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Le milizie di Dio

Le milizie di Dio

Tabù, concetti e autori - La Storia l’hanno sempre scritta i vincitori...

Emanuela Irace Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2006

La Storia l’hanno sempre scritta i vincitori. La Cronaca chi detiene le leve del potere. Storia e cronaca sono soggette a interpretazione. Con questi semplici concetti in tasca sono partita per il Libano. Erano passati cinque giorni dalla fine dell’embargo e Beirut si leccava le ferite. I partiti al potere iniziavano la partita per la ricostruzione. La guerra sotterranea, quella che sempre segue la fine di un conflitto, col corollario di vincitori e vinti, in base alla capacità di accaparrarsi denaro pubblico. Come sempre la comunicazione è fondamentale tanto quanto la capacità di uscire al momento giusto con lo slogan giusto. Quello degli Hezbollah,, che insieme ai libanesi sono riusciti a fermare l’invasione di Israele al sud del Libano, campeggiava in ogni angolo della città. In ogni strada del paese. Immagini cubitali con soldati che ‘vincevano’ sui carri armati e l’enorme scritta “Vittoria divina”. Gigantografie di martiri e inni alla resistenza. Facce di uomini ‘barbuti’ con occhiali e Corano. La società libanese ha trovato contro il nemico di sempre la sua unità nazionale. Il problema palestinese, fin dall’82 all’origine delle aggressioni israeliane, non è stato sradicato. La precisione chirurgica con cui Israele combatte le milizie di Allah e affama le popolazioni povere del medioriente è di una evidenza disarmante. D’accordo, gli estremismi non nascono mai da una parte sola. Ci sono terroristi sciiti e torturatori cattolici. Islam e Cristianesimo portano in sé, ontologicamente, il germe dell’esclusione. Ma per Israele le cose stanno diversamente. La tragedia dell’olocausto è ancora viva e la lezione imparata viene oggi usata per combattere il nemico: palestinese, islamico, arabo. Il problema della sicurezza, per uno stato trai i più “protetti” del mondo, non è oggetto di discussione né di autocritica. Dalla sua parte, Israele, vanta trattati ratificati a inizio secolo e può contare sull’appoggio dei poteri più potenti del mondo. Quanto alla politica, cambiano i sistemi non i contenuti. Dai Gulag Staliniani ai campi di concentramento nazisti. Dalla politica del terrore di Pol Pot allo sterminio dei dissidenti cubani, passando per il processo di decolonizzazione africano, un’ecatombe. Il male è ovunque nell’uomo e non esiste aggressione per una “giusta causa”. La guerra è guerra. E la ‘comunicazione’, è soltanto un tipo di guerra più subdola e ipocrita. Ma uno stato che si incunea in un territorio che non è il proprio annunciando al mondo intero che tutto ciò gli è dovuto per volere di Dio è di una ingenuità disarmante, pari a chi crede che uccidendo il nemico si spalanchino le porte della concupiscenza, in quel paradiso pieno di vergini, ancora oggi a Beirut, premio per i martiri di Allah.



(31 ottobre 2006)

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