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Le donne non siano straniere alle donne

Le donne non siano straniere alle donne

Come si apre la porta della Misericordia

Lunedi, 14/03/2016 -  "Piccoli gesti di amore, tenerezza, cura fanno pensare che il Signore è con noi: così si apre la porta della Misericordia". Lo scrive papa Francesco in un tweet. Questo è anche il principale insegnamento delle donne della Chiesa e non, del materno che insegna a camminare, ad andare, che insegna la libertà senza chiedere nulla in cambio. Questo è l’insegnamento di Noidonne, la cura a cui siamo dedite da sempre finanche quando non vogliamo. E’ quello che si nomina come istinto materno, anche se non siamo madri, quasi sempre lo siamo dentro.

 Nonostante io abbia frequentato le scuole superiori dalle Suore Orsoline le consideravo come non facenti parte dell'universo femminile, anche perché la loro vita, il piccolo quotidiano come mangiare, dormire e tutto il resto si consumava in clausura, mai davanti a noi studentesse. Lo stesso vestito nascondendo i capelli con il velo, l'uniforme nera o bleu, le distaccava volutamente dal resto del mondo.


 Molto più tardi da adulta mi resi conto che Noidonne laiche non conoscevamo bene cosa pensavano le donne della Chiesa. Loro forse si, per il servizio, la cura dell’altra/a che operano per via della loro stessa  missione. Fu fondamentale dunque aprire un tavolo di confronto tra noi e loro che ci portò a capire. La mia era una strategia politico-comunicativa che mirava ad esplorare in maniera trasversale il pensiero di donne diverse sia riguardo al credo politico, che religioso.


Il tavolo nacque a marzo del 1996, da un mio incontro con Madre Lilia Capretti, l’allora presidente dell’ Usmi (Unione Superiori Maggiori d'Italia)  Nazionale. Le proposi appunto di incontrarci per poter discutere le nostre posizioni politiche riguardanti in special modo la questione femminile. Madre Capretti subito si fece coinvolgere proponendo per i nostri incontri la sede dell’USMI  Nazionale in via Zanardelli. Lei avrebbe pensato a sollecitare  le Superiore Maggiori e le donne delle associazioni cattoliche e io le laiche, donne delle istituzioni, giornaliste, delle associazioni e della cultura.


 Cominciai da Noidonne, di cui ai tempi curavo la Comunicazione e l’immagine, e nel numero di Marzo 1996, la allora Direttrice Bia Sarasini,  fece uscire un’inchiesta dal titolo “Suore: mondo in fermento”. In copertina, per la prima volta sullo storico giornale c’era il profilo di una suora. Internamente l’occhiello recitava “Negli ultimi 20 anni le suore si sono emancipate, come tutte Noidonne. Adesso puntano al riconoscimento della loro autorità.” 


E così iniziammo il nostro confronto, il nostro: “Tavolo delle donne consacrate e laiche.” 

Affrontammo diverse tematiche che ci univano. Escludemmo volutamente tematiche che ci separavano. Non ci interessava il muro contro muro, ma piuttosto aprire la porta della Misericordia, aprire alle differenze ma soprattutto capirle. Mediare per imparare le une dalle altre e arricchirci ognuna dell'esperienza delle altre.


 La nostra pratica ci portò a condurre insieme un lavoro politico importante. Per un anno studiammo e discutemmo, apportando un contributo collettivo di esperienza e di professionalità, di sensibilità che affermasse la cultura del rispetto della dignità della persona.


 A 50 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, infatti, il “Tavolo delle donne Consacrate e laiche", appartenenti ad ideologie e credi diversi, stabilì di rileggere la Carta dei Diritti Umani. A Madre Capretti era intanto succeduta alla Presidenza dell'Usmi, Madre Teresa Simionato, Superiora Generale delle Dorotee di Venezia, che volle continuare a mantenere la pratica del nostro "tavolo".


 Gli elementi di novità che caratterizzarono la rilettura furono in primis il titolo che da “Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo”  divenne “Dichiarazione Universale dei diritti dell’umanità”, e aggiungemmo la parte mancante femminile a tutto il testo neutro e totalmente maschile. Affermammo che i diritti soggettivi trovano la loro ragion d’essere nell’intrinseca dignità della persona umana, prima ancora che nel diritto oggettivo; la esplicita condanna della pena di morte;  il rifiuto di qualsiasi forma di schiavitù per gli esseri umani e di sfruttamento dei  minori e del loro lavoro; la tutela dell’embrione umano dallo sfruttamento per scopi commerciali o anche scientifici non a fini terapeutici; la tutela del pianeta terra e di tutti i beni naturali, in quanto patrimonio dell’umanità presente e futura; la tutela della famiglia; la tutela della propria dignità e della privacy. 


