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Le mani sporche: lo sfruttamento dei migranti nel lavoro e nell’accattonaggio forzato

Le mani sporche: lo sfruttamento dei migranti nel lavoro e nell’accattonaggio forzato

Conoscere i tanti volti dello sfruttamento dei migranti è l'obiettivo del convegno che si tiene a Pescara il 28 e 29 novembre

Lunedi, 27/11/2017 - Le mani sporche: lo sfruttamento dei migranti nel lavoro e nell’accattonaggio forzato è il titolo del convegno nazionale (programma) che si tiene a Pescara (28-29 Novembre 2017 Aurum – Largo Gardone Riviera) per iniziativa dell'Associazione On the Road in collaborazione con il Comune di Pescara, Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Progetto Asimmetrie.
La tratta e lo sfruttamento dei migranti sono fenomeni complessi, caleidoscopici, legati a variabili che hanno elementi di forte persistenza nel tempo ed altri legati a situazioni contingenti e mutevoli. Fino a non molti anni fa, tratta e sfruttamento erano principalmente sinonimo di prostituzione coatta e le politiche e le pratiche di intervento erano pensate e realizzate per rispondere ai bisogni di persone sfruttate in questo ambito.
La situazione attuale è molto diversa e le cause sono molteplici. Tra le più importanti ci sono: l’aumento esponenziale degli arrivi di migranti, spesso in situazione di estrema vulnerabilità; l’impoverimento di larghe fasce della popolazione, in particolare immigrata,
dovuto alla persistente crisi economica; la maggiore capacità delle organizzazioni criminali di sfruttare i punti deboli dei nostri sistemi e di collaborare con circuiti economici nazionali (illegali, legali, o del “mondo di mezzo”).

Chi lavora sul campo ha colto da tempo questi cambiamenti, e si è attrezzato per sviluppare pratiche di intervento per raggiungere e portare aiuto a migranti che sono sfruttati in ambiti diversi dalla prostituzione.
«Lo sfruttamento del lavoro migrante e lo sfruttamento dell’accattonaggio e delle economie illegali sono due facce della stessa medaglia, le cause sono spesso simili e le dinamiche si sovrappongono: ad esempio la vendita di oggetti in strada (fazzolettini, fiori, ombrelli) o le
esibizioni artistiche (musica o altro) organizzate da sfruttatori che distribuiscono la merce e assegnano le aree di attività, possono essere considerate una forma di accattonaggio o di sfruttamento lavorativo; la dislocazione di persone che chiedono l’elemosina davanti ai supermercati è organizzata spesso da “caporali” che reclutano, assegnano i posti e chiedono la percentuale». (Fabio Sorgoni, Responsabile Area Tratta, Associazione On the Road Onlus)
Questi fenomeni coinvolgono molteplici ambienti e attori sociali: l’accattonaggio può diventare un problema di degrado urbano che incide sulla vita quotidiana dei cittadini e richiede una governance degli enti locali che non sia esclusivamente repressiva; lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura è possibile solo grazie alla complicità dell’intera filiera di produzione e chiama in causa sindacati, enti datoriali, ispettorati del lavoro, regioni, enti locali, ma anche l’industria agroalimentare e la grande distribuzione, e, non ultimo, il consumatore, che compra i prodotti.
Abbiamo quindi deciso di dedicare un Convegno nazionale di due giorni allo sfruttamento lavorativo e dell’accattonaggio, dove abbiamo invitato a confrontarsi molti dei principali protagonisti nazionali delle politiche e pratiche che incidono su questi fenomeni.
Saranno presenti enti del terzo settore e altri soggetti che lavorano quotidianamente a contatto con le persone sfruttate, che ci racconteranno le dinamiche attraverso le quali avviene lo sfruttamento nei campi abruzzesi, molisani, pugliesi, siciliani e laziali, o nei
centri urbani di Pescara, Pontedera, Roma e Parma. Saranno presenti intellettuali, giudici, avvocati, studiosi di fenomeni sociali, dirigenti di enti pubblici, sindacalisti, scrittori, che animeranno momenti di confronto sulle connessioni tra i vari aspetti del fenomeno e
ragioneranno sulle possibili strategie da adottare per contrastare questi crimini e supportare le vittime. (Programma)
L’obiettivo sarà quello di comprendere cosa succede nei campi e nei centri urbani a partire dall’esperienza di chi ci lavora, per trovare insieme una lettura che superi la cronaca e l’emergenzialità. Vogliamo condividere pratiche di intervento positive, e sviluppare sinergie
e approcci multidimensionali che possano migliorare sia gli interventi di campo che la definizione e la realizzazione di politiche nazionali e locali che tengano conto non solo delle conseguenze visibili, ma soprattutto delle cause, dei rapporti di forza, e delle connivenze tra sistemi legali e illegali, che sono alla base dello sfruttamento di migliaia di migranti nel nostro paese.

Uff stampa: comunicazione@ontheroadonlus.it
Per iscrizioni:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSfUViuageiGYGABru92UTe8dA5Tw81x0FnbFynZMNPvvWRtBw/
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