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Le novità editoriali per gennaio 2012 della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni

Le novità editoriali per gennaio 2012 della casa editrice Rupe Mutevole Edizioni

La denominazione delle collane è in linea con la politica della casa editrice, troviamo infatti: “Letteratura di Confine”, “Trasfigurazioni”, “Mappe di una nuova èra”, “Saggi”, “Rivelazioni”, “Poesia”, “Fairie”,

Mercoledi, 25/01/2012 - Fondata nel 2004, la casa editrice Rupe Mutevole Edizioni ha avuto modo di espandersi nel settore tematico e geografico. Son ben diciassette le collane editoriali della casa editrice, diciassette sono dunque le braccia che accolgono la diversità per condurre oltre i confini territoriali e mentali. La denominazione delle collane è in linea con la politica della casa editrice, troviamo infatti: “Letteratura di Confine”, “Trasfigurazioni”, “Mappe di una nuova èra”, “Saggi”, “Rivelazioni”, “Poesia”, “Fairie”, “Atlantide”, “La quiete e l’inquietudine”, “Oltre il confine”, “Scritti in scena”, “Sopralerighe”, “Heroides”, “Poesia e vita”, “Echi dalla storia”, “Visioni”, “Margini liberi”, “Echi da internet”.



Eccovi le novità per il mese di gennaio 2012:



“L’ombrello” di Sonia Consolo Giaccotto. Collana “La Quiete e l’Inquietudine”. “Marcello, sei un ombrello!” Ecco la presa di consapevolezza di un semplice oggetto, utile, concreto, appartenente ad ogni famiglia e nazione. Ma un oggetto può avere un’anima? È l’ipotesi che Sonia Consolo Giaccotto ha voluto porsi in questa bella prova di narrativa, ambientata nel surreale che diviene reale, molto vicino all’impossibile, come direbbero gli scienziati, ma chissà, la fantasia può fare anche questo, mettersi in discussione, portare se stessa all’esasperazione. È bello immaginare, no? E lo hanno fatto in tanti: chi disegna fumetti, chi prepara cartoni animati, qualcuno ha pensato bene di far parlare giocattoli, pupazzi, palle, case, spugne, attrezzi da cucina, e perché non un ombrello? Così la Nostra ha provato a costruirsi un oggetto-soggetto nella stesura della storia, un oggetto discreto ma utile, non indispensabile all’esistenza, ma fortemente usato, uno di quelli che non rimangono fissi in una dimora, bensì vengono spostati molto facilmente ovunque, per sostare in grossi vasi nei momenti di inutilità.



“Note di Luna piena” di Giuliana Paleotti. Collana “La Quiete e l’Inquietudine”. Nella raccolta di Giuliana Paleotti si avverte tutta la tenera passione di uno stile abbastanza vicino all’idillico-inquieto, una sorta di connubio tra due epoche che a lei appartengono allo stesso modo. Probabilmente l’Autrice ha letto e assorbito l’influenza settecentesca, ma non solo: probabile che abbia amato parecchio un Giacomo Leopardi, ma anche un Manzoni, un Verga, facendo tesoro di quella realtà che incombeva e faceva male. Come affermava peraltro Francesco De Sanctis in una delle sue analisi sullo Zibaldone leopardiano, vera poesia è l’idillio, mi piace accostare tale concetto perché associo spontaneamente quell’io amo e vivo e voglio vivere del poeta recanatese alla lirica Voglio volere della Nostra. È dunque una penna intimista, pur se non manca di temperamento irrequieto, dubbioso quindi sano, intelligente, a volte soffuso, con delle puntualizzazioni acute, come quel Voglio che la definisce già molto risoluta nel modo di porsi al lettore.



