Elena Liotta - "L’ultimo libro di Elena Liotta, “A modo mio, donne tra creatività e potere” (edizioni Magi, pagg 443, Euro 38,00) crea risonanze molteplici in lettrici anche diversissime"
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2008
L’ultimo libro di Elena Liotta, “A modo mio, donne tra creatività e potere” (edizioni Magi, pagg 443, Euro 38,00) crea risonanze molteplici in lettrici anche diversissime, dando loro la possibilità di ritrovare qualcosa che le riguarda molto profondamente: di scoprire in prima persona “qualcosa di incontaminato, un nucleo di libertà, un silenzio pieno”. Ma ad una condizione: mentre si legge una qualsiasi delle pagine di questo libro non bisogna dimenticare di farlo “a modo mio”, facendo pieno uso di tutta la propria anima. La stessa che l’autrice ha messo mentre lo scriveva: “non basta partire da sé, occorre continuare con sé… originarsi a ogni parola… seguirsi passo passo e non fare, non scrivere nulla che non ci corrisponda. Mentre io scrivo, mi ‘sento’ oscuramente insieme alle donne, come quando cucino e rimetto a posto gli armadi, quando ‘sento’ la mia maternità come esperienza fondante ma non esclusiva della mia vita”. Negli otto capitoli dedicati a movimenti, pensiero, lavoro, corpo, spiritualità, potere e politica e delle donne ed alla loro creatività e modo di stare in relazione, e infine al loro contributo per la pace e l’ecologismo, visti da ottiche polivalenti, l’autrice, che è una psicoterapeuta junghiana, sembra aver voluto affrontare – a vari livelli epistemologici e differenti strati di lettura - proprio tutto ciò che riguarda il mondo infinito delle donne. In uno stile sempre lineare e piacevole Elena Liotta scoperchia l’universo femminile, ma lo fa con la cautela di chi vuol mantenersi rispettosa (dell’ambiente, dell’altro/a, del mistero della vita) ed è consapevole del rischio sempre incombente di profanare il vaso di Pandora (metafora della creatività femminile) nell’illusione dell’ onnipotenza: “tantissime cose si potrebbero tranquillamente lasciar cadere a favore del semplice ‘essere e stare’. Cose che non cambiano di una virgola la nostra realtà e quella altrui, intasamenti inutili dell’esistenza, ingorghi di parole, azioni, sentimenti, consumismi psicologici. Cose che hanno a che fare con l’economia e l’entropia”.
G.P.
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