interrompere il confronto con gli uomini impegnati in un loro percorso di presa di coscienza e pratica politica della differenza maschile.
Anche la presa di distanza dalle donne parlamentari e di governo, di centro-sinistra e di centro-destra, è stata motivata da un giudizio politico negativo sulle scelte compiute dalle istituzioni.
"La vostra sicurezza non nel mio nome", questo slogan è un rifiuto netto della proposta oggi in discussione. Pensiamo che, in una manifestazione di femministe, ovviamente la presenza di ministre e parlamentari non possa essere respinta come tale, purché questa presenza avvenga nel rispetto delle autonome scelte della manifestazione, evitando di prestarsi a farne il pretesto per l'abituale sceneggiata mediatico-televisiva.
Maria Luisa Boccia e Elettra Deiana
parlamentari Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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