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Le parole chiave della democrazia

Le parole chiave della democrazia

Genova/ Riflessioni - "Donne ieri, oggi . . . e domani?" è l'iniziativa genovese, ideata e organizzata dal Coordinamento Donne ‘Lavoro Cultura’, Collettivo Femminista ‘Libere Tutte’ e ‘Laboratorio politico di donne’

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2005

Un'iniziativa interessante e anche piuttosto insolita, la vostra. Come è nata? Quali i risultati immaginati e quali quelli ottenuti?
Il Collettivo femminista “Libere tutte” si è formato da poco presso la Facoltà di Lettere e Filosofia e da loro ci sono venute due domande: “come è possibile che stiamo per laurearci, abbiamo studiato tante teorie filosofiche e non abbiamo mai incrociato nessuna teoria femminista” e “perché dopo tante lotte e tanta produzione teorica ora c’è tanto silenzio”? Mancava poco alla tragica approvazione della L. 40! Perché a noi queste domande? Il Coord. Donne Lavoro Cultura nasce dall’esperienza delle 150 ore delle donne e ha mantenuto, nel tempo, l’obiettivo di cambiare se stesse per cambiare il mondo, Laboratorio politico donne nasce in pratica da una costola del Coordinamento, con l’obiettivo di aumentare la partecipazione delle donne alla politica. Abbiamo cominciato ad incontrarci in un’aula gelida e con una pessima acustica della Facoltà di Lettere per ragionare sulle loro domande. Per noi si è trattato anche di sfidare incipienti doloretti articolari e fastidiosi rimbombi uditivi pur di stabilire un contatto. Abbiamo cominciato a parlare di storia del rapporto tra i sessi e complicità con il maschile, della grande rimozione dalla filosofia e dal pensiero politico, della scena materna come origine della società, di libertà e responsabilità individuali e collettive. Abbiamo scoperto la totale insofferenza, da parte delle più giovani, per la politica e abbiamo preso atto di quanto l’affannoso balbettio che impegna le donne nei partiti su quote e regole per aumentare la presenza femminile nei luoghi della rappresentanza politica sia percepito addirittura come un “gioco sporco” per imbrigliare la potenzialità sovversiva delle donne. Così dopo mesi di scambio e discussione abbiamo deciso di confrontarci, pubblicamente, con le teorie che maggiormente ci vedevano divise. Il risultato è stato quello di aver coinvolto molte donne nelle nostre discussioni, certamente di aver costruito un legame con le più giovani proprio nel rispetto delle reciproche differenze, e di avere messo in scena il valore della relazione anche fra le generazioni. E’ stato bello vedere tante chiome bianche vicine a riccioli biondi, brillantini e tatuaggi.
Partire dalla Filosofia e dalla Antropologia per arrivare alla gestione della comunità. Un modo per complicare le cose o invece per arricchire il quotidiano?
Mah io credo che ognuna di noi ha raccolto qualche stimolo per guardare la propria madre con uno sguardo diverso. Molte del Collettivo, specialmente all’incontro con Olivia Guaraldo, allieva di Adriana Cavarero hanno portato le loro madri. Qualcuna è venuta in compagnia con la sua relatrice alla tesi di laurea. Senz’altro abbiamo prodotto qualche astensione in meno ai prossimi referendum…Ma, soprattutto, abbiamo riabilitato almeno quella parola: “politica”. In qualche occasione alcuni interventi, volendo mettere in evidenza che, poiché il contesto in cui si è inseriti produce comportamenti omologhi, le donne non possono marcare la differenza, tentavano un inedito accostamento tra guerra e politica. Proprio le più giovani hanno fatto rilevare che la guerra, rappresenta il fallimento del desiderio di società! Altro elemento insolito in vicinanza di campagne elettorali, non si è registrato alcun intervento da parte di “candidate in pectore”, Voglio dire che nessuna, pur essendo in sala, ha sfruttato l’occasione giusto per farsi conoscere.
La città ha accolto con attenzione gli incontri? Che tipo di partecipazione avete registrato?
Genova è una città stretta e lunga con inevitabili problemi di mobilità urbana: per raggiungere il centro è spesso utile usare il treno. Voglio dire che non è facile riempire una sala da 100 posti. Ci siamo quasi riuscite. Avevamo coinvolto, in tutti e tre gli incontri, Alberto Leiss, redattore della rivista on-line DonneAltri, anche per favorire la presenza maschile. Obiettivo parzialmente raggiunto. La presenza media maschile è stata del 10%, tranne all’ultimo incontro, in cui si parlava di passione e di etica del dono con Elena Pulcini di Firenze, che ne ha coinvolto, ma anche nella discussione, solo due. Il dato positivo è che abbiamo la consapevolezza di aver avviato un percorso che sicuramente andrà avanti perché gli stimoli che abbiamo lanciato sono stati raccolti.

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