Login Registrati
Le due Meridiane

Le due Meridiane

Aperta presso il Castello di Gesualdo, con un convegno, la mostra delle opere di Francesco Caloia, accompagnate dalle poesie di grandi poeti del Sud. Fino al 4 settembreCatenaccio/Riassunto*

Giovedi, 25/08/2016 - “Ho un amore profondo per tutto ciò che sento come arte, mi sono sempre sentito un espressionista: cerco luce, materia, equilibrio, volumi. Mi attrae sia la ricerca bidimensionale, sia la tridimensionale, l’importante è l’espressione. Scegliere vorrebbe dire rinunciare, limitare”. Questo l’incipit della dichiarazione di poetica di Francesco Caloia, alla presentazione della sua ultima opera, insieme a Poeti vari: Le due Anime Meridiane Tra miti e riti - Santi e Madonne in Irpinia. Poeti e saggisti lo accompagnano nella dimensione di mezzo, espressa dalla meridionalità, attuale, ma poco di moda. Ben lo sottolinea Grazia Vallone, docente ed esperta di Storia dell’arte: “la prospettiva meridiana conduce lo sguardo sul mondo da Mezzogiorno. La prospettiva dal Sud è diversa da quella del Nord per il modo in cui le linee di fuga si dispongono, dal basso fino a guardare in alto, al di là dell’orizzonte e il tempo di narrazione è lento, con analessi e prolessi che costringono a fermare l’occhio. Le due anime meridiane, catalogo di pittura e anche viaggio attraverso un mondo umorale antico e profondo, mai esplorato fino in fondo, pongono una questio attualissima come europei, donne e uomini meridionali: Mediterraneo fulcro dell’Europa. L’Irpinia, terra di Caloia e degli altri autori, è stata a sua volta terra di mezzo: terra di passaggio, di flussi ininterrotti antichi, di scambi, di fucine preistoriche, di avanzamenti e progressioni umane e culturali. Oggi è ferma, bloccata in un isolamento che sa di torpore e solitudine per la dissennata fuga delle generazioni di mezzo e la mancanza dei flussi di rientro. L’esperienza culturale costruita dagli intellettuali come Caloia, legati all’humus delle radici, alimenta la nostra identità, scongiurando la desertificazione culturale e sociale. La sua pittura è un’esperienza di sincretismo che mette in sincronia esperienze estetiche lontane nel tempo e intersecanti, per rinnovare il senso di appartenenza e di identità, creando opere autenticamente contemporanee. Statue lignee, madonne, santi, chiese, li inserisce in una trama fitta di rimandi e rielaborazioni, che si risolve in una narrazione armonica, ritmica, intensa e affascinante”. L’arte e la poesia meridiane, rappresentano le alternative al disfacimento del mondo, per Paolo Saggese, direttore artistico e scientifico del Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud, oltre che docente e scrittore, impegnato fin dai primi anni del Terzo Millennio a riflettere su ipotesi alternative ai falsi valori della vita moderna concepita a misura di denaro, consumo e potere. “Un percorso faticoso, esaltante, ma anche frustrante, a causa di uno dei limiti che coglie l’umanità minore, l’invidia, che rode, distrugge, appiattisce, rovina o frena ciò che si costruisce, che però finisce per germinare e irradiarsi per infiniti e indefiniti rivoli. E uno di questi rivoli è l’opera che il Maestro Francesco Caloia offre al suo pubblico e ai lettori, un catalogo artistico - poetico, in cui le sue opere si contaminano con le parole di alcuni dei poeti più rappresentativi della nostra Terra del Sud. Questo esempio di arte meridiana si contamina, quindi, con la poesia meridiana, diviene un tutt’uno e porta ad unità la Grecia, la Magna Grecia, la filosofia, con la religione tradizionale e popolare, che diventa parte del pensiero meridiano. Dunque, ambiente, rispetto della Natura, pace, rispetto dei propri limiti umani, rifiuto del consumismo e del capitalismo amorale, questi sono i concetti centrali della poesia meridiana. Ci crediamo ancora: Francesco Caloia ne è convinto, altrimenti non avrebbe realizzato questo monumento al pensiero e all’arte. In questa estate, che vuole parlare al futuro, pertanto, riscopriamo il nostro impegno, crediamo in un’idea nuova di uomo.” Per Ugo Morelli, docente all’Università di Bergamo, il riscatto delle terre del Sud deve partire proprio dall'arte, potente volano per lo sviluppo. Domenico Forgione, sindaco di Gesualdo, ha evidenziato il prezioso dialogo di Caloia tra classicità e cristianesimo, che: “favorendo la loro rituale, culturale, individuale e collettiva reciprocità, risponde alla primordiale sacralità della vita. Il dialogo promosso da Caloia attraverso la sua arte, ne consolida il valore umano universale di cui siamo eredi e come tali, abbiamo il dovere di trasmetterlo ai giovani, perché fattore di sviluppo e di progresso morale”. La mostra presso il Castello di Gesualdo (AV) fino al 4 settembre – orari: 10/12 e 18/20

Floriana Mastandrea

Articolo*

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®