CHIEDI AL CRASFORM - Alcuni dati, con un focus particolare su Campania e Salerno
Castelli Alida Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Agosto 2007
I dati italiani
* Nel 2005 sono occupate il 45,3% delle donne, quasi 15% in meno dell’obiettivo di Lisbona per il 2010;
* Gli uomini occupati sono il 69,7%;
* Tra i 35 e 44 anni sono occupate il 61% di donne e il 91% di uomini;
* Il 25% delle donne occupate lavora a part-time contro il 4,6% degli uomini;
* Diminuisce la disoccupazione (esplicita) ma rimane una forte differenza di genere 10,1 % donne , contro il 6,2% degli uomini.
Le donne italiane nel mercato del lavoro: i differenziali retributivi
* Anche in Italia come negli altri paesi europei e’ presente un forte differenziale salariale: circa il 15%;
* Differenziale dovuto sia alla segregazione professionale sia alla esclusione delle donne, a parita’ di ruolo da premi, benfits ecc.dalle voci accessorie che compongono il reddito;
* Tale differenziale e’ piu’ alto nel settore privato rispetto al pubblico, nell’industria rispetto ai servizi;
* Nel 2005 le donne hanno avuto redditi individuali inferiori del 30% rispetto agli uomini;
* Alla fine della vita lavorativa questo divario (secondo una ricerca Cnel)comporta che le donne pensionate rappresentano il 53,4% dei pensionati, ma percepiscono il 44% dei redditi pensionistici.
Le donne italiane nel mercato del lavoro: i livelli d’istruzione
* Le donne tra i 25 e 44 anni con livelli d’istruzione superiore sono relativamente piu’ numerose degli uomini (scuola s.s.)
* Il 28% delle ragazze 25enni raggiunge la laurea contro il 19% dei ragazzi.
* Ma se il 56% degli universitari sono donne esse sono il 74% degli iscritti a facolta’ umanistiche e il 49% in quelle scientifiche, matematiche ed informatica, ma solo il 18% di ingegneria.
* Rispetto alle aree geografiche le piu’ alte presenza di ragazze laureate si riscontrano al Centro.
* Permane ancora un forte svantaggio rispetto agli altri paesi europei per il numero di diplomati e soprattutto laureati,
* la percentuale di ragazze con un istruzione superiore in eta’ 25-34 anni e’ agli ultimi posti rispetto al resto d’Europa.
La maternita’ come motivo di uscita dal mercato del lavoro
(ricerca isfol /rete nazionale delle consigliere di parita’)
Dati sui flussi in uscita dal mercato del lavoro:
* Nascita di un figlio interruzione del rapporto di lavoro per il 15% dei casi
* Nascita di un secondo figlio interruzione per il 20%
* Il 45% delle donne che lavorano a part time lo fanno solo per l’impossibilita’ di conciliare vita lavorativa e famiglia
Motivi dell’uscita dal mercato del lavoro:
* Vincoli sociali (le imprese)- cultura delle imprese il face time, arretratezze stereotipi, cultura tradizionale, parziale fallimento delle politiche di azioni positive;
* Vincoli del sistema di welfare:politica dei servizi sociali,e politiche per la famiglia oltre a differenze tra aree geografiche, - i bambini in eta’ 1-2 anni sono affidati prevalentemente 7,3% ai genitori, 52,3% ai nonni, 9,2 a personale stipendiato, 13,5% ad asili nido pubblico e il 14,3% ad asili nido privato, il 3,4 ad altri, con punte del 30% circa di bambini affidati ad asili pubblici e privati nel nord -est contro il 5,4% di bambini in strutture pubbliche e 17,5% in strutture private nel sud. – (fonte ISTAT)
* Vincoli individuali: la mancata condivisione: il caso Italia
Dalle fonti Istat risulta che al 1° gennaio 2004 la popolazione residente in Campania è di 5.788.986 unità. La popolazione residente nella Provincia di Salerno è di 1.089.770 di cui 558.206 femmine e 531.564 maschi, che in termini percentuali corrispondono rispettivamente al 51% e al 49% del totale, il differenziale aumenta poi analizzando la popolazione del Comune di Salerno dove su un totale di 135.818 unità ben 72.091 corrispondenti al 53% del totale sono di sesso femminile, mentre le persone di sesso maschile ammontano 63.727 unità corrispondenti al solo 46%.
Il differenziale tra uomini e donne e’ in buona parte determinato dalle donne vedove, che rispetto ai vedovi sono quattro volte piu’ numerose, come dimostra il seguente grafico tratto dall’ ultimo Censimento Istat della Popolazione del 20 ottobre 2001
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