 Un primo confronto esterno il “Tavolo delle donne consacrate e laiche” lo ebbe con la Giurista, nonché Giudice della Corte Costituzionale, Maria Rita Saulle, Professoressa ordinaria di diritto internazionale e docente all’Università La Sapienza e alla LUISS, e con Madre Antonia Colombo, già docente e Preside alla Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” e Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.  Diffondemmo il testo a livello nazionale ed internazionale, coinvolgendo altre donne ai più alti livelli,  consacrate e laiche della politica, delle istituzioni e dell’associazionismo, della cultura e molte donne che occupavano posti si rilievo anche dell’imprenditoria femminile. Consultammo e mettemmo al corrente del nostro lavoro, Teologhe, donne della Comunità Ebraica e della Chiesa Valdese. La Carta fu trasmessa anche all’allora Segretario generale dell’ONU Kofi Annan.


 È' così che si aprì la porta della Misericordia.Il “Tavolo delle donne consacrate e laiche” era composto da Suor Lilia Capretti, Presidente Usmi; Adriana Moltedo, esperta di Comunicazione e Media, Suor Maria Luisa Gatto, Consigliera per la CS delle Serve di Maria Riparatrici, docente di Dottrina Sociale della Chiesa all’Angelicum; Alessandra Bocchetti, presidente Centro Culturale Virginia Wolf; la Senatrice Annamaria Parente, allora responsabile nazionale donne CISL; Suor Battistina Capalbo, Figlia di S. Paolo, Editore; Franca Zambonini, dr Famiglia Cristiana, Bia Sarasini, allora Direttore Editoriale  del mensile Noi Donne; Suor Marcella Farina FMA, Studiosa della Questione Femminile e Docente di Teologia Sistematica all’Auxilium; On. Livia Turco, allora Ministro per la Solidarietà Sociale; l'On. Silvia Costa, allora presidente della Commissione Naz. Pari Opportunità;  Alba Dini, allora presidente CIF; suor Giselda Moretti e Suor Pieremilia (Membri del Consiglio USMI); Giovanna Tudisco, presidente Centro Culturale Idea, Rita Salerno, giornalista; Neria De Giovanni, vice-presidente Critica Letteraria Internazionale e Direttore della rivista Salpare; Francesca Zuccari, Assistente Sociale Comunità di Sant’Egidio.


 Per la rilettura della Carta hanno lavorato oltre me: Alessandra Bocchetti;  Suor Maria Luisa Gatto; suor Giselda Moretti; Annamaria Parente; Suor Battistina Capalbo; Neria De Giovanni;  Giovanna Tudisco; Franca Zambonini;  Suor Pieremilia.

 Si fece strada dall’incontro di “donne consacrate e laiche”, un femminismo dello spirito del tutto speciale, autentico.

Da allora sono stata invitata sempre a tutte le Assemblee dell’Usmi fino all’elezione di Madre Regina Cesarato attuale Presidente USMI Nazionale. Anche alla 63a Assemblea Nazionale “L’Arte del Passaggio”- Nella missione risplende la misericordia del Padre, -  che si terrà dal prossimo 30 marzo al 1 Aprile 2016. Attraverso questi incontri ho capito la forza enorme delle donne della nostra Chiesa e quanto il loro lavoro silenzioso sia fondamentale ad aprire la porta della Misericordia.


In seguito, nel 2013, a passo con i tempi ideammo il tavolo virtuale on line  presso il sito Usmi, con Suor Biancarosa Magliano allora responsabile del Sito, e la sua vice  Sr Luciagnese Cedrone, la Senatrice On. Annamaria Parente e Fabio Gnoffo giovane assistente di A. Parente. Stabilimmo delle tematiche a cui rispondere in 10 righe. Primo tema in discussione Autorità e Servizio.

Questa volta i contributi abbiamo deciso che sarebbero stati di donne e uomini, consacrate/laiche e consacrati/laici e demmo voce soprattutto a giovani sia delle scuole cattoliche che della scuola di Formazione del PD di cui la Senatrice Parente era responsabile. I contributi erano poi analizzati e discussi da personalità che man mano interpellammo.

L'intento del tavolo virtuale delle Suore e Laiche era lo stesso di sempre, non farsi rubare la speranza, trovare dei punti in comune da cui spiccare il volo.

Ancora una volta ci ha spinto, da ambo le parti il desiderio di capire le differenze, dare ascolto alle varie differenze, di genere, età e cultura.


Così si apre la porta della Misericordia.


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