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Le polemiche e la comunicazione

Le polemiche e la comunicazione

Finanziaria 2007 - Una legge contestata e accompagnata da polemiche infinite e raffiche di dichiarazioni. Errori di comunicazione, dicono gli esponenti del centrosinistra

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2006

L'esame della legge finanziaria è nel pieno del suo dipanarsi mentre mandiamo in stampa questo numero di 'noidonne', e non si sa ancora se sarà posto il voto di fiducia per superare l'Everest di emendamenti proposti da tutti, Ministri compresi. Ci aspettano ancora polemiche infinite, raffiche di dichiarazioni e attacchi sguaiati. La confusione che ha preceduto e accompagnato tutte le fasi della legge finanziaria, dalla sua gestazione all'assestamento in corso, è stata notevole e ha sortito certamente l'effetto di creare allarme sociale e destabilizzazione. La ridda di dichiarazioni quotidiane ha reso difficile decodificare i molteplici messaggi e il vistoso calo dei consensi per il Governo nei sondaggi è stato un campanello d'allarme, non trascurato da autorevoli esponenti della maggioranza. Ci sono stati errori nella comunicazione della finanziaria, è stato detto per spiegare il meno 18%, ma partendo dal presupposto che nello staff di supporto al Governo ci siano professionalità adeguate, l'argomento non convince. Il punto è un altro ed è bene non eluderlo: la comunicazione efficace deve essere omogenea e questa maggioranza non ha lanciato messaggi uniformi e coerenti, non ha dato un'immagine coesa di sé. Il messaggio è stato debole perché flebile è il legame che unisce l'Unione e la legge finanziaria, che è la sintesi del progetto di Governo, ha risentito e risente di queste difficoltà. Le differenti visioni della società e dell'economia tra i partiti del centrosinistra sono tante e profonde. Sottoscrivere un programma non equivale a superare i contrasti, che riemergono in continuazione nella sua fase di attuazione. La pazienza di Prodi appare inesauribile, ma il sondaggio parla di una sofferenza del Paese che non può essere ignorata. Tanti elettori che hanno dato fiducia al centrosinistra erano consapevoli delle difficoltà nel suo amalgama ma, evidentemente, non sono disposti a tollerare più di tanto. Per fare grandi riforme ci vuole un Governo forte e autorevole che non sia attraversato dalle polemiche pubbliche tra Ministri. Del sondaggio, dunque, va accolto il senso più profondo, slegandolo dal gradimento per i singoli provvedimenti e leggendolo in relazione alla capacità del Governo di dare di sé un'immagine di sicurezza, di lucidità, di chiarezza di intenti. Questa finanziaria spalma tanti provvedimenti cercando equilibrio ed equità, ma alcuni elementi forti potevano essere sottolineati e, appunto, 'comunicati', come ad esempio i non pochi provvedimenti a sostegno dell'occupazione femminile.
Se questo Governo deve durare cinque anni, l'immediato obiettivo è cambiare il passo e dare il senso di condividere un grande progetto, al di là dello specifico provvedimento che non potrà mai trovare tutti d'accordo. Ciò non è accaduto con la finanziaria, dove i numeri hanno imposto la loro dittatura e hanno impedito di sognare. Insegna Zapatero che non sempre e non tutte le riforme chiedono ingenti risorse economiche. In ogni caso, poiché le stanze di Palazzo Chigi e Palazzo Madama sono ampie, possiamo sempre sperare che le liti avvengano in famiglia per evitare di infastidire i vicini con urla troppo alte.

(2 novembre 2006)

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