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Le donne oggi: da colonne dell’amore a pilastri della civiltà

Le donne oggi: da colonne dell’amore a pilastri della civiltà

Come e dove si festeggia quest'anno la festa internazionale della donna.- Istituita nel lontano 1910, la festa della donna si porta ancora appresso un alone d’inconoscibilità e in sostanza d’indifferenza. Quest’anno nello stesso giorno cade

Mercoledi, 07/03/2012 - Le donne oggi: da colonne dell’amore a pilastri della civiltà

Come e dove si festeggia

la festa internazionale della donna



di Paolo Gatto



Istituita nel lontano 1910, la festa della donna si porta ancora appresso un alone d’inconoscibilità e in sostanza d’indifferenza. Quest’anno nello stesso giorno cade l’apertura del salone dell’auto di Ginevra. Ma il marketing dell’auto considera del tutto estranea ai propri interessi la festa che dovrebbe essere la più importante dell’anno. Quest’atteggiamento non rappresenta una novità. Nel corso degli anni il filtro della cultura dominante è riuscito a distorcere e sterilizzare i motivi e gli intenti per i quali era stata istituita la giornata internazionale della donna.

Accesso al lavoro e alle carriere, difesa dalla violenza nella società, nelle famiglie e sul posto di lavoro, diversa qualità della vita, reale accessibilità al potere per contribuire davvero alle sorti dell’umanità: queste sono le istanze sulle quali la festa non manipolata dell’8 marzo dovrebbe e avrebbe dovuto far convergere almeno una volta all’anno l’attenzione e la riflessione di uomini e donne. Nel corso degli anni alla fase ideologica marxista dei primi tempi è seguita la fase altrettanto ideologica femminista e poi la fase prettamente consumistica con successiva disaffezione per l’8 marzo a causa del completo svuotamento di significato di una ricorrenza che aveva in sé ormai poco d’interessante e di originale.

Quest’anno l’Italia è unita da Nord a Sud da un fermento d’iniziative e di festeggiamenti. I tormentoni “la Grecia è vicina” e “più tasse, meno welfare” sintetizzano un’angoscia quotidiana assai diffusa. Ma accanto all’angoscia ha fatto la sua timida apparizione negli ultimi mesi una ancora confusa speranza di cambiamento. E questa speranza vede come principali protagoniste soprattutto le donne. Per dirla con l’onorevole Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia della Camera: “Tutti possono essere liberi di fare un festino hard, ma il festino hard non può essere un criterio per selezionare la classe dirigente femminile”. L’onorevole Patrizia Prestipino, assessore PD alle Politiche del Turismo, dello Sport e Politiche Giovanili della Provincia di Roma, non la pensa diversamente: “Una donna candidata o nominata solo perché donna, prescindendo dal merito, dall’esperienza e dalle sue capacità, è controproducente e penalizzante per tutte le altre”. E questo è forse il punto di partenza, una comune convergenza per un rinnovamento reale della società italiana e del suo ceto politico.

Su tutt’altro versante per Adelina, giovane albanese miracolosamente sottratta dalle forze dell’ordine alla condizione di schiava sessuale, per l’8 marzo dovrebbero essere invitati in televisione carabinieri e poliziotti a parlare del problema della violenza sulle donne perché solo loro si occupano di salvare le schiave dai loro aguzzini. E poi della condizione della donna si dovrebbe parlare ogni giorno, sempre.

Quest’anno le iniziative per l’8 marzo sono veramente tantissime. “La donna nell’Arte” voluta a livello nazionale dal Ministero dei beni culturali prevede l’ingresso gratuito in molti musei e un nutrito programma di concerti, mostre, laboratori, dibattiti, proiezioni ed eventi che rappresentano l’arte al femminile nello spazio e nel tempo.

A Roma i monumenti si coloreranno di rosa e la metropolitana si trasformerà in un laboratorio poetico e culturale grazie all'intervento delle persone-libro dell'Associazione Donne di Carta che per la giornata dedicata alle donne hanno pensato a festeggiamenti del tutto speciali con l'evento "Le mele di Eva". Venditti al Palalottomatica, Ficarra e Picone all’Ambra Jovinelli sono alcune delle proposte per trascorrere una serata di festa nella capitale nella quale sono stati programmati molti altri eventi.

“Festa della Donna al Museo del 900”, “Festa della Donna ai Musei del Castello Sforzesco” sono le iniziative di Milano. Sempre a Milano, nella Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, sarà allestito lo spettacolo “Le donne, le cavaliere, le audaci imprese io canto…”, intrattenimento in parole e musica su alcune temerarie che non accettarono limiti e che sfidarono la storia. A Bologna, da poco teatro internazionale dell’addio a Lucio Dalla, si segnala al Museo civico un’esposizione sul tema l’acconciatura femminile nelle medaglie del XV e XVI secolo della collezione del Museo Civico Archeologico. Strumento di seduzione e segno di potere, l’acconciatura è negli intenti degli organizzatori la chiave per comprendere il ruolo della donna nelle corti del Rinascimento italiano. Ma anche Napoli, Torino, Piacenza, Catania, Palermo, Venezia, Sassari, Cagliari, insomma tutta Italia è quest’anno in fermento per la festa della mimosa. E di rilievo sono anche altri modi di festeggiare l’8 marzo con proposte di aggregazione sul fronte dello sport in rosa, del benessere e dell’ambientalismo. Tutte iniziative rivolte alle donne per rivitalizzare quello spirito e quell’orgoglio di sé che le rendano protagoniste e forza propulsiva del cambiamento, non solo colonne dell’amore nella più ampia accezione possibile ma anche auspicabili pilastri di civiltà.

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