Domenica, 17/02/2019 - Sembra impossibile ma papa Francesco riceve pesanti attacchi da una base tradizionalista che non gli perdona la "eccessiva" misericordia, lo ha sempre definito "comunista" e lo ha accusa di eresia per la politica di pacificazione religiosa anche con i paesi islamici.
Francesco è un papa forse perfino conservatore che sente la responsabilità di vivere nel 2019 e sa come è fatto un mondo in ritardo su trasformazioni evolutive che producono frammentazioni, rotture e ricomposizioni di civiltà. Ciò comporta il dovere di interpretare i suoi interventi, spesso contraddittori, come quando ha esteso la misericordia ai lefevriani che, per quel che ne pensava papa Woytjla, sono sicuramente eretici. Ma forse è un beneficio tattico agli oppositori.
Anche sull'aborto un papa cattolico, anche misericordioso, non potrebbe mai indulgere. E infatti Francesco ha condannato con estremo rigore; tuttavia la dottrina stabiliva che, mentre un omicida può accedere senza riserve al confessionale, una donna che ha abortito deve subire il rinvio a un vescovo. Chi era in Sicilia ai tempi del referendum del 1978 può testimoniare che qualche donna, non essendo sicura che alla confessione seguisse l'assoluzione, per paura della scomunica (che rendeva pubblica la sua condizione di peccatrice) non confessava l'aborto e prendeva la comunione sapendo di commettere anche sacrilegio. Non è più così: Francesco con una "lettera apostolica" ha esteso a tutti i sacerdoti la possibilità di assolvere affinché "nessun ostacolo si interponga tra la richiesta di riconciliazione e il perdono di Dio”. Non sembra lo stesso Bergoglio che aveva usato le parole atroci: "far fuori un essere umano, benché piccolo, per risolvere un problema è come affittare un sicario".
Ancora più gravi le parole ai delegati del Forum delle Famiglie (che sono un po' lefevriani) sugli aborti degli embrioni malformati: Il secolo scorso tutto il mondo si è scandalizzato per quello che facevano i nazisti. Oggi facciamo lo stesso ma con i guanti bianchi".
Eppure, tornando da Panama (28.01.2019), Francesco nella solita conversazione con i giornalisti è tornato sull'aborto, lasciando da parte la dottrina: "Bisogna essere nel confessionale, e lì tu devi dare consolazione... Il problema non è dare il perdono, ma accompagnare una donna che ha preso coscienza di aver abortito. Sono drammi terribili... tante volte devono incontrarsi con il figlio. Io consiglio quando hanno questa angoscia: tuo figlio è in cielo, parla con lui, cantagli la ninna nanna che non hai potuto cantargli". "Radio Spada", uno dei luoghi in cui il papa viene irriso, avrà documentato un'altra eresia. Le donne non dimenticano le parole gravi, tanto più che, come tutti i maschi - laici o cattolici senza differenza - non ha mai pensato di condannare l'irresponsabilità del partner nell'atto in cui può contribuire a procreare una vita che la donna, se poi ricorre alla 194, sicuramente non voleva. Tuttavia.
Tuttavia come cittadine sono preoccupate: a fine marzo i movimenti "a difesa della vita" terranno a Verona un Congresso mondiale delle famiglie che affronterà temi riguardanti la sessualità, la salute delle donne, l'educazione sessuale precoce, l'aborto, la formazione e il rafforzamento della famiglia: nel clima di regressione che oggi attenta da ogni parte le conquiste democratiche, in particolare femminili, anche avvalendosi dell'ideologia reazionaria cattolica. Conosciamo già le scelte dell'attuale governo dei Pillon, dei Fontana, dei Bussetti e del ministro dell'Interno Salvini che, con il rosario in mano, ha già prenotato un intervento al World Congress of Families. Nessun interesse per la libertà femminile nemmeno nel reddito di cittadinanza e nelle pensioni, ma, in nome della difesa della famiglia, la maggioranza pensa di riportarci dentro casa a badare ai bambini, come auspica anche Orban. Il papa certamente manderà un messaggio a difesa della vita. Tuttavia, sempre tornando da Panama, ha già espresso un auspicio in controtendenza. L'urgenza di introdurre l'educazione sessuale nella scuole: "Io penso che nelle scuole bisogna fare educazione sessuale. Il sesso è un dono di Dio, non è un mostro, è il dono di Dio per amare. Che qualcuno lo usi per fare soldi, per sfruttare gli altri, è un problema diverso. Bisogna offrire un’educazione sessuale oggettiva, come è, senza colonizzazioni ideologiche.... Il sesso come dono di Dio deve essere educato... Il problema è nei responsabili dell’educazione, sia a livello nazionale che locale o di ogni unità scolastica: che maestri si trovano per questo, che libri di testo... Io ne ho viste di tutti i colori... Bisogna avere l’educazione sessuale per i bambini. L’ideale è che comincino a casa, con i genitori. Non sempre è possibile, per tante situazioni della famiglia, o perché non sanno come farlo. La scuola supplisce a questo, e deve farlo, altrimenti resta un vuoto che viene riempito da qualsiasi ideologia". Uno schiaffo alla pedagogia dei movimenti per la vita.
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