“Mielinconie” di Fernando Mirra. Collana “Trasfigurazioni”. Quando il sentimento amoroso diviene distacco e tormento. Quando la notte è la celebrazione della nostalgica armonia di due corpi che si riscaldavano e che, ora, preservano solo l’ombra di quel calore corporeo. Quando l’essere umano è al centro di pensieri dotti e rendiconti spirituali.“Mielinconie” è una raccolta poetica di forte intensità emotiva, le tematiche si intrecciano dolcemente con un andamento melanconico rivolto verso il passato e, rivolto verso la sensazione dello stesso trascorso. Il presente esibisce un luogo senza spazio per un uomo che guarda oltre la realtà, sono emozioni che si rivelano antiche e che si proteggono avidamente similmente alle api con l’alveare. “Mielinconie” è un curioso neologismo dato dall’unione di “miele” e “malinconia”, l’autore così facendo ha evidenziato quanto la forma mentis della malinconia possa essere per il poeta, in un certo qual modo, dolce.



“Dolcedura” di Diana Cesaroni. Collana “La Quiete e l’Inquietudine”. La scrittura femminile è qui evidenziata dalla percezione delle cose in maniera sottile e molto rilevante, sempre idealizzante, pregna di fili invisibili ma saldi, perle preziose che sostengono tutta la poetica di Diana Cesaroni, sicuramente inquieta, dalle tonalità forti e nel contempo eleganti, che fanno presa immediata sul lettore, cariche di sfumature rare, riconducibili tutte a una sana rabbia che si fa strada tra le insenature dei concetti perché sì, la Nostra, impasta i propri sentimenti con un dolore sordo che l’accompagna, la stringe, la mette in standby, ma poi, come se tutto questo fosse una sorta di serra nella quale vengono depositati dei semi, ecco nuove primavere, che svegliano d’improvviso il meglio di quell’anima tormentata, ne traggono la dolcezza, simile a quella dei boccioli bagnati di rugiada la mattina, la spargono attorno, nell’aria che frizza e vuole cose limpide, intatte. La poesia di Diana Cesaroni è tutto questo, mai banale, ogni creazione è qualcosa di mai letto, di folgorante, bellissimo.



“Le ali di Yeshiva e altre storie” di Wilfred Mbouenda Mbogne. Collana “La Quiete e l’Inquietudine”. Wilfried è un giovane studente che viene dai luoghi caldi, quelli che io amo e anche là l’inquietudine corre nel sole, nel mare, nei cieli rosei e dai tramonti speciali. Di questo giovane autore mi colpisce la freschezza, quella modalità ingenua che usa per descrivere le proprie emozioni. Il suo sforzo per scrivere bene nella nostra complicatissima lingua. La grande umiltà. è molto tenero Willie, così mi piace chiamarlo, ha grandi valori dentro sé e si è spinto verso la prova poetica con un coraggio che merita rispetto immenso. So che porterà a termine brillantemente gli studi nella nostra Italia e che potrà vivere con quella serenità che si è portato dalla sua meravigliosa terra, avrà moltissimo da insegnarci, statene certi. Intanto con questo volume inizia il suo percorso pulito e limpido come le acque dei mari da cui viene. Inquieto sì, perché continua a non dimenticare le radici e le sue origini, ma felice, pronto a partire nel salto della vita con tutti gli ideali più belli e più dignitosi. Vi consiglio quest’oasi dolcissima di lettura.



“Profumo di Kikina nel paradiso dell’eden” di Rossana Asaro. Collana “La Quiete e l’inquietudine”. La poetessa Rossana Asaro in questa sua prima raccolta di poesie mostra in modo palese ed accorato come la poesia è il veicolo che può rapportare se stessi al mondo e il mondo a se stessi. I suoi versi sinuosi e coinvolgenti raccontano l’amore inteso come esperienza di vita, come motore della propria esistenza, come sentimento allo stato puro. L’autrice attraverso giochi di parole, cercando un modo per non essere banale e scontata, esprime tutta la sua interiorità e la condivide con il lettore. La ricercatezza dei termini, al di là della loro connotazione semantica, già degna di nota, va oltre il significato reale proiettando l’essere nella iridescente e poliedrica complessità del suo sentire.



