Mancano dieci giorni al 70esimo anniversario della Liberazione dal fascismo. La storia di Noidonne è strettamente connessa con la Resistenza e con le imprese delle tante partigiane dei Gruppi di Difesa della Donna che parteciparono attivamente e in mille modi in varie parti d'Italia. Fino al 25 aprile vi riproporremo storie e foto direttamente dai primi numeri di Noidonne. Qui trovate la prima, la seconda, la terza, la quarta e la quinta puntata. A cura di Silvia Vaccaro.
L'Italia non è stata ancora liberata ma le donne che stanno per costituire l'UDI e la redazione Noidonne, organo di trasmissione di notizie e luogo di formazione della coscienza politica, parlano già della prima battaglia che intendono condurre, quella per il voto alle donne.
Le donne hanno diritto al voto
Una donna nuova è nata in Italia in questi duri anni di fascismo e di guerra. È la donna vestita a lutto che piange un caro morto al fronte o fucilato dai tedeschi; è quella che ha visto distrutta la sua casa, il suo focolare. È la donna che, privata del compagno della sua vita, sente il peso terribile che grava sulle sue fragili spalle di una nidiata di bambini senza padre da mantenere, da educare; è la giovane che vorrebbe lavorare, amare, e prevede invece una vita solitaria e di miseria, e cerca affannosamente uno scoop alla sua esistenza. Queste donne comprendono che il mondo deve cambiare, che la società come è stata organizzata fino a ieri, è gravida di nuovi lutti, di nuove guerre, di nuove sofferenze e vogliono contribuire alla costruzione di un mondo nuovo, nel quale la volontà del popolo possa manifestarsi liberamente.
Noi vediamo le donne di ogni età e di ogni condizione accorrere numerose alle nostre riunioni ed ai nostri comizi spesso coi bimbi in collo, ascoltare attente e pensose il nostro invito alla unione, all’organizzazione, all’azione. Ed ogni volta che noi parliamo della campagna che “l’Unione donne italiane” conduce per ottenere il voto alle donne fin dalle prossime elezioni amministrative e spieghiamo loro l’interesse diretto che esse hanno ad esprimere la loro opinione nei consigli comunali, a partecipare alla direzione delle Municipalità leggiamo sul viso di ognuna l’approvazione e il consenso.
Le donne comprendono come sia ormai vuoto di senso l’argomento che esse non devono interessarsi di politica. Se il diritto di far sentire la loro voce nelle Amministrazioni comunali vuol dire fare della politica, ebbene le donne voglino fare della politica e decidere e decidere insieme agli uomini come stabilire il razionamento, come dirigere i servizi sanitari municipali, a chi affidare l’istruzione dei loro figli, come epurare il personale fascista che si trova ancora purtroppo nelle Municipalità. Le donne italiane vogliono ottenere, subito, il diritto al voto e l’otterranno.
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