Ne' 'Il sesso e la vita' di Aldo Onorati l'educazione sentimentale dei giovani uomini negli anni del fascismo. Quanto è rimasto ancora di quell'idea della donna?
Mercoledi, 02/04/2014 - Il mondo narrativo di Aldo Onorati nel romanzo Il sesso e la vita (Edilet, Edilazio letteraraia, Roma, 2011) è un mondo di uomini: di ragazzi - Giano, Polonio, Tarcisio, Crastato, Cupone, Salmone, Ambrogio - che iniziano a conoscere i turbamenti del sesso e i corpi delle donne e di uomini adulti, zii, parenti, conoscenti. Ragazzi e uomini che vivono in mezzo alle donne, che le incontrano, che le “chiavano” e soprattutto parlano, parlano delle donne, con gli adulti che danno consigli ai più giovani. Pure se la storia di Giano, un ragazzo di diciassette anni, sensibile e insicuro eppure appassionato di vita, di tutte le esperienze delle vita, emerge tra quelle degli altri, di fatto il romanzo racconta un mondo corale al maschile. Le donne esistono narrativamente solo attraverso gli occhi, i pensieri, i desideri maschili. Donne e ragazze percepite in due categorie nettamente distinte: quelle cosiddette “per bene”, compagne di scuola, fidanzate e mogli da un lato, chiuse nel loro ambiguo perbenismo, ( “Ma loro come faranno? Non sentono come noi?” si chiedono i ragazzi) e le prostitute, con cui si hanno rapporti fisici dall'altro. Due pianeti lontani a distanze siderali- il romanzo si svolge fra i Castelli Romani e Roma negli anni '50 del secolo scorso.
Lascia un Commento