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Le inchieste. ‘Ndrangheta a Roma. Troppi arresti domiciliari a  Tor Bella Monaca

Le inchieste. ‘Ndrangheta a Roma. Troppi arresti domiciliari a Tor Bella Monaca

‘Ndrangheta, traffico di droga, omicidi. Tutto a Roma. A Tor bella Monaca. Un 17enne ammazzato per strada l’ultimo della cronaca. E un numero impressionante agli arresti domiciliari.

Domenica, 12/01/2014 - Sono i numeri che fotografano l’assetto della malavita organizzata in una città, che ne disegnano la forza e ne evidenziano il potere. Per le organizzazioni criminali il controllo capillare di un territorio è vitale per la gestione dei traffici illegali, di qualsiasi tipo. Così avviene nelle periferie romane, così avviene nel centro storico di una grande metropoli come Roma, sono dati acquisiti da inchieste e indagini dei magistrati, che fanno ben intendere che tipo di infiltrazione e con quali e quanti tipi di rapporti interagiscono. “Spiccata territorialità” così era definito, ad esempio, nell’inchiesta contro i Casamonica, nel gennaio dello scorso anno, l’appropriazione del territorio da parte del clan che operava nei quartieri periferici romani di Tor Bella Monaca o San Basilio. “Il modello di controllo più usato, perché è un modello vincente per lo spaccio è quello dei casalesi” ce lo conferma Diana De Martino pm della Direzione Nazionale Antimafia, con le vedette per strada che avvisano nel caso di “intrusi”. Le piazze dello spaccio di San Basilio o Tor Bella Monaca è esattamente come quelle dei casalesi. Ma siamo a Roma, a Tor Bella Monaca. 


I numeri: il 70% dei detenuti ai domiciliari vengono da altre regioni d’Italia.*

Il 20% dei detenuti in via definitiva che sconta i domiciliari su Roma li “trascorre” a Tor Bella Monaca, ma sono numeri che variano continuamente, e, soprattutto, aumentano continuamente. Ci sono i numeri che definiscono il rapporto con un territorio, numeri sentinella. Questo che abbiamo rilevato è un dato enorme che conferma una presenza ingombrante, anche per un territorio definito a “rischio”, com’è quello di Tor Bella Monaca. I dati in nostro possesso si riferiscono ai detenuti in via definitiva, ma il trend non cambia, anzi supererebbe il 60%, se in questi comprendiamo tutti gli altri “domiciliati” con pene diverse, ci confermano gli analisti. Pochi gli stranieri, perché oltre ad un appoggio familiare o parentale o amicale, serve un buon avvocato. Moltissimi i non residenti, circa il 70%, vengono da altri parti d’Italia, e non da Roma. Perché scontano tutti a Tor Bella, quali coperture hanno?

Il numero maggiore di reati vanno dallo spaccio al traffico di droga. Sono percentuali eccessive se lo pensiamo per un solo quartiere, in cifre circa 400 solo i condannati in via definitiva, che non comprendono le altre tipologie, altrimenti si arriverebbe, probabilmente, alle 700 o 800 unità. Pensiamo a Rebibbia, che è il carcere con più detenuti in Italia ne contiene circa 1500, galere straripanti in Italia, dentro e fuori. Perché Tor Bella Monaca? La cosa più inquietante è che se confrontiamo il dato con le altre circoscrizioni periferiche di Roma, sono molto più del doppio. L’ex municipio XII, il secondo numericamente più “richiesto” dopo Tor Bella, ne ha il appena il 6% invece di 20%, appunto.



Roma: crocevia del narcotraffico mondiale. Gli omicidi eccellenti.

I reati di chi sconta gli arresti domiciliari è soprattutto legato allo spaccio e al traffico di droga. Roma è da sempre una città crocevia di mafie e criminalità organizzata, ma ora più che in altri periodi i numerosi campanelli d’allarme non lasciano più dubbio sulla pericolosità raggiunta: sono gli omicidi eccellenti e i latitanti presi negli ultimi tempi a non lasciare dubbi sull’alto livello raggiunto e con ogni evidenza sulle coperture di cui si può godere a Roma. Latitanti e omicidi ci fanno pensare che ci sono cellule che permettono di organizzare questo tipo di operazioni, e questo vale per tutte le organizzazioni criminali, ma soprattutto per ‘ndrangheta e camorra e gli arresti di questi giorni legati ai clan di San Luca ce lo confermano. Vincenzo Femia super boss della ‘ndrangheta trucidato a Roma dove viveva e conduceva i suoi affari, e legato a doppio filo a San Luca, forse legato alla gestione del traffico di stupefacenti, del quale in questi giorni sono stati catturati i mandanti dell’omicidio. Camorra, mafia, ma è la ‘ndrangheta che è ben organizzata nel territorio romano crocevia di latitanti di grosso calibro.

Tor Bella Monaca è uno dei quartieri periferici romani “occupati” anche fisicamente dalla criminalità mafiosa. E’ sempre più forte la tensione in una città come Roma, che non ha mai, per la verità, cessato di essere crocevia di traffici illeciti. Ma Roma si è svegliata da non molto tempo come terra di ‘ndrangheta, che è una cosa ben diversa dalla banda della Magliana più provinciale rispetto alla ‘ndrangheta, che oggi ha confini internazionali senza alcun dubbio. La banda della Magliana era radicata sul territorio in modo scomposto scegliendo alcuni quartieri o bar in cui incontrarsi. Ma la ‘ndrangheta funziona in un altro modo ha bisogno di posti molto controllati dalle famiglie. Una “locale”, come ci dice Enzo Ciconte studioso di ‘ndrangheta, è costituita dalle ‘drine, ed è a tutti gli effetti una base operativa, strutturata e definita, formata a sua volta da decine di membri che tengono contatti diretti con il cuore dell’organizzazione in Calabria. La ‘ndrangheta opera soprattutto nel narcotraffico mondiale con la Colombia, le teste di ponte calabresi agevolano i traffici mondiali, molti, sostengono gli inquirenti, sono stati i procedimenti contro personaggi calabresi. Se ci sono o quante sono le “locali” presenti a Roma ancora è difficile dirlo, ma gli omicidi, i delitti, i latitanti hanno bisogno di coperture reali e a tanti zeri, e a quanto pare a Roma li hanno trovati.



*I dati sono del Ministero della Giustizia D.A.P. Roma e Lazio

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