“Stagioni Poetiche” di Antonio de Lieto Vollaro, Gabriele Fabiani, Cristina Parente e Lorenzo Traggiai. Collana “Trasfigurazioni”. La volubilità del momento, la volubilità del verso. Conoscere il tempo attraverso il suono che scandisce il variare delle stagioni e dei frammenti poetici. La stagione poetica come simbolo di variatio e sincronismo del pensiero umano con la Natura, la stagione poetica come interscambio fra intelletti devoti all’emblema dell’esistenza. Una raccolta e quattro autori, Cristina Parente, Lorenzo Traggiai, Gabriele Fabiani ed Antonio de Lieto Vollaro, che consolidano un legame tra le parole ed il ciclo consueto della creazione, inteso come ideazione artistica ed umana, dunque facente parte della sfera naturale del conseguirsi della vita. I sentimenti rispecchiano l’esaltazione dell’essere umano in un’apoteosi di leggi che imperniano la realtà di urla silenti, urla che indietreggiano davanti all’oralità per distinguersi dall’indistinto dando voce ai segni grafici. Le sillogi presenti all’interno della raccolta “Stagioni Poetiche”, “Urla la Vita”, “Graffiti Notturni”, “Polvere Poetica” e “Vibrazioni Poetiche”, impugnano la realtà per definirla durante i suoi attimi circostanziali di definizioni ricettive, senza tralasciare un’esperta devozione verso l’ideale e l’astratto.



“Kuore di Kristallo” di Paola Maria Leonardi. Collana “Echi da internet”. Ho scoperto la Poesia quando ho realizzato che la trasmissione delle emozioni può avvenire attraverso la scrittura, le parole sono un efficace fonte di mediazione tra noi, il nostro sentire e il mondo circostante. In realtà è sempre stata presente in me l’amore per l’armonia attraverso le parole. Avere nella testa delle idee, delle sensazioni che restano sospese mi mi fa venire voglia di catturarle e direzionarle in versi, che formano poesie.. Accarezzavo da tempo l'idea di poter scrivere quelle idee, quegli spunti che avevo in mente le ideavo anche con la fantasia, le elaboravo, le cambiavo, ma non trovavo il coraggio per esporle al giudizio degli altri. Tutto ciò che è contenuto in esse, è frutto del mio cuore, che si è servito della mia mano per porle in essere. Esporre se stessi senza rete, non è facile, richiede un accettazione di se notevole, al punto da volersi mostrare senza reticenze. La ricerca dell'introspezione animica fa parte della mia scrittura, nello stesso modo con cui l' immaginazione si mescola all'aspetto empirico del quotidiano, dando luogo ad elaborazioni di pensieri nei quali spesso le persone amano identificarsi.



“Elfingers e la pietra nera” di Marcella Di Girolamo. Collana “Radici, letteratura abruzzese”. Presentare un’autrice che per la prima volta o quasi si affaccia al mondo dell’editoria, non è semplice, ma di certo la naturalezza con cui Marcella Di Girolamo si palesa, non può che agevolare il mio compito, specie nel momento in cui dalle sue parole si affaccia l’Abruzzo, in tutta la sua ridente fiducia nel futuro. Sentirsi profondamente legati alla propria terra, è un vanto ed un onore per tutti gli abruzzesi, specie  per coloro che coltivano con particolare ardore le proprie Radici...letterarie. Marcella infatti inventa un mondo parallelo in cui nulla può essere scontato ma deve ricevere la necessaria attenzione perché tutore di un prezioso elemento, che si rivela a mano a mano…un amore che deve essere compreso perché celato dietro un’ ingannevole apparenza. Così, la Storia gira attorno a questo cardine, la stravaganza di un elfo che viene notata da tutti tranne che dalla ragazza che gli ha rapito il cuore. E per lei affronterà incredibili avventure, un principe crudele che tiene prigioniere svariate giovani strappate ai loro genitori, ingabbiata la prima moglie, e che, ora, vuole attentare anche alla libertà della bellissima Daysun. Il linguaggio è molto ricercato, nulla viene lasciato al caso nella ricostruzione di un mondo parallelo eppure così magicamente vicino.



“Un volo nell’anima” di Rosy D’Agostino. Collana “Echi da internet”. La poetessa Rosy D’Agostino ci commuove nella sua capacità di volare nell’anima, operazione letteraria “complessa” e che può riuscire solo a chi possiede il suo particolare “talento”. Così, Rosy attraversa l’etere in un batter d’ali poe-tiche, apprestandosi a conquistare anche il più scettico dei lettori.

Le sue parole ci avvolgono; il loro senso ci permea… fino a che la nostra anima non volerà con le sue stessi ali. Per anni, Rosy ha accarezzato il sogno di volare, sfruttando tutta l’ispirazione di cui disponeva: al tempo stesso, ha approfittato in maniera davvero accorta, “giudiziosa” a mio dire, delle enormi, pressoché infinite risorse offerte da una tecnologia ad ogni giorno più amica.

Eppure, quando ha cercato di crescere, ha trasmesso sempre la sua volontà di istaurare un contatto umano, non si è mai lasciata abbindolare, sedurre da simbolismi esagerati, meccanici, inespressivi, vezzo di uomini ormai “cibernetici” quasi al cento per cento delle loro potenzialità espressive.

Internet, una Rete sempre più vicina, è servita a Rosy per confrontarsi “pacificamente”, alla riscoperta di un universo emozionale smarrito, ingoiato, o meglio fagocitato dalla modernità.



“Quando non passa il tempo” di Francesca Santangelo. Collana “La Quiete e l’Inquietudine”. La presente raccolta di liriche di F. Santangelo di primo acchito potrebbe sembrare un diario d’amore. Così non è. A ben vedere in questi versi c’è la spietata confessione di ansie, tormenti e bramosie d’amore; la messa a nudo di un’anima sensibile, passionale, sognatrice, nel suo tormentato rapporto con il reale. Quasi tutte le liriche esprimono uno smisurato bisogno di amore a tutto campo, ora appagato in momenti di esaltata intimità che si vorrebbero eterni, ora devastato dal tormento del dubbio, in un’alternanza di stati d’animo che ricorda da vicino l’”odi et amo” catulliano. Altre liriche ripropongono il dramma esistenziale di una umanità alienata e vacua, inesorabilmente incapace di cogliere il non-senso della vita e l’inutile scorrere del tempo. Visione cupa che sfocia in una desolante visione della vita e della morte come un unicum inestricabile ed indissolubile. Da qui la ricerca di un superiore porto di salvezza da tutte le tempeste della vita, che sembra sfociare nella fuga dalla realtà e nel rifugio in una illusoria dimensione di sogno. I versi di queste liriche, spesso connotati da scultorea essenzialità, fuori da schemi convenzionali o di maniera, appaiono frutto di indubbia spontaneità di ispirazione.



“Il lavoro di Don Rosolo Locatelli” di Davide Marzolini Lös. Investigatore privato arguto e meticoloso, sorta di Poirot di provincia, Don Rosolo Locatelli è chiamato a Villora, nei pressi di Varsi, per risolvere un caso intricato. Gli indizi appaiono fuorvianti, ma il fiuto di Don Rosolo risolverà il mistero. Davide Marzolini Lös, giovanissimo scrittore, elabora con questo suo primo romanzo una scrittura avvincente che persuade e conquista il lettore.



“Le Destinazioni” di Fabiola Farina. Collana “Passi nell’ombra”. Spezzati e fragili momenti, di durata variabile, vissuti da persone differenti per età e ceto, accomunati dal desiderio spasmodico di provare a vivere l’esistenza accettandola, modificandola in rapporto alle aspettative dell’esterno o finanche giungendo alla decisione di abbandonarla. Nessuna pusillanimità nel cuore di chi trascorre i propri giorni intensamente utilizzando tutti i sensi, forgiando una percezione individuale degli accadimenti, che paiono legati alla loro libera scelta ma si rivelano incatenati ad un destino superiore. Il coraggio di esistere è l’accettare le sfide senza reticenze, altrimenti non resta che far trascorrere i minuti, le ore, gli anni e poi dipartire, senza essersi mai concessi durante il cammino.



Articolo presentazione Rupe Mutevole Edizioni:

http://oubliettemagazine.com/2011/05/04/presentazione-della-casa-editrice-rupe-mutevole-edizioni/



Link utili per ordinare i libri e per visitare i siti di riferimento:

http://www.rupemutevoleedizioni.com/

http://www.reteimprese.it/rupemutevoleedizioni

http://www.facebook.com/pages/Ufficio-Stampa-Rupe-Mutevole/126491397396993



Alessia Mocci

Responsabile Ufficio Stampa Rupe Mutevole Edizioni

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