Domenica, 18/03/2012 - La mostra delle opere di Irene Iorno, inaugurata il 7 marzo presso lo spazio ArteCulturaArchitettura Montegiordano 59, a cura del Movimento Artisti Arte Per, si è conclusa il giorno 15 con una conferenza della Prof. Silvana Turco su "L'artista e il suo corpo", un titolo più che appropriato quando parliamo del lavoro di Irene.
Silvana Turco ha articolato l'argomento citando il rapporto tra alcuni artisti del passato con il loro male legato all'espressione artistica. Vincent Van Gogh (autoritratto con l'orecchio tagliato), Paul Klee e i suoi faticosi eppure splendidi graffi a matita, quando la malattia non gli consentiva più di fare altro, approdando a Frida Kahlo e alla giovane artista di oggi, Irene Iorno. Entrambe hanno affidato alle immagini dei loro corpi di donna il dolore sublimato nell'arte.
Irene ha affidato il racconto della sua storia, dove il fare artistico ha una parte predominante, alle pagine del libro di cui è autrice "Terra barbara".
Questa giovane e in ogni senso delicata donna, incontrata di persona, emana una forza quasi tangibile.
Conoscendola, si comprende come, di volta in volta, quando si vedeva preclusa la possibilità, ad esempio, di lavorare con l'acquaforte, di usare i colori a olio o altri mezzi le cui esalazioni erano diventate per lei pericolose per la sua stessa vita, lei si è spinta nell'inventare e sperimentare tutte le tecniche possibili, anche le più impensabili, come la costruzione lavorata all'uncinetto dell'installazione formata da una gigantesca rete, per soddisfare la sua ispirazione. Irene graffia materialmente e simbolicamente, con potenza, le immagini che crea, ci costringe a guardare quel graffio e quasi a sentirlo sulla nostra pelle.
L'incontro con Irene e le sue opere è, per chi lo vive, un viaggio nell'anima.
Lascia un